RECENSIONE: Tobia d’Onofrio – Rave new world, l’ultima controcultura

Recensione di Claudio Delicato

Il principale timore che nutro nei confronti di Rave new world, l’ultima controcultura, è che resti confinato a un pubblico di appassionati, per i quali questo libro di Tobia d’Onofrio non rappresenterà altro che una serie di ricordi e approfondimenti su un movimento di cui conoscono già quasi tutto, avendolo vissuto dall’interno. Una tendenza che ho notato in recensioni come questa e nella (pur interessante) prefazione di Valerio Mattioli.

Sarebbe una bellissima occasione perduta, perché Rave new world, a mio parere, esprime il suo massimo potenziale proprio se indirizzato a chi – come il sottoscritto – a un rave non ci è mai stato, e perfino a chi ha quella conoscenza grossolana e approssimativa del fenomeno suggerita dai mezzi d’informazione dell’epoca, che facevano di tutta l’erba un fascio accomunando club parties e rave illegali nell’unico, approssimativo calderone di “droga + stragi del sabato sera”.

Il punto di forza di questo esaustivo trattato è proprio quello di offrire una prospettiva diversa del movimento rave, ovvero quella di una persona che ne è stato partecipante attivo e ne conosce a menadito quelle implicazioni politiche e sociali che non saranno mai trattate in alcun libro di storia. Tobia d’Onofrio illustra i propositi di sovversione dell’ordine costituito e la matrice anticapitalista dei raver, le radici culturali del fenomeno (che affondano nel rito tribale di festa come modo per esorcizzare la routine quotidiana), il terreno musicale in cui si definisce – e di cui Tobia ha una conoscenza ai limiti dell’autismo – e ovviamente il ruolo della droga, che qui non è il cardine fondamentale del movimento ma ne rappresenta comunque un elemento importante, trattato con un’audacia e una libertà di pensiero a cui forse non siamo più abituati.

Rave new world, l’ultima controcultura è un saggio corale, con interviste ad alcuni dei più importanti rappresentanti del movimento rave (come la Mutoid Waste Company e la Spiral Tribe) e il giusto dosaggio di esperienza personale: l’autore entra in prima persona nella narrazione con gusto, solo quando il suo apporto è fondamentale e arricchisce il filo logico del discorso. Non ultimo, va sottolineato il ruolo delle gallerie fotografiche, che contribuiscono a spiegare il fenomeno come rito di festa collettiva che mette lo spettatore al centro di tutto, come spiega Tobia stesso:

La musica che esce fuori dal nulla, il dj non esiste, invisibile dietro un totem: il muro di casse acustiche. La musica penetra sottopelle e muove le viscere. Nessun palco, nessun performer, tranne il pubblico stesso che incrocia sguardi e passi di danza galleggiando su un’invisibile Jacuzzi in sincronia con la pulsazione dell’universo. La gente stessa è la festa. Il raver è l’unico protagonista. Non c’è alcun fine, nessuno scopo. Soltanto totale libertà d’espressione in condivisione. Uno spazio liberato. Una Zona temporaneamente autonoma.

Qualcuno potrebbe pensare che se non si è preso parte al movimento rave sarà impossibile capire le parole di Tobia in questo libro edito da Agenzia X. Io, al contrario, sono convinto che proprio chi non sa nulla di quanto sia stato importante questo fenomeno dovrebbe assolutamente leggere Rave new world e consigliarlo a chi è disposto ad aprire la propria mente per superare i preconcetti imposti dai media.

RAVE NEW WORLD, L’ULTIMA CONTROCULTURA SUL WEB

Claudio Delicato è anche su ciclofrenia.it™ (Facebook/Twitter)

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