LIVE REPORT: KeepOn 100% Live Club Festival 2013

KeepOn

L’INCONTRO CON I LIVE CLUB
A cura di Anurb Botwin

Just Kids segue da tempo e con piacere le attività di KeepOn, l’unico circuito nazionale di live club, ossia di locali che hanno la maggior parte della programmazione dedicata alla musica dal vivo originale italiana. Questa idea nasce nei primi anni 2000 per supportare le attività dei locali nell’impresa, non sempre facile, di creare una corrente artistica nazionale, un flusso di musica che passi attraverso i luoghi, le persone che li frequentano, gli artisti che suonano e attraverso tutto quello che si sviluppa intorno alla musica live. In questi anni il circuito ha cercato di rappresentare i direttori artistici dei locali creando una rete fitta di cui tutti possono beneficiare per supportare attività che vanno dalla produzione, alla ricerca fondi, all’assistenza tecnica e al supporto di progetti artistici che potrebbero accrescere la popolarità del live club. Alla base di tutto c’è l’idea forte di fare rete, di creare collettività e confronto tra gli addetti ai lavori nel modo più concreto possibile.

Da quattro anni KeepOn organizza il Live Club Festival in cui vengono assegnati dei premi agli artisti che si sono distinti durante la stagione concertistica nei live club che aderiscono al circuito. Inoltre, durante il festival si svolge un incontro con i direttori artistici dei locali per discutere dei reali problemi che i gestori devono affrontare per portare avanti le normali attività dei loro club ed è anche un’occasione per trovarsi faccia a faccia con musicisti, etichette, booking, addetti all’informazione musicale e promoters.

Durante questa quarta edizione del KeepOn Live Club Festival, che si è tenuta il 21 Settembre a Firenze, sulla scia della petizione lanciata in rete da Stefano Boeri per favorire la musica dal vivo, si è intavolata un’ampia discussione con i direttori artistici che, come atteso, hanno posto l’attenzione sul bisogno di alleggerirsi dagli ostracismi burocratici, dalla gabbia dei permessi e del sistema SIAE ormai stantio che rappresenta oggi un muro insormontabile per la musica dal vivo.

Alla riunione hanno partecipato anche la deputata del PD Francesca Bonomo e il suo collaboratore Tommaso Sacchi che in questi mesi hanno lavorato a favore della petizione messa in campo da Stefano Boeri per facilitare la musica dal vivo in Italia. Partecipando al dibattitto si avvertiva un po’ la sensazione che il processo che ha portato questa importante istanza in Parlamento sia avvenuto al contrario: il circuito nazionale dei live club italiani esiste da anni, eppure i rappresentanti istituzionali sembravano abbastanza spaesati, quanto contenti e sorpresi, del fatto che una rete di diretti interessati – ossia i gestori dei locali – esistesse già prima della petizione.

Probabilmente un confronto, come quello avvenuto al festival KeepOn tra i rappresentanti istituzionali e quelli dei locali di musica live, avrebbe dovuto precedere la proposta del decreto, non seguirla.

Se questo è stato un primo punto di incontro, tra chi ha bisogno di supporto per far crescere la musica live e chi può concretamente portare le loro richieste nelle giuste sedi, è chiaro che c’è ancora tanto da lavorare ed è evidente la necessità fare squadra affiancandosi ai diretti interessati, principalmente gestori dei locali e musicisti. E se esistono realtà come KeepOn che danno la possibilità di fare gruppo e sentirsi meno soli nelle battaglia per la musica in Italia, dovrebbero essere sfruttate al massimo e supportate nella loro missione che ha il sapore di un vero e proprio “ruolo sociale”, come sostiene lo stesso Marco Manzella, ideatore e fondatore del circuito.

Durante l’incontro è intervenuto anche Manuel Agnelli il cui intervento non ha dato molti spunti di riflessione, come spesso accade alle rappresentanze testimonial style. Dovrebbe non esserci più bisogno di testimonial né di guru in questo momento storico, quantomeno per non cadere in quel pizzico di noiosa autoreferenzialità. Il suo intervento sembrava un po’ distante dalla platea, composta principalmente dai direttori artistici dei piccoli live club. Sarà perché era facile distrarsi mentre lui regalava pillole sui festival, ma si faticava a contestualizzare il suo intervento. Uno spunto però c’è stato: se è vero che da un lato ci sono i live club, è anche vero che dall’altro ci sono gli artisti che, mai come in questo momento, dovrebbero fare davvero gruppo per autorappresentarsi nelle sedi opportune. Il perché in Italia non esista una forma di riconoscimento giuridico dei musicisti, sarebbe un quesito da porsi e a cui auspicabilmente dare una risposta. Il senso di responsabilità degli artisti verso la propria arte dovrebbe portare a sentire questa esigenza e ad unirsi per pretendere di essere riconosciuti come lavoratori di settore. Ad un discorso così dovrebbe però necessariamente far seguito la postilla *stiamo attenti a non aggregarci in una nicchia che raccoglie qualcuno ed esclude molti altri.

Dispiace sottolineare che l’unico momento basso dell’incontro sia stato l’intervento di Luca Valtorta, direttore di Repubblica XL. Mi è sfuggito anche qui, ma probabilmente ero ancora distratta, quale sia stato il valore aggiunto che questo intervento ha portato al festival dei live club italiani, se non quello di dire che la sua rivista affianca da 10 anni le battaglie per la cultura musicale in Italia portando il non-mainstream  nel mainstream. Ci vorrebbe un emoticon a questo punto, uno di quelli con gli occhi sgranati.

