RECENSIONE: ?Alos/Xabier Iriondo – Endimione

Recensione di Claudio Delicato

Qualcuno dia una mano a questi due.

Consigliategli uno bravo, regalategli la discografia degli N’Sync o tirategli una palla da basket, altrimenti qua tocca chiamare Padre Damien Karras. Endimione è il classico disco che metti nel mangianastri della macchina mentre mamma ti accompagna a scuola e al terzo minuto d’ascolto lei spegne seccata lo stereo e ti dice “questa non è musica, è rumore.”

A Stefania ?Alos Pedretti (OvO, Allun) e Xabier Iriondo (Afterhours + ∞) dev’essere stato sistematicamente negato il Fruttolo da bambini per arrivare a comporre un album così folle e schizofrenico. Ascoltare Endimione è un’esperienza simile a osservare gli ultimi rantoli di vita di una persona posseduta: basi musicali nere e asfissianti associate a un cantato a metà strada tra i Cripple Bastards e i Gremlins. “Terrificante,” direte voi. “Terrificante un par di ciufoli,” rispondo io. Perché la cosa sorprendente di questo disco è proprio il risultare, nella sua delirante ferocia, paurosamente esatto.

Non c’è una virgola fuori posto, perché non c’è una virgola a posto.

La fusione geniale tra la colonna sonora di un tipico film sul proibizionismo e gli urlacci da Obscene Extreme Festival in Genica Atanasiou, l’ossessione distorta di Georges Gabory, la [inserire metafora spettrale secondo le esigenze] di Charles Dullin: questo disco non arriverà certo al grande pubblico, ma averlo ascoltato è un vanto e non oso immaginare che spettacolo possa dare questo duo dal vivo.

I più maligni insinueranno che in produzioni come questa il confine tra la sperimentazione e un certo autocompiacimento nel comporre musica indigesta sia labile, ma io voglio troppo bene a questi ragazzi per pensare che dietro questo progetto non ci sia solo il sano e nobile intento di prendere l’ascoltatore a capocciate in gola. L’edizione esclusivamente in vinile, gli strumenti assurdi costruiti da Iriondo (uno che credo sarebbe capace di far suonare da Dio pure il cesso di casa mia), le liriche ispirate ai Madrigali di Antonin Artaud: tutto in Endimione ha il sapore del rifiuto delle logiche dell’ascolto comodo.

Il manuale del perfetto critico musicale contemporaneo m’imporrebbe di concludere la recensione citando una manciata generi musicali accompagnati dal prefisso post- e qualche frase dalla mitologia greca da cui il disco attinge il titolo, ma al momento ho una ragazza e quindi nessuna necessità di rimorchiare. Per questo dirò solo che se avete organizzato un aperitivo a casa vostra e volete che gli invitati a un certo punto sollevino lo sguardo dal loro mojito con la bandierina del Senegal esclamando “ma che cazzo sta succedendo qui?” be’, le scelte sono due: fate uno squillo a Godzilla o mettete su questo disco.

ENDIMIONE – ?ALOS/XABIER IRIONDO
(Brigadisco, 2012)

  1. Georges Gabory
  2. Robert Mortier
  3. Marguerite Jamois
  4. Florent Fels
  5. Simone Dulac
  6. Genica Atanasiou
  7. Charles Dullin
  8. Cruel Restaurant

[youtube=http://youtu.be/CzRtWERwies]

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