RECENSIONE: Le Naphta Narcisse – Narcisi Geishe

Recensione di Claudio Delicato

Ho visto per la prima volta Le Naphta Narcisse dal vivo il 15 maggio scorso all’Angelo Mai in occasione della presentazione congiunta del loro Narcisi Geishe e di Amatoriale Italia dei Luminal. Entrambi i dischi sono prodotti da Le Narcisse, l’etichetta discografica di Daniele “ilmafio” Tortora, chitarra e tastiere dei Naphta. Il primo pensiero che mi è saltato in testa è che se ilmafio sa anche cucinare probabilmente avrà una fila di donne fuori dalla porta di casa che manco l’Apple Store di Euroma 2 il giorno che uscì l’iPhone 5, dato che produce dischi fantastici e suona da Dio.

Naturalmente Le Naphta Narcisse non è solo ilmafio, ma un affiatato e carismatico gruppo di musicisti rispondenti ai nomi di Mirco “Caster” Marzolo (voce), Federico Gullo (chitarra), Pietro Casadei (basso) e Corrado “Dagus” D’Agostino (batteria). Dal vivo mi aveva colpito molto la personalità del vocalist, un tornado con la barba che fuma, urla, sputa, si getta a terra, suda come un cammello e in mezzo a tutte queste cose riesce anche a trovare la forza di cantare (molto bene, peraltro). Quando il sound del tuo gruppo è così energico è necessario che la voce abbia una forte presenza – sia musicale che scenica – e Mirko risponde in pieno a queste esigenze.

Narcisi Geishe è un esordio dalla lavorazione travagliata, essendo arrivato ben 16 anni dopo i primi live del gruppo; è quindi naturale che i Naphta abbiano avuto cura di non sbagliare una mossa, perché sarebbe stato come se Jack Shephard di Lost avesse rinunciato all’ultimo momento di scoprire tutta la verità sull’isola perché doveva correre al cesso. E la band abruzzese centra in pieno l’obiettivo, dato che ogni singolo pezzo di questo LP dà l’impressione di essere uscito esattamente come il gruppo voleva che fosse, dalla musica ai testi. E non parliamo del missaggio, che – come ogni produzione Le Narcisse – è il valore aggiunto del disco: le canzoni più potenti sono un muro di suono, una capocciata in faccia all’ascoltatore, mentre quelle più lente suonano intime, docili e delicate come un fuorionda del MoVimento 5 Stelle.

Musicalmente parlando Le Naphta Narcisse mi ricorda un certo rock italiano anni’90, un genere che ha avuto la sua fortuna ed è andato perso negli ultimi anni a favore di una moda più “colta” e costruita, meno istintiva e di pancia. Qui godiamo di riff di chitarra accattivanti, bridge sincopati e momenti più decisi alternati a sperimentazioni e atmosfere intime e riflessive. Il pezzo che ho preferito è senza dubbio la distorta cavalcata rock di Love injected, ma rende bene anche Libero de Rubo, specie alla luce del delirante video amatoriale girato davanti alla sede del PDL di Appio Latino Metronio (potete vederlo qui). Fra le ballatone, invece, spicca Il mio avvocato, forse la canzone in cui la voce di Mirko esce al meglio, anche grazie a un testo originale e azzeccato.

Che il disco dei Naphta vi piaccia o no, vi consiglio di andare a vederli dal vivo il prima possibile, perché riconoscerete la carica, l’energia e l’entusiasmo nell’imbracciare gli strumenti che hanno solo i sedicenni. Ed è una delle cose più belle che si possano pensare di un gruppo, in un’epoca in cui in alcuni casi il 90% del mestiere del musicista si esaurisce in sala di registrazione e la voglia di palco passa sempre più in secondo piano.

NARCISI GEISHE – LE NAPHTA NARCISSE
(Le Narcisse, 2013)

  1. Lucy majorette
  2. Marilyn globetrotter
  3. Koala
  4. Il mio avvocato
  5. Manicomio
  6. Love injected
  7. Strega stellare
  8. Psicodramma
  9. Marcella
  10. Allergico ai Franzosi
  11. Libero De Rubo
  12. Narcisi Geishe

[youtube=http://youtu.be/HewApy6zEYk]

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