RECENSIONE: Mezzafemmina – Un giorno da leone

Recensione di Nicoletta Labarile

Se tra i banchi dell’università o dietro una scrivania, non importa: abbandonate per un attimo doveri sociali e responsabilità e lasciatevi trasportare dal piacevole oblio della dimenticanza, dalla libertà di potersi scagliare lontani da qualunque imperativo che pretende ogni giorno come Un giorno da leone. Pensieri lontani dalla mente, musica vicino al cuore: Mezzafemmina, classe 1982 e nuovo esponente della scena musicale torinese, decide di rompere gli schemi della retorica e canta il suo mondo in Un giorno da leone, nuovo disco uscito l’8 Aprile 2014 per Controrecords.

Eclettismo musicale, poesia e amara protesta si accordano a note di tenerezza e ritmo: il nuovo disco di Mezzafemmina, prodotto dallo stesso insieme a Giorgio Baldi, già produttore e attuale chitarrista di Max Gazzè, non vuol conoscere definizioni, è musica libera che si fa narrazione, stupore. La matrice cantautorale esplora nuove e avvincenti sonorità in un intimistico viaggio in cui l’unico riferimento è il desiderio di meravigliarsi: il giovane artista torinese si concede il tempo della meraviglia e permette di guardare il mondo dai suoi occhi che, probabilmente, diventano gli occhi di tutti, gli occhi di Silvia che in Silvia, credimi non si lasciano corrompere dalle parole e sanno immaginare i dolci suoni che la realtà non può offrire.

È quasi con naturalezza che Mezzafemmina evolve da uno stile all’altro, a livello espressivo e musicale: la saltellante adrenalina di 364 giorni di oblio diventa scottante denuncia del narcisistico bisogno di celebrazione della società in cui viviamo e ricalca perfettamente l’Italia raccontata in L’Italia non è, per cui il nostro “non è un paese fatto per persone normali, insomma non è un paese.” I luoghi comuni attribuiti alla realtà italiana dalle testate straniere si contrappongono alla più intima e leggera riflessione dell’artista circa Il suffragio universale: è sempre cosa giusta? Nonostante “tu con il tuo programma elettorale?” Nonostante l’umanità riposi in Internet, “invitante modo di restare in vita in fondo evitando di viverla?” Il giorno dopo può fornire interessanti risposte.

Parole e musica senza pretese ma con un unico obiettivo: quello di raccontare la vita che scorre e che cambia. In fondo, per non lasciarsi scalfire dall’allegra Collezione di vizi che la vita ormai è, basta trovare la propria oasi felice: alla cultura della competizione e della vittoria, Mezzafemmina preferisce le poesie di Pasolini, i libri di Saramago, il vino, i sorrisi e mille altre idee di resistenza, fatte di piccolissime e felicissime cose, come la buonanotte di lei a cui, in Da quando ci sei tu, dedica una sincera lettera d’amore.

La sequenza d’istantanee che l’artista torinese mette a fuoco si mostrano diverse e mai ripetitive: l’ironica dolcezza con cui vengono affrontate le tematiche sociali, già centrali nel suo disco d’esordio Storie a bassa audience, si alternano alle nostalgiche note dedicate alla cara tradizione rurale irpina, di cui il cantautore racconta vizi e virtù, dalla rivisitazione di canzoni e detti popolari in Piett’Tonna e in Le verità banali, alla denuncia delle sue piaghe sociali, come la ‘ndrangheta, raccontata in Mammasantissima attraverso i pensieri di un giovane che si lascia attrarre dalla gabbia dorata del clan, fatta di bella vita, donne e soldi per cui “voi l’America la sognate, io la compro.”

Mettendo da parte la filosofia del giorno da leone, Mezzafemmina svela il suo mondo, fatto di “sequenze di scene che non hanno bisogno di alcuna spiegazione,” se non quella degli incorruttibili occhi: entrarci è un privilegio.

UN GIORNO DA LEONE – MEZZAFEMMINA
(Controrecords, 2014)

  1. 364 giorni di oblio
  2. Suffragio universale
  3. La collezione di vizi
  4. Il giorno dopo [feat. Chef Ragoo]
  5. Da quando ci sei tu
  6. L’Italia non è
  7. Mammasantissima
  8. Silvia, credimi
  9. Piett’Tonna
  10. Le verità banali

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