RECENSIONE: Populous – Night Safari

Recensione di Tobia d’Onofrio

Fra i musicisti italiani di gusti esterofili, o comunque proiettati principalmente sul mercato estero, il nome di Populous è ben conosciuto sin dal 2002, anno in cui esce il primo dei tre album incisi per l’etichetta berlinese Morr Music con compagni di scuderia del calibro di Mùm, Lali Puna, Notwist e Tarwater. Conosciuto trasversalmente dagli amanti dell’elettronica quanto dal pubblico indie rock, Populous, al secolo Andrea Mangia, è un personaggio che ha sempre colpito – oltre che per la qualità artistica della sua personale visione – anche per la profonda cultura musicale, costantemente alimentata da una voracità di ascoltatore sempre evidente nei suoi dj set, eclettici e sperimentali come la musica degli album.

Non sorprende, dunque, che il balzo stilistico di Populous da Drawn in basic (collaborazione con il newyorkese Short Stories) a Night Safari sia abissale: sei anni nei quali Andrea ha creato musica sotto altri moniker, come Life & Limb (progetto più orientato al dancefloor) e Girl with the gun (con Matilde Davoli). Sei anni in cui – fermo restando il raffinato e riconoscibile gusto per i suoni – Andrea è passato dalla ricerca sulla stratificazione della melodia in contesti dream-pop e shoegaze allo studio della percussività, nelle profondità della bass music, al punto che dal vivo l’album viene presentato in duo con l’ottimo Andrea Rizzo (batteria di Girl with the gun, Echopark, Il Genio, Lucia Manca).

Immaginate che in questi sei anni Populous abbia viaggiato in lungo e in largo per il pianeta campionando suoni esotici alle latitudini più calde: l’oasi metropolitana dipinta in questo Night Safari è meticcia, le ibridazioni sonore mescolano UK bass sound, world music, ambient, glitch, tradendo il solito amore per krautrock e psichedelia, il vero fil rouge che unisce i vecchi lavori a questo nuovo Populous, custode di una nuova fisicità.

La prima traccia Hymalaya reel to reel, il brano successivo Fall (feat. Cuushe) e Honey (feat. Iokoi) ricordano la canzone electro-krauta di Grimes o The Knife. Poi l’intro afro di Vu viene trasfigurata in pochi secondi dai bassi del dub per farsi roboante corsa in una giungla liquida e oscura, incalzata da canti tribali africani sulla lezione della percussività stratificata del krautrock prima e degli Atoms For Peace poi. Atmosfere Thom Yorke-sche anche nell’incipit di Dead Sea, attaccata poi da scorie radioattive post-hip-hop.

Il grime bastardo di Quad boogie vede il featuring di un altro classico dell’underground elettronico italiano, Digi G’Alessio. Water Temple (come in Vu, feat. Clap! Clap!, ovvero il nuovo moniker di Digi G’Alessio) è un’esplosione di beat tra tamburi africani, scampanellii e scariche a 8-bit. Agadez porta il dubstep nell’umido di una notte tropicale, Brighton Pier si ferma a osservare il suggestivo orizzonte da un molo di Brighton, appunto, prima del safari notturno della titletrack, immersione in una giungla scura pulsante e brulicante di piacevoli bagliori al chiaro della luna argentata dipinta sulla copertina dell’album. Infine Brasilia – collaborazione con il mai troppo osannato Giorgio Tuma – sembra l’inno di Populous al Dio Danza, tormentone che avrebbero scritto i Daft Punk dopo una bevuta di mescalina a un party degli MGMT.

NIGHT SAFARI – POPULOUS
(Interbang, 2014)

  1. Himalaya reel to reel
  2. Fall [feat. Cuushe]
  3. Vu [feat. Clap! Clap!]
  4. Dead Sea
  5. Quad boogie [feat. Digi G’Alessio]
  6. Honey [feat. Iokoi]
  7. Agadez [feat. Dj Khalab]
  8. Water Temple (feat. Clap! Clap!]
  9. Brighton Pier
  10. Night Safari
  11. Brasilia [feat. Giorgio Tuma]

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