LIVE REPORT: Booker T. Jones @ Roma Incontra il Mondo 2014 [RM] – 17/7/2014

Live report di Skanderbeg

Per comprendere una materia, un’arte, qualunque essa sia, c’è bisogno di conoscere la storia che ne ha influenzato l’evoluzione. Frase lapalissiana? Probabilmente sì, ma assolutamente innegabile. Come si fa, per esempio, a leggere Cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin senza aver mai letto Tolkien? Com’è possibile appassionarsi alle innumerevoli serie televisive di oggi senza aver mai visto Twin Peaks? Ma soprattutto come si fa a seguire il soul, il funky e l’R’n’B senza aver mai ascoltato Booker T. Jones?

Perdonateci se questo pensiero è esploso proprio nell’estate romana 2014, in occasione della 21esima edizione del Festival Roma incontra il Mondo presso Villa Ada, ma non abbiamo potuto evitare di pensarci non appena il concerto di Booker T. è cominciato. Alla modica cifra di 10 euro, la kermesse romana ha regalato al pubblico uno spettacolo eccellente, ridimensionato solo dall’acquazzone che ha preceduto l’evento e da altri appuntamenti musicali concomitanti che non hanno permesso un’affluenza di massa.

Booker T. Jones e la sua fantastica band non si sono minimamente scomposti per i piccoli imprevisti e hanno dato fondo a tutte le loro energie sonore. Un’ora e mezza di spettacolo in cui il pianista di Memphis si è sbizzarrito tra grandi classici degli anni ’60-’70 e vecchie hit della sua storica formazione, i Booker T. & the M.G.’s, dove hanno mosso i primi passi Steve Cropper e Donald Dunn, divenuti poi famosi con la Blues Brothers Band.

Un concerto che non ti aspetti con omaggi ai grandi artisti amici di Booker T.; torniamo indietro di 40 anni con Hey Joe e soprattutto Knockin’ on Heaven’s Door, in cui troviamo un giovanissimo Jones destreggiarsi nella linea di basso. Ma il tuffo nel passato non finisce così: Born under a bad sign e Mannish boy ci fanno riassaggiare per un istante le atmosfere intensamente blues di Albert King e Muddy Waters. Booker T. Jones e il suo supporting cast sono fantastici: precisi, quadrati, non sbagliano una virgola e cambiano continuamente registro passando dal blues al funky al soul per finire alla fusion e a un inaspettato rap improvvisato dal batterista.

Naturalmente in una serata del genere non potevano mancare i cavalli di battaglia: la mitica Green onions (l’avrete sentita milioni di volte), Soul Limbo e Melting Pot che si presta alla perfezione per le improvvisazioni pirotecniche di chitarra e basso.

Insomma, più che una serata, il concerto di Booker T. Jones è un’enciclopedia di suoni che tocca cinquant’anni di musica senza farla sentire mai vecchia!

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