RECENSIONE: Il Cristo Fluorescente – HAAS

Recensione di Claudio Delicato

Se come nome per il tuo progetto solista scegli Il Cristo Fluorescente è evidente che c’è qualcosa che non va nella tua testa, quel tipo di cosa che a me in genere piace parecchio. Molti gruppi hanno nomi stupidi (vedi i Thegiornalisti, come insegna il buon Farabegoli); la cosa difficile è trovare un monicker che goda della cosiddetta proprietà circolare, cioè che sia talmente stupido da risultare fichissimo. E Il Cristo Fluorescente ci è riuscito alla grande.

Dietro questa one man band c’è Simone Greco, produttore, tecnico del suono e bassista romano attivo da una decina d’anni nell’underground capitolino fra Crimen e Los Bucìas prima di questo progetto solista, con il quale ha già pubblicato Brave New World (2010) e l’EP We will sink singing (2012). HAAS è il suo terzo lavoro in studio e molti dei pezzi ivi contenuti sono stati scelti dal regista Domiziano Delvaux Cristopharo per la colonna sonora del suo film Doll Syndrome.

Ci troviamo di fronte a un’elettronica dal minimalismo spinto, a tratti abbastanza eighties, con evidenti influenze ItaloDisco che di rado sconfinano in un piacevole trash alla Gigi D’Agostino. Certo, Il Cristo Fluorescente non è i Kraftwerk, non i Neu! e neanche Angela Merkel imbottita di speed con addosso una maglietta griffata “UNFUCKABLE BIG-ASSED” che remixa i punti salienti della spending review, ma non è un problema. Il punto di forza di HAAS non è infatti nell’elaborazione della proposta, quanto nell’approccio alla composizione. Mi spiego meglio. Tendenzialmente i gruppi di oggi seguono due diverse scuole di pensiero:

  1. Prendersi troppo sul serio;
  2. Prendersi troppo poco sul serio.

Be’, Simone Greco non appartiene a nessuna di queste categorie: nel suo disco c’è ironia, sì, ma un’ironia perversa, schizofrenica, molto romana e per certi versi metallara, che ho già visto solo in gruppi come il Dispositivo per il lancio obliquo di una sferetta. Un’ironia che parte dai titoli dei pezzi (Satan is your friend, Terracina connection, Tour de trans), riemerge quando le sonorità del disco sfiorano i maledetti anni novanta e trova il suo zenit nella flashosissima Kamikaze!, impreziosita dal celebre sfogo di un cittadino romano molto popolare su YouTube (“noi s’aa pijamo ‘nder bucio der culo e loro magneno a 7 ganasce”).

Questo LP soddisferà sia i palati di chi ama l’elettronica lenta, martellante e dissonante (Bringin’ in the night, l’opening track), sia quelli di chi rivuole i Joy Division e Giorgio Moroder (Novantas, la già citata Satan is your friend). E questo camaleontismo trova un’encomiabile omogeneità di fondo in un’atmosfera comune a tutti i 10 pezzi, fatta di scenari industriali, cyberpunk, post-atomici, isterici, con tanti saluti al mood depresso da centrale elettrica.

Al momento il disco si può ascoltare in streaming su BandCamp, ma Il Cristo Fluorescente è alla ricerca di un’etichetta che lo produca (perché? PERCHÉ? Cosa te ne fai di un’etichetta, a meno che non sia la Sony, Simone?), quindi se c’è qualcuno sufficientemente schizzato da supportare questo progetto si faccia avanti. Molti, me incluso, gliene saranno grati.

HAAS – IL CRISTO FLUORESCENTE
(Autoproduzione, 2014)

  1. Hauntitled
  2. Wake up
  3. Satan is your friend
  4. Kamikaze!
  5. Strip 666
  6. Novantas
  7. Bringin’ in the night
  8. Terracina connection
  9. Black sand
  10. Tour de trans

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Claudio Delicato è anche su ciclofrenia.it™ (Facebook/Twitter)

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