LIVE+PHOTO REPORT: Nadàr Solo @ Carroponte [Sesto San Giovanni, MI] – 29/8/2013

Live report di Eleonora Montesanti

L’atmosfera che si crea prima di ogni concerto in un luogo come il Carroponte è già di per sé ben tangibile, figuriamoci quando un gruppo di ragazzi che vogliono vivere di musica si appresta ad intrattenere il pubblico prima di un rock potente come quello de Il Teatro degli Orrori.

I Nadàr Solo arrivano già carichi ed emozionati, a distanza di un anno dall’ultima volta che hanno calcato questo palco; dopo una breve e scatenata intro strumentale la band torinese si accattiva il pubblico, coinvolgendolo nella seconda voce di Non conto gli anni, uno dei brani di punta dell’ultimo lavoro, Diversamente, come?, uscito nel gennaio di quest’anno.

La curiosità degli ascoltatori viene conquistata, dando il via ad una totale coesione tra il gruppo e il suo pubblico. Mai niente dall’inizio alla fine del live è fine a se stesso. Guardando e godendo di fronte a tanta passione ci si accorge subito di due tipicità ricorrenti.

La prima la si percepisce all’udito: seppure i pezzi siano tutti ben definiti e con uno stile e uno scopo preciso, non si può sbagliare, fin dalle prime note il marchio Nadàr Solo è sempre evidente. In canzoni come Le ali e Le case senza le porte si percepiscono l’intensità e la freschezza delle sonorità, che si mischiano perfettamente con la profondità e l’urgenza comunicativa dei testi.

La seconda la si percepisce alla vista: Matteo De Simone (voce e basso) saltella tarantolato litigando con i suoi ricci, Alessio Sanfilippo (batteria) è rigorosamente a torso nudo e picchia con le sue bacchette come se non ci fosse un domani, Federico Puttilli (chitarra) è concentrato, puro e statuario.

C’è dell’amore nelle parole di Matteo quando chiama sul palco Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori): è arrivato il momento de Il vento, brano nato dall’unione di questi due gruppi. Naturalmente Pierpaolo viene accolto dal pubblico con una standing ovation e ciò crea un’atmosfera così coinvolgente che il brano riesce alla perfezione. Le voci di Matteo e di Pierpaolo si miscelano in un gran bel connubio, più evidente live che su disco.

La collaborazione tra le due band è duratura, infatti durante il corso degli ultimi due tour i Nadàr Solo sono stati in molte occasioni il gruppo di supporto de Il Teatro degli Orrori. Inoltre, nel 2011 e nel 2012 Matteo e Pierpaolo hanno portato su e giù per l’Italia uno spettacolo reading con letture di Denti Guasti, romanzo di Matteo, accompagnati dalle musiche del cantautore Daniele Celona.

La performance procede con Tra le piume, sempre estratto dall’ultimo disco. Qui ci si diverte, si balla e ci si scatena. Rock’n’roll all’ennesima potenza. Il pubblico impara il ritmo all’istante e accompagna il trio dall’inizio alla fine, con particolare entusiasmo. Un entusiasmo da brividi: dalla prima fila girarsi a guardare tutte quelle mani battere all’unisono, rigirarsi e vedere gli occhi quasi esterrefatti dei musicisti è uno spettacolo davvero commovente.

Stiamo per volgere al termine, ma c’è un altro appuntamento fisso nei concerti dei Nadàr Solo: i Compro Oro. Per presentare l’ultima canzone, il cui titolo è I tuoi orecchini, Matteo racconta sempre una storia: in questo periodo di crisi, quando una ragazza lascia il fidanzato e quest’ultimo si ritrova triste, incazzato e povero, è facile che, vista la grande diffusione di Compro Oro nelle nostre città, vada a vendersi i gioielli dell’ormai ex consorte. Originalità nell’esprimere concetti comuni. Ironia nel trattare uno dei maggiori problemi della nostra quotidianità. La canzone è un crescendo, sia nella melodia che nel testo: una grande amarezza viene camuffata dietro ad una piacevolissima chitarra, un’immensa rabbia viene nascosta nella dolcezza espressiva di Matteo che regala metafore sognanti.

Ci si saluta, infine, con tanta gratitudine nella pancia e con una coda strumentale evidentemente improvvisata, dove si vede proprio quali sono i tratti principali della band: energia, semplicità, passione, consapevolezza, scoppiettante urgenza comunicativa.

Photo report di Valentina Genna

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