RECENSIONE: Cleo T. – Songs of gold & shadow

Recensione di Skanderbeg

Solitamente non mi piace – anzi odio – scrivere pezzi e recensioni che prevedano l’uso della prima persona singolare. Mi sentirei inopportuno e supponente se lo facessi sempre, ma questa volta non riesco ad approcciare la descrizione e il racconto di Songs of gold & shadow di 
Cleo T. in altro modo. Vi prego, sedetevi sulla vostra poltrona, impugnate il vostro mouse o il tablet e scrollate la pagina, perché solamente in un’atmosfera intima e familiare potremmo entrare insieme nell’ambiente fatato che Cleo T. ha dipinto per noi.

Se in questo momento mi chiedessero “come stai?” non saprei davvero che dire. Questo album mi ha frastornato, mi ha fatto pensare e riflettere sulla condizione quotidiana che l’artista, quello vero, ogni giorno deve affrontare; sulla difficoltà, l’impossibilità e la voglia di traslare in musica la propria vita e gli stati d’animo conseguenti, rendendoli così semplicemente poetici che quasi sembrano artefatti. Ma dentro Songs of gold & shadow non c’è nulla di artefatto. Tutto è perfettamente inserito in un mondo immaginario eppure totalmente reale.

È il mondo della psiche umana, della dicotomia luce-ombra, del contrasto nero-bianco. È quanto di più autenticamente attraente ed affascinante possa esistere. Potrei continuare con la solita solfa intelletualradicalmelensa, potrei dire che “questo paesaggio onirico e mesmerico, creato per l’occasione da Cleo T., ci distacca per un attimo dalla realtà.” Ma che sarebbe, se non puro esercizio di stile? Intendiamoci, sono in grandissima difficoltà e voi dovete aiutarmi! Parlarvi di questo album semplicemente con le parole è un’impresa titanica.

Va bene. Giusto per prendere tempo vi posso dire che questo lavoro è stato concepito e realizzato in un momento molto particolare, forse drammatico – immagino – della vita della nostra Cleo T. Posso aggiungere che il disco, per stessa ammissione dell’artista, ha avuto come “padrini” John Parish – il produttore tra l’altro di Tracy Chapman e Pj Harvey – e Robert Wyatt, ex batterista dei Soft Machine e autore e cantautore e mille altre cose. Posso proseguire dicendo che il progetto dell’album è stato totalmente pensato da Cleo T., dopo che una prima versione, uscita prematuramente nel 2012, non l’aveva assolutamente soddisfatta. Per questo il reclutamento dei musicisti – che ha selezionato e scelto ad hoc e con cui ha creato immediatamente una complicità eccezionale -, la fase di distribuzione e produzione, i testi e la musica sono tutti tasselli costruiti e incasellati da una sola mente.

E poi cos’altro? Ci sono i brani, la poesia e le labbra rosso fuoco di Cleo T. I refrain martellanti che ti assalgono, le ambientazioni spettrali e cabarettistiche, il Café chantant e la Nouvelle Vague. C’è anche un premio parigino “Giovani Talenti” vinto nel 2012 e le sua musica che ricorda un po’ Bjork, a volte il folk dei Beirut e in altre circostanze il cabaret degli Underdog, pur rimanendo unica e personale. Non so perché associo tutto questo al film L’ultimo metrò di Truffaut, chiedo venia, questa è una piccola digressione che poco vi importa, probabilmente.

Resta il fatto che un fiore che sta sbocciando non può essere ammirato se non nella sua totalità. Songs of gold & shadow è una magnifica rosa dell’oblio, composta da 11 petali delicati eppure forti e vigorosi, rossi, gialli e blu. E raccontarli con il banale strumento della scrittura non renderebbe giustizia alla natura delle cose. We all e Dead and gone mi hanno fatto letteralmente impazzire, quasi come Rachmaninoff prima della cosiddetta “Rach 2”, ma non voglio svelare altro.

Will you ever forgive me?
Blows the Sorrow
When blows the sorrow
All is dead and gone
I miss you
I miss you
I miss you
I…

Sono sotto l’effetto del transfert da ascolto continuo e incessante; penso di essere innamorato di Cleo T., della sua voce dolce e urlante, della sua musica e delle sue parole. Forse durerà ancora un po’, chissà per quanto, sicuramente fino al tour che la vedrà impegnata in Italia dal 4 al 16 dicembre 2013 e in attesa di acquistare il suo disco il 6 dicembre. Ebbene sì, cara Cleo T.: già mi manchi, già ci manchi!

SONGS OF GOLD & SHADOW – CLEO T.
(Cleotmusic, 2013)

  1. Love me I love me not
  2. We all
  3. 
Columbine
  4. 
Song to the moon
  5. Kingdom of smoke
  6. 
Whistels in the night
  7. Trista stella
  8. Little girl lost
  9. 
Me & the ghost
  10. Dead and gone
  11. Someday my prince will come

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