RECENSIONE DI THE REGAL – THE SHADE OF THE HUMAN JOB – A BUZZ SUPREME AUDIOGLOBE – IN USCITA IL 23 SETTEMBRE 2016

di Giovanni Graziano Manca

Voto 7/10

Una band che batte sul ferro ormai freddo (quei tempi, infatti, sono passati da tanto e non torneranno mai più) di una tendenza musicale che ha segnato una delle stagioni più fortunate della musica americana di tutti i tempi, quella del folk rock di inizio anni Settanta. Una manciata di canzoni che sono riuscite a suscitare in me i più struggenti ricordi e le più lancinanti fitte di nostalgia. Sto parlando del gruppo toscano dei The Regal e del loro secondo album (in uscita nel mese di Settembre) intitolato The shade of the human job. Un periodo di grande creatività per la musica americana, quell’inizio di decennio Seventies, fervido anche sotto il punto di vista degli ideali giovanilistici, delle proteste e delle tragiche lotte studentesche che vi si conducevano contro la guerra nel Vietnam e per la conquista di un mondo migliore, ispirate e incoraggiate in una certa misura anche da chi suonava la musica rock (chi ha visto Fragole e sangue – film del 1970 diretto da Stuart Hagmann – e ne ha ascoltato la colonna sonora, sa esattamente a cosa mi riferisco). Incredibilmente, il riconoscibilissimo sound dei gruppi che in quella stagione indimenticabile facevano risuonare dovunque le loro note (tra essi gli America, i Flying Burrito Brothers, CSNY – considerati questi ultimi anche come musicisti singoli – ed altri) può essere riascoltato in questo bel disco del gruppo fiorentino composto da Andrea Badalamenti (autore dei dieci brani del CD) Manuel Pio e Alessio Consoli, che si presenta appunto come un gradevolissimo concentrato di quelle sonorità. Esercizio inutile cercare in dischi come questo scampoli di originalità: tutti i brani di The shade of the human job, invece, si fanno apprezzare per la loro impeccabile esecuzione e per la forza evocativa davvero fuori dal comune che da essi promana.
Tra i brani spiccano le due splendide e corpose ballate Bomb of peace e The House on the tree, autentici gioielli “west coast” come Modern warrior e When you could understand, canzoni come The unloved, Too much booze for you e Kimera, decisamente più affini al rock che si può ascoltare nei primi dischi di Neil Young.


RECENSIONE DI THE REGAL – THE SHADE OF THE HUMAN JOB
(A BUZZ SUPREME – 2016)

  1. Bomb of piece
  2. Kimera
  3. The Machine
  4. Lookin’ back with two wheels
  5. Modern warrior
  6. The Unloved
  7. Too much booze ( For You )
  8. When you Could understand
  9. The Green cross
  10. The house on the tree

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