RECENSIONE: Mathias Götz – Lovebrain and Diskotäschchen (Gutfeeling Records, 2017)

Recensione di Nicola Buonsanti

L’ultimo progetto del trombonista Mathias Gotz porta il nome di Lovebrain and Diskotachechen.

Il nome dell’album invece è in tedesco ed è lungo 3 righe. Non lo riporto anche perché non ho provato nemmeno a leggerlo. Ma la banda messa in piedi da Gotz merita sicuramente più attenzione.
L’esnamble è composta da Evi Keglamaier (viola), Maria Hafnel (ciolino), Andreas Haricht (viola), Micha Acher (sax), Andi Haberl ( percussioni), tutti musicisti di spessore che militano in organici importanti e dei quali suggerisco un accurata ricerca e ascolto. Il disco è uscito per Gutfelling Record ed è composto da 10 brani solo strumentali.
A livello di genere per capire di cosa si tratta, le composizioni spaziano dal Jazz alla World music con richiami alla musica sacra o folkloristica europea, insomma una combinazione estrema e mai forzata di impulsi che il sestetto esegue in maniera ipnotica. A livello emotivo invece l’associazione archi/ottoni non può che trasmettere un retrogusto malinconico, ma la tromba di Gotz rende tutto ironico, buffonesco e a tratti funebre. Se quest’album fosse un film sarebbe sicuramente una commedia a colori che diventa in bianco e nero quando passa la banda.
L’album è consigliatissimo soprattutto per respirare aria nuova.
Dragon Dreamin, Es nebelt sher sono le mie tracce preferite

Mathias Götz - Lovebrain and DiskotäschchenMathias Götz – Lovebrain and Diskotäschchen
(Gutfeeling Records, 2017)

1. Der Opa hüt die Schaf
2. 10. Dezember 2006
3. Lunar Oder Solar?
4. Mutabor
5. Es nebelt sehr
6. 20. November 2006
7. Ein Blick ins Spinnennetz
8. 15. Nov 2006
9. Sara Glück
10. Dragon Dreamin

 

 

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