RECENSIONE: AGRADO – Gulash (Boxtune/Believe Digital, 2017)

di Gianluca Clerici

E come spesso accade noi di Just Kids Magazine arriviamo prima di molti. Si parla di musica e ci piace stare sempre sul pezzo anche quando dietro la porta c’è bella musica come in questo caso che sul mercato scende il nuovo disco degli AGRADO. Esce proprio oggi infatti “Gulash”, un concentrato di bel pop rock all’italiana maniera, attualissimi e con quel guizzo di futurismo che mai guasta. Difficile far finta di niente, difficile non notare il gusto maturo delle melodie, accattivanti e seducenti anche da questa voce portante che spesso è raddoppiata, quasi corale…quasi robotica in alcune piccole sfumature. L’apertura è affidata a “Aspettando J” dedicata alle reincarnazione di Jim Morrison: il benvenuto ci viene dato con un riff elettronico e sapete una cosa? Per un breve istante di tempo ho avuto l’impressione di sentire un bel disco di Francesco Zappalà. Ok sono pazzo, non c’entra niente, ma per un istante solo la mente è tornata a quei giorni li. L’elettronica e queste chitarre molto inglesi alla Franz Ferdinand e quel mood rock verace nelle vene e nella scrittura ricca di personalità che inevitabilmente mi riconduce ai Negrita. E questo primo brano poi ha una strofa che non la manda a dire in questo senso…
A seguire c’è “Autostop nonsense” che sembra un bel giochino di plastica, robotico anche lui in alcuni momenti, dalla scrittura per niente banale con la melodia che spesso va a cercare organze in settima o fuori pista di stile. La successiva “Bon Ton” la conoscevamo, il singolo uscito lo scorso maggio…e qui ragazzi penso che il disco raggiunga uno dei suoi vertici con queste melodie decisamente inglesi (manco a dirlo) che un poco mi riportano (e non datemi del visionario) per un poco ai rossi Simply Red e per un altro poco ai glitterati Duran Duran. E non proseguo oltre per non svelare un disco che vi consiglio davvero…basti pensare che con le successive “Dietro a uno specchio” o “Una domenica su Marte” non è solo la melodia a vincere…perché il nuovo lavoro degli Agrado, tutto, gioca belle carte anche sul piano dei testi – quando invece si pensa in automatico che al pop si debba richiedere solo bella melodia da fischiettare. Invece i nostri hanno dato alla luce un disco che ha tanto da dire e altrettanto da suonare. L’unica perplessità è sul finire in cui trovo un brano come “Tutto ciò che non conosco” una trasgressione al tutto che ho compreso poco…chissà come possa esser venuto fuori una simile variazione sul tema…ma non svelo altro!!!
Ed è forse la chiusura del disco affidata a “Generation of phenomena” che allenta appena il tiro e il disco ha un momento di flesso…ma parliamo sempre di un bel lavoro che ormai ci aveva abituati troppo bene. Che poi in quest’ultimo brano, forse, gli Agrado sfoggiano un drumming decisamente più americano…occhio però che potrebbe essere solo un’impressione. “Gulash” non vuole etichette facile…anzi forse proprio non ne vuole. Play Loud…

Agrado – Gulash
(Boxtune/Believe Digital, 2017)
1. Aspettando J
2. Autostop nonsense
3. Bon Ton
4. Dietro a uno specchio
5. Una domenica su Marte
6. Viaggiatore immobile
7. Semplice Mente
8. Violenza blues
9. Tutto cio’ che non conosco
10. Play
11. Generation of phenomena

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