RECENSIONE DI MILES COOPER SEATON – PHASES IN EXILE – TROVAROBATO, VAGGIMAL – 2016

di Giovanni Graziano Manca

Dalla Akron family ai dischi solisti, la musica di Miles Cooper Seaton segue con costanza la sperimentazione e la ricerca di nuovi canoni musicali. Il nuovo disco del musicista californiano, Phases in exile il titolo, uscito nello scorso mese di Aprile e registrato, pensate un po’, nel nostro paese, è la dimostrazione lampante di quanto si va sostenendo. Minimale nei suoni e denso di atmosfere oniriche, frutto di riflessioni e di sguardi profondi all’interno del proprio essere, lo si intuisce fin dal primo ascolto quanto il nuovo progetto musicale di Seaton sia stato concepito, composto e definito nei dettagli con spirito da vero pioniere. “Subito prima di registrarlo,” sostiene il cantante losangelino, “avevo guidato dalla Carolina del Nord a LA, fermandomi in Arizona, nel New Mexico e nel West Texas. Poi mi sono girato, ho guidato indietro verso casa e ne ho fatto le orchestrazioni” (da RollingStone Italia ). Stregato dai paesaggi desertici delle zone visitate, Seaton si è fatto prendere dalla forza ispiratrice della natura selvaggia che certo l’uomo non può in alcun modo sovrastare. Un modo come un altro, questo, per farsi avvolgere dall’imponderabile e riflettere sul significato della presenza umana nell’universo. Le musiche peraltro, è ciò che rivela lo stesso Seaton, sono strumentali all’intendimento “di ricreare un’atmosfera sonora profonda e spaziosa che fosse funzionale alla narrazione che doveva svolgersi al suo interno” (narrazione che, appunto, sono ancora parole del californiano, è da mettere in relazione con la “tradizione poetica dell’interpretazione dell’esperienza universale attraverso l’espressione delle proprie esperienze personali” (si legga l’interessante intervista a Miles Cooper Seaton apparsa su Rumore il 4 di Maggio u.s).
Nel DNA di questo musicista/cantante sembra esserci la predilezione per certa musica d’autore americana, per la musica elettronica, il minimalismo e il rock, e i solchi del CD che vi proponiamo trasudano delle più varie reminiscenze musicali (Glass, Moby alcuni dei songwriters americani apparsi sulla scena più recentemente, e cosi via). Tuttavia la caratteristica forse più apprezzabile di questo lavoro consiste nell’aver esperito un ulteriore (riuscito, per quanto mi riguarda) tentativo di andare oltre i confini che quasi sempre separano le diverse tendenze musicali che questo autore sembra “frequentare”.


RECENSIONE DI MILES COOPER SEATON – PHASES IN EXILE
(Trovarobato, Vaggimal – 2016)

  1. Out Here
  2. Pacts with Beasts
  3. I Am That
  4. It Just Does
  5. Little Prince
  6. Persona (The Killer
  7. Division
  8. Nothing Lasts
  9. Death and the Compass
  10. Homes by the Sea

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