LIVE+PHOTO REPORT: Garrincha Loves Bari @ Eremo Club [Molfetta, BA] – 6/7/2014

Live report di Marianna Fornaro, tutte le foto di Michele Battilomo (clicca qui per gli altri suoi photo report)

Il Garrincha Loves, un festival itinerante che porta a spasso per la nazione tutte le band dell’etichetta bolognese in un clima familiare e festoso, il 6 luglio fa tappa all’Eremo Club di Molfetta, in Puglia.

Quando arrivo il sole è ancora molto alto e c’è un caldo che si muore, e a soffrirlo sono principalmente i poco abituati amici di Garrincha, che perdono circa 5 chili ciascuno; ma almeno, con il passare del tempo – mentre la gente si reca verso il palco per accaparrarsi le prime file – dal bar del locale affacciato sul mare si può osservare uno splendido tramonto. Sulla riva i ragazzi dell’Officina della Camomilla si rilassano giocando a rimbalzello, in un angolo del bar c’è invece Lodo, frontman de Lo Stato Sociale, che si affretta a rispondere all’ennesima intervista, anche perché il live sta per iniziare.

L’ORSO

Tornata nella zona del palco, la sala si è riempita abbastanza da poter dare il via alla festa. Nonostante il caldo impellente i ragazzi de L’Orso, primi in scaletta, portano una ventata di freschezza sul palco con i loro pezzi più conosciuti: Il tempo passa per noi, Con i chilometri contro e Quanto lontano abiti. La mancanza temporanea del bassista Tommaso si fa sentire, ma il suo sostituto Francesco Paganelli se la cava alla grande. Arrivati ad Avere vent’anni, con la frase “questa città che si mangia i pneumatici delle bici per l’afa che fa”, sguardi di approvazione si diffondono sul palco e tra il pubblico. Il live, breve ma intenso, si conclude con James Van der Beek, con l’intenso featuring di Pernazza che suonerà di lì a breve con i suoi due compagni d’avventura.

MAGELLANO

Finita l’esibizione de L’Orso, l’atmosfera è pronta a cambiare completamente. È ora di scatenarsi, e nonostante le piccole dimensioni del palco i Magellano riescono perfettamente in questo intento: sotto di loro un agglomerato di gente balla e salta il più in alto possibile.

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA

Una volta conclusa anche l’esibizione dei Magellano, il pubblico non è lasciato da solo nemmeno durante il cambio palco; a fargli compagnia c’è infatti La rappresentante di lista, che con la sua voce soave ed energica regala attimi di puro relax prima del pogo isterico che accompagnerà la band successiva.

L’OFFICINA DELLA CAMOMILLA

Essendo stata assente per molto in Puglia, L’Officina della Camomilla è accolta molto calorosamente dal pubblico: è subito delirio. Di certo una delle esibizioni più rock della serata: da Condominio di merda a La tua ragazza non ascolta i Beat Happening, De Leo & C. riescono a far scatenare i fan nonostante l’afa ormai insostenibile all’interno del tendone e un’acustica che lascia davvero a desiderare. Quando il live finisce, il sudore del pubblico è direttamente proporzionale alla sua soddisfazione.

LO STATO SOCIALE

Dopo un breve cambio palco, sempre in compagnia della Rappresentante di Lista, giunge il momento del gruppo forse più atteso della serata: Lo Stato Sociale. La gente che era fuori per prender un po’ d’aria rientra, la sala si riempie: sono tutti pronti per la festa finale. Ed eccoli salire sul palco, nella loro immensa pazzia e umiltà, dando inizio al live con Abbiamo vinto la guerra, uno dei pezzi più amati del loro album d’esordio. La gente balla e ride anche grazie alla capacità di Lodo & C. di essere comici tra una canzone e l’altra. Il caldo ormai non è più un problema, l’acustica sì. C’eravamo tanto sbagliati, ma in fondo si sa: “fanculo a chi non ha mai colpa”. Giù dal palco i fan seguono quei cinque pazzi in tutto e per tutto, anche nella coreografia che accompagna Questo è un grande paese, il secondo singolo del loro nuovo album, con bandiere dell’Italia (peggiore) che svolazzano per tutto il palco. Arrivati all’ultimo brano Lo Stato Sociale decide di salutare il pubblico con un altro pezzo storico: Cromosomi, e con la frase finale “va bene, lo ammetto: odio il capitalismo!” urlata da tutti i presenti si conclude questo primo Garrincha Loves del sud, sicuramente uno dei più caldi, come è giusto che sia.

Subito dopo ci sono solo abbracci e belle parole, nonostante gli scazzi, i problemi tecnici e il caldo; ma in famiglia funziona così, e in fondo è proprio di una grande famiglia che stiamo parlando. C’è una persona che ha saputo spiegare questo molto meglio di me:

Garrincha Loves ha l’ambizione di creare grandi ritrovi di gente che, come noi, ha sposato una filosofia importante: musica umana che faccia star bene chi la sente e chi suona. Rimaniamo artigiani e non artisti, rimaniamo dei privilegiati a potervi vedere ai nostri stravaganti festival.
(Mattia Barro, L’Orso)

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