Ma a parte questo, bastava parlare con le persone che la musica la vivono dal basso ogni giorno, bastava vedere l’entusiasmo dei collaboratori che fanno vivere KeepOn, bastava ascoltare le persone che per portare una band sul palco del piccolo live club della Basilicata o della Calabria o della Puglia o della Sicilia o di qualunque altra provincia sconosciuta dell’Italia, sprecano tutte le energie e le risorse che hanno (e pure quelle che non hanno)… bastava semplicemente guardarsi intorno per capire che se si fa gruppo, tutto andrà bene.

Insomma, la squadra c’è e il campionato è lungo.

[Senza fare l’elenco dei nomi, un onesto e sentito complimento va a tutto lo staff di KeepOn che porta avanti questo progetto con rara purezza d’intenti.]

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I CONCERTI
A cura di Valentina Oliverio

Il KeepOn Live Club Festival, tenutosi al Viper di Firenze lo scorso 21 settembre, non meriterebbe un live report. Si potrebbe evitare di ricorrere ad un numero spropositato ed improprio di parole e descrivere quella giornata facendo riferimento ad un quadro, simbolo dell’astrattismo: Composition VIII di Wassilj Kandinskij.

Lasciando a voi l’interpretazione. Lasciando a voi l’estensione emotiva.

Come fai a descrivere i volti di coloro che nonostante tutto, nonostante la burocrazia incallita e spietata, continuano a tenere in piedi uno live club, creando una valida alternativa culturale e sociale, offrendo cibo per l’anima? Come fai a descrivere gli occhi di quei ragazzi che salgono sopra il palco, facendo dei loro strumenti un prolungamento dei propri arti e del proprio pensiero? Come fai a descrivere il passaggio di mano in mano di chi coltiva un sogno lasciando il proprio disco agli addetti ai lavori e gli stessi che sanno che non potranno accontentare tutti? Come fai a descrivere l’immenso lavoro dei ragazzi di KeepOn proiettato nelle occhiaie indiscutibilmente rock’n’roll?

Non puoi. Certe cose devi viverle.

E noi le abbiamo vissute immergendoci nell’area dove si sono alternati 15 concerti in una sera. Inizia il modenese ED che ci immerge in un’atmosfera indie-pop trasognante anni 60/90, riportandoci inevitabilmente ad Elliot Smith. Proseguono Le Furie, band fiorentina che promana puro indie rock italiano, rassicurandoci nella loro Love Affair che “andrà tutto bene”. Arriva LoSburla (Roberto Sburlati ai più noto come chitarrista e bassista di Marco Notari) che propone alcuni brani tratti dal suo  album d’esordio I Masochisti. Sano cinismo, psichedelia e rock che trovano il loro punto forte in Dilettanti: “San Salvario salvaci dai cantautori, autoprodotti dai genitori, dilettanti non per scelta, schiavi del volontariato.”

È la volta dei Platonick Dive, post rock intriso di elettronica in cui  sintetizzatori, laptop, chitarre e batteria assumono un ruolo centrale. Poi tocca ai KuTso la cui esibizione ricca di nonsense non passa certo inosservata, seguiti dai VeiVecura, vincitori della targa Rocketta 2013, che mettono in scena uno spettacolo visionario in cui si percepiscono echi di Beirut, Sigur Rós ed Efterklang; un viaggio che conduce l’ascoltatore nei meandri più segreti del proprio io. Ancora, Matteo Toni con la sua chitarra Weissenborn, gli affascinanti OfeliaDorme per arrivare ai Sadside Project che tra rock’n’roll, folk tradizionale e blues inducono le tue membra a muoversi anche sgraziatamente.

Tra un concerto e l’altro Paolo Mei, nell’inedita veste di presentatore, consegna i premi che vanno all’assente Roberto Angelini (miglior musicista live), ai Bachi da Pietra (miglior tour), ai King Of The Opera, Paletti, Fast Animals And Slow Kids (rivelazioni 2013) e ai Dimartino (best live).

La carrellata prosegue con I Giuradei, gli eleganti King Of The Opera e Paletti che dedica Cambiamento ai perugini Fast Animals and Slow Kids. La folla inizia a scaldarsi prepotentemente per i Fast Animals and Slow Kids che danno luogo ad un’esibizione tipica per chi li conosce, unica per chi non li aveva mai visti. Il loro live non è affatto un atto di tracotanza (Hybris appunto, come il titolo del loro secondo ed ultimo lavoro) ma la palese manifestazione di amare quello che fanno e di saperlo fare, concedetecelo, bene. Anch’essi tra le rivelazioni live del 2013. Sale sul palco il distinto Umberto Maria Giardini, la cui esibizione è stata una delle più intense della serata e lascia il palco ai Dimartino che chiudono questa quarta edizione del KeepOn festival, un luogo dove arte, cultura e musica prendono forma.

fabrizio bisegna pubblico (3)

Foto di Fabrizio Bisegna

La forma dei volti, degli occhi, delle parole intrecciate e scambiate di chi continua a credere che la musica sia cultura e che come tale vada onorata e rispettata.

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