LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: SARA PIOLANTI

di Gianluca Clerici

Dietro le scene di ruggine e di cemento, tra le colonne portanti di quest’area metropolitana, nasce il sound ruvido e vischioso di Sara Piolanti. Il suo disco…perchè questa volta, per la prima volta, eccola firmare un progetto tutto personale, unica protagonista (o quasi) in merito non solo alla scrittura ma anche alle esecuzioni strumentali. L’ho ascoltato tanto questo “Farfalle e falene” e non immaginavo quanto fosse ricco e pulsante il cuore energico di questa nuova scena indie che oggi più di prima attinge dal rock antico e dalle sue sfaccettature sociali il vero costume e la vera filosofia. Chiediamo alla Piolanti un suo punto di vista alle consuete domande di Just Kids Society:

Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Il confine sta nel fatto che culturalmente in Italia il “mestiere” del musicista,soprattutto del cantautore,quasi non esiste e comunque è identificato solo coi grandi numeri. Al di là di questi numeri mancano quasi totalmente gli investimenti e senza soldi purtroppo e’ difficile creare,diffondere,promuovere la propria musica e dare alla propria carriera musicale una certa continuità. Ed è proprio la continuità che fa di una attività un lavoro,al di là di quelli che possono essere i veri e propri introiti che ne derivano.

Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Credo che la causa di questa decadenza sia una miscela di fattori. In generale penso che la cultura richieda tempo,passione,disciplina,tutte cose che la maggior parte della gente sembra non possedere più e soprattutto sembra aver ha smesso di pretendere da chi tradizionalmente dovrebbe essere dispensatore di questa cultura,cioè i media. L’impegno,la costanza sono sempre più sostituiti dal pressapochismo e dall’idea che basti una bella faccia e un po’ fortuna per raggiungere risultati e arrivare dove prima era necessaria una grande dedizione. C’è una complicità in questo degrado,i media premiano,quasi impongono,la mediocrità e non i grandi slanci creativi (un popolo capace di esprimersi a un certo livello può essere pericoloso,perchè libero) ma il grande pubblico ha l’enorme colpa di non pretendere nient’altro che questo.

Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
Oltre alla risposta precedente che mi pare abbia una certa attinenza anche a questo caso ,posso aggiungere che credo ci sia un rapporto di interdipendenza tra informazione e pubblico,una esiste perche esiste l’altro e viceversa.Oggi con internet abbiamo grande facilità nel reperire e diffondere informazioni,spesso informato e informatore posso essere intercambiabili e questa è una grande risorsa che andrebbe sfruttata,con coscienza e grande onestà intellettuale.

La musica di Sara Piolanti è una pedina di un mosaico rock italiano che ormai vive quasi nelle scene undergroud. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Fare musica per me è una necessità,il modo migliore e più sincero per me di esprimermi,una passione che non ho scelto ma che mi ha scelto e che per vivere trova spazio sufficiente anche al di là del mercato. Io mi sento una sorta di veicolo e finchè la musica vorrà farsi portare in giro anche da me non le negherò mai il passaggio.

In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Per quello che mi riguarda e dato il momento che vive la scena indipendente,la mia più grande difficoltà è la scarsa capacità di occuparmi di aspetti che vanno al di là del puro campo artistico,al di là dello scrivere e suonare canzoni,come per esempio la promozione del mio lavoro. Sono una pessima manager di me stessa mentre ora più che mai sarebbe necessario esserlo.

E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Devo dire che sì,ho la sensazione che se in questo senso fossi più attiva e spregiudicata raccoglierei qualcosa in più.

Finito il concerto di Sara Piolanti: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Io amo molto anche la musica afroamericana,ho cominciato cantando il blues e il soul ma ultimamente ho meno occasioni di esprimermi puramente in questi termini. Chiudere con una bella selezione di questo tipo potrebbe aggiungere qualcosa di me.

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