RECENSIONE: Bamboo – Props (Bomba Dischi / Universal, 2017)

Recensione di Gustavo Tagliaferri

Tutto e niente. Assentire, negare, eppur gioire nel risultare fuori contesto. Animare l’inanimato lontano dai soliti strumenti di base, dinamiche del resto divenute fondamentali in Germania per dei giganti come gli Einsturzende Neubauten e risultate più che un semplice gioco per Capone ed i suoi BungtBangt in una fervidissima Napoli. Sì, sono contesti differenti, eppure risultano tutt’altro che sconnessi dal postulato: si può uscire dai soliti canoni ed è un principio che anche a Roma i cinque ragazzi che compongono i Bamboo, precedentemente prodigatisi in una mistura di suoni ed immagini quale il DVD “What’s In The Cube?”, lo hanno capito, stavolta in un ambito maggiormente casereccio. Vi sono gli utensili da cucina come le chitarre giocattolo, le catene come i cartelli stradali, i phon come i tubi di plastica, ed ecco l’equilibrio, il compimento della “Supertechno” allora bramata, un compimento tale da non risultare statico, prediligendo ulteriori vitali tappe evolutive. Un lavoro come “Props” capita assai a fagiolo e pur durando nemmeno mezz’ora brilla di una versatilità inusuale, ove la componente elettronica assume un ulteriore significato, senza che venga adoperata esclusivamente attraverso la tecnologia, e ne è un lapalissiano esempio Unquiet, che nella sua prima metà, prima di esplodere in un terzinato ai confini tra il ludico e l’interstellare, evidenzia un chiaro citazionismo ai Kraftwerk di “Computer World”, nella fattispecie la parentesi algebrica di Numbers, una devozione che, tuttavia, non esiterà a farsi nuovamente viva in maniera sporadica. Uno zenith al cui cospetto non sfigura il resto del lotto: ludica è a sua volta, pregna di cotante devozioni, la reinterpretazione al centro di Tetris Theme, strumenti non-strumenti che si cercano, si incastrano e scompaiono per poi ricomparire tenendo fede al concetto di un videogioco simile, in un tira e molla di quiete e tempesta, un corto circuito che evidentemente doveva accadere, nel loro caso, ludica è quell’incessante catena di montaggio fatta di rumori di trapani e clacson che divorano germi glitches in un mood techno quale quello di Remote Control e di conseguenza viene spontaneo il passaggio ad una dimensione da dancefloor, dall’electro più spinta, quasi occhieggiante a certi espedienti adoperati dal Benny Benassi post-“Satisfaction” e da tutti coloro che ne hanno fatto insegnamento, di Baby Hulk allo sferragliato downbeat di Amber, che sembra celare sopite melodie di stampo pop-rock tutt’altro che inaspettate in un contesto come quello dell’EDM odierna, mentre risuona un tintinnio di campane dal retrogusto natalizio, dalla cupezza tipica di certa house, introdotta da un robotico spelling, udibile nel remix della passata To Be all’incombere, tra pulsazioni e pulsantiere, del dubstep quasi minimale di una serrata, già dal titolo, Gunstep. La dimensione live già lasciava intuire tempo addietro molto di buono, ma quella dei Bamboo è una promessa mantenuta dall’inizio alla fine e rende