LIVE+PHOTO REPORT: STORM{O} + NERO DI MARTE @ LO-FI [MI] – 06/03/15

Live report di Francesca

Una bomba di concerto la cui ambientazione non poteva essere che il Lo-Fi, edificio immerso nella periferia milanese, a lato della ferrovia, alla fine di una strada buia da cui si vedono solo case abbandonate e vecchi stabili industriali dismessi. La combo Storm{o} più Nero di Marte è letale: entri in un tunnel di vibrazioni potenti, destabilizzanti, pressanti. Scariche sonore gravi che ti trascinano molto in basso, nei meandri del tuo essere, ti danno fastidio, ti scatenano qualcosa. E quel fastidio è forse il sintomo che quella musica sta toccando dei nervi scoperti che tentavi di non toccare.

Vedere un live degli Storm{o} è come assistere a massacro: mitragliate di basso, batteria e chitarra che ti colpiscono a raffica tra momenti di tregua, per poi tornare ai colpi di hardcore urlato e straziante. D’istanti è il pezzo che più scuote anima e timpani, scatenando un grido dal pubblico: “siete accordati in Satana?”.

Foto di Maria Elisa Milo

Quando i Nero di Marte salgono sul palco, il pubblico raddoppia e l’atmosfera cambia del tutto: non più il furore, l’impeto, le urla degli Storm{o} che saltavano e si dimenavano come forsennati, ma una calma compressa che strato su strato si fa uragano. Se prima Luca, mentre gridava e saltava, si spogliava della maglietta per mostrare un tatuaggio sul costato raffigurante un uccello dalle ali spiegate, ora c’è Sean che canta quasi trascinando le parole, restando immobile, piantato sul pavimento. Come un temporale, la loro musica è come tappeto di nubi grigie che si avvicina comprendo tutto con suoni sempre più cupi, fluidi, mutevoli, fino ad esplodere in una furia che ti si schianta addosso senza pietà. Uno schiaffo sonoro che fa male, ma che vuoi ascoltare fino alla fine. Il diluvio e L’eclisse restano forse i pezzi più d’impatto, ma tutti i brani dell’ultimo disco Derivae sono come tanti macigni che ti rotolano contro.

Il diluvio chiude il concerto, lasciandomi un verso ancorato nel cervello, a girare nella mente in un loop infinito: “lascia che crolli ciò che hai creato”.

Foto di Maria Elisa Milo

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