RECENSIONE: Tre allegri ragazzi morti – Nel giardino dei fantasmi

Recensione di Claudio Delicato

“Non ho avuto il tempo di diventare rockstar, ché in Italia i tempi sono da elefanti, chi ce la fa non ascolta la mia musica,” recita il testo di I cacciatori. Paiono quasi profetici questi versi per i Tre Allegri Ragazzi Morti, giunti al settimo album in studio con questo Nel giardino dei fantasmi.

Devo dire la verità, non sono un fan accanito dei TARM, in primo luogo perché non sono mai riuscito a rimorchiare una ragazza proponendole l’ascolto di un loro pezzo, e poi perché nei loro dischi non trovo mai più di una o due canzoni che mi piacciano davvero. Detto ciò, stimo comunque Toffolo & C. perché li reputo per certi versi la Federica Sciarelli della musica indipendente: piaccia o non piaccia, quello che propongono da quasi vent’anni è un prodotto coerente, asciutto e indifferente alle logiche del mercato di massa, che è riuscito a scavarsi meritatamente una nicchia di fedeli fan.

La musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti non è per tutti, dato il tono maliconico-adolescenziale di buona parte dei pezzi, in cui è facile rispecchiarsi se avevi dai quindici ai vent’anni quando Kurt Cobain si è sparato in bocca; Nel giardino dei fantasmi non fa eccezione e propone undici pezzi romantici ma non troppo, politici ma non troppo, seri ma non troppo, che a mio parere trovano i massimi livelli espressivi negli episodi reggaeggianti. A questo proposito, La mia vita senza te e Alle anime perse sono senza dubbio i passaggi più suggestivi del disco e fanno pensare che quando i TARM azzeccano il ritornello potrebbero andare avanti a ripeterlo per ore senza mai stancare l’ascoltatore, un po’ come fa Vittorio Sgarbi con i suoi “capra, capra, capra!”

Con Nel giardino dei fantasmi e alla luce della sua carriera millenaria, la band di Pordenone conferma l’impressione di fare la musica che ama per il puro piacere di farla, rimanendo ai margini dei canali mainstream malgrado abbia dimostrato di essere avanguardista su molte cose: pensate al fatto che celano il loro volto da vent’anni e vi friggano le orecchie se avete mai creduto che l’anonimato de I Cani fosse una novità.

NEL GIARDINO DEI FANTASMI – TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
(La Tempesta Dischi, 2012)

  1. Come mi guardi tu
  2. I cacciatori
  3. Bugiardo
  4. La mia vita senza te
  5. Alle anime perse
  6. La fine del giorno (canto n. 3)
  7. La via di casa
  8. Bene che sia
  9. E poi si canta
  10. Il nuovo ordine
  11. Di che cosa parla veramente una canzone?

[youtube=http://youtu.be/eUllVaWVMEU]

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