Live report: Ty Segall @INIT [RM] – 31/10/2014

Live report di Giovanni Romano

Girare per la città la sera di Halloween è una cosa che può essere irritante, troppa gente truccata in giro per le strade. Vabbè, sarò io, in fondo non mi riguarda. Però stasera ho la scusa facile per rifiutare l’ennesima festa a tema: il concerto di Ty Segall all’Init. Non me ne frega niente, è tutto in funzione di questo.

Tuttavia ero fortemente combattuto per una coincidenza. No, non Halloween, i Kasabian. Il principale amore alternative rock adolescenziale suona la stessa sera: meglio loro o la (relativamente) nuova scoperta? Per me che sotto sotto sono un romantico, forse la prima scelta sarebbe stata più congeniale, però alla fine ho ripiegato su Ty, convinto da un album, Manipulator (2014 – Drag City) che mi ha realmente stregato. Certo, ammetto che andare all’Init ascoltando il concerto di Pizzorno & Co un po’ rischiava di farmela prendere a male. Ma mi è subito passata non appena sono entrato.

Purtroppo mi sono perso l’apertura, i JC Satan, ma gli amici in loco mi riferiscono di un notevole show da parte loro. Faccio appena in tempo a guadagnare una posizione tattica che già lo spettacolo inizia. Per la verità in maniera insolita. Un tipo vestito a mo’ di sceriffo west, con tanto di cappellaccio di cowboy, si presenta con aria decisamente cazzeggiona al pubblico definendosi il manager della band e presentandosi come Jimmy Longhorn, o qualcosa di molto simile. Dice cavolate per cinque minuti prima di lasciare spazio a Ty Segall e band.

E là cambia tutto, nonostante l’abbigliamento del frontman sia abbastanza antiestetico.

Partenza esplosiva. Si parte con la title track dell’ultimo album: grezzume, distorsioni, gente che già non ci capisce più niente e assoli a piovere da ipnosi. Sing sing, louder, louder canta in The Singer, e la gente lo asseconda, Ty si asseconda e si lascia andare sempre di più accompagnato in tutta la sua quintessenza garage dalla sua band in schitarrate fuori controllo.

Il pubblico è posseduto, qua e là si vedono spuntare piedi e gambe sopra le teste, gente presa e sollevata di peso buttata verso il palco nei peggiori (e dolorosi) stage diving di questo Halloween 2014. Sto andando anche io fuori brocca. La gente cade, Ty canta, urla, assoleggia tutto Manipulator un pezzo dopo l’altro, la gente canta The Faker come se fosse aspettata da anni in una sala sempre più piena tra il fomento e le luci intermittenti. Sul palco solo distorsioni: fuzz, fuzz, fuzz. Non ci sto capendo più niente. Provo a prendere appunti per questo report che state leggendo, ma presto rinuncio e annoto tutto a mente mentre sorseggio la mia birra; salto, rido, canto anche io. Non mi sono ubriacato questa volta, lo giuro.

Toh, il pubblico si è calmato…per un attimo, è la quiete prima della tempesta. Ora è Ty in persona a fare stage diving durante l’ennesimo assolo orgasmico. E si risvegliano tutti. Mi ritrovo sotto palco, anzi, salgo su una cassa barcollante e mi ritrovo seduto a sul bordo e mi godo la scena da là: la band a un metro, il pubblico indiavolato sotto. Così dannatamente rock‘n roll, così perfetto, così bomba. La rivincita della sporcizia garage, dei capelli lunghissimi e della formazione “due chitarre basso e batteria”, con un synthino messo là quasi più per bellezza che per utilità, come a dire “potremmo usarlo, ma non ci serve”.

Quel poco di serietà svanisce nel bis: per omaggiare Halloween la band si è esibita con maschere di animali in quattro pezzi dei Black Flag cantati dal Longhorn di cui vi parlavo poc’anzi travestito da Batman, è la degna chiusura di un concertone. Neanche un volo mal riuscito tra il pubblico di Batman ha potuto fermare una serata pazzesca.

Cazzo, ho fatto la scelta giusta, ‘sticazzi dei Kasabian questa volta.

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