LIVE REPORT: PRIMO MAGGIO TARANTO, LA CARICA DEI 200MILA

La  musica di qualità cede il posto alla riflessione 

di Amy Jones

Aumentano i seguaci per la terza edizione del primo maggio tarantino. In circa 200mila hanno affollato le mura del Parco Archeologico per festeggiare il “senso del primo maggio”, quello, dove, la qualità musicale si interseca con la reale, cruda, riflessione sui diritti civili. Ne hanno parlato i “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, anima dell’evento, i “No Muos”, gli “Antiracket di Brindisi”, il sindaco antimafia di Messina, Accorinti, che per essere a Taranto, ha rifiutato l’invito all’Expo di Milano, oltre a varie associazioni e movimenti provenienti da ogni parte d’Italia.

Un festival più indie, quest’anno, che ha richiamato un pubblico più giovanile rispetto allo scorso anno. Tra gli altri, i Subsonica, i Marlene Kuntz, , gli Officina Zoè, Mannarino, John De Leo, Diodato. Ed inoltre, Bud Spencer Blue Explosion, Bestierare con Muro del canto, Iosonouncane, Velvet, Francesco Baccini, Roy Paci & Aretuska Allstars, Lnripley, Francesco Forni e Ilaria Graziano, Davide Berardi e Fidoguido.

Caparezza, star indiscussa del primo maggio , giocava in casa, alla sua seconda volta su questo palco, reduce dal tour di “Museica”. Ha citato il suo discorso politico indossando i panni di un bolscevico, ovvero tutto e il contrario di tutto, esibendosi, tra le altre, in “Abiura di me” , “Non me lo posso permettere” e “Vieni a ballare in Puglia”. “Non ho mai visto da quando faccio questo mestiere, un oceano di gente del genere in Puglia. Stiamo crescendo a vista d’occhio”.

Riconversione mentale? Questo sarebbe l’obiettivo, in attesa di una riconversione degli impianti inquinanti, in un primo maggio in cui, ad onor del vero, la musica, nonostante sia stata la ragione trainante dei quasi 200mila, ha fatto da tramite per un’opera di sensibilizzazione, in una città ancora disunita, e troppo debole davanti alla politica che, un Comitato di cittadini sta provando a rivitalizzare.

I Subsonica, tra i più acclamati, hanno fatto ballare, come sanno fare, con un Boosta quasi sempre di spalle. Hanno interpretato due cover : “Up patriots to arms” e “Io sto bene” dei Cccp. Nel frattempo, “Aurora sogna” dall’ultimo lavoro e i classici “Liberi tutti” (“Sono cambiamenti quelli che spaventano”), e “Di domenica”. La band è apparsa tra le più interessate alla realtà tarantina, andando a visitare i laboratori giovanili creati in “Officine tarantine”, la sala prove ed incuriositi a conoscere la cultura dal basso che sta prendendo sempre più piede in quel di Taranto.

I Marlene Kuntz, richiamati da Riondino, deus ex machina dell’evento, nonché loro fan, hanno affermato: “E’una città tormentata, incazzata, siamo davvero sorpresi dalla potenza di questo festival”.

Mannarino è risultato tra i più cantati dal pubblico. Il pubblico conosceva alla perfezione “Scendi giù”, vincitrice del Premio Amnesty International 2015, “Me so’mbriacato” e “Serenata lacrimosa”.

Ottimo successo di pubblico anche per Brunori Sas. Il suo ultimo cd , non è stato molto apprezzato dai critici, ma dal vivo, reduce da un tour teatrale, Brunori, in pieno “stile primo maggio”, si è lasciato trascinare in ballate, eseguendo tra le altre “Rosa”, “Mambo reazionario”e “Guardia 82”. Lui , imprenditore mancato, quando gli hanno chiesto: “Si sente il nuovo Rino Gaetano?”, ha risposto: “Speriamo non si offenda”, ma il talento è incontenibile. Poche le spigolature pop, tra le più apprezzabili quella di Baccini, che oltre ai suoi classici, si è esibito in una ballata inedita dedicata a Pino Daniele.

Una domanda spesso ricorrente nel backstage è stata quella riguardante le differenze col primo maggio romano. Molti dei protagonisti, infatti , sono reduci da passate edizioni a piazza San Giovanni e probabilmente ci ritorneranno, dissipando alcuni dubbi sulla coerenza. Concorde il coro: “L’atmosfera, qui, è molto più viva, entusiasta. Si respira un’energia molto positiva”. D’altronde, inutile negarlo, l’organizzazione, rispetto al concertone, non è confrontabile. I mezzi sono altri, i fondi sono stati recuperati dalla vendita di vino e magliette dai “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti, da Musicraiser e non ci sono, volutamente, sponsor importanti.

L’aria è ancora truce su Taranto, la situazione dell’Ilva è di poco cambiata, la sensibilizzazione aumenta, e i riflettori dei media sono ormai più in ombra. Snobbati dalla Rai, tesa a difendere il primo maggio dei sindacati, poche le tv nazionali che si sono affacciate. Forse, alla fine, un bene, più che un male. Come ha ricordato il cantante dei Velvet, Pierluigi Ferrandini, che ha dedicato a Taranto “Funzioni primarie”: “Quando arriveranno le tv nazionali, tutti saranno attratti dal primo maggio tarantino, ma gli organizzatori sapranno di sicuro gestire la situazione”.

Tra i giovani più interessanti, Iosonouncane (“Non mi sento un musicista impegnato, credo che la vera politica sia fare bella musica, quello è un vero lavoro politico, quindi culturale” ), Diodato, tarantino doc alla sua terza edizione, che ha dedicato alla sua città “Babilonia”, che hanno ricevuto buoni consensi, anche se il cuore più giovane dei tarantini, ha battuto per il rapper locale, Fido Guido, quello che conosce meglio la loro anima: ”Se vede da luntane nu fume scura, tante scure ca non s’vede chiù a lune”. Forse però, uno spiraglio di luce.

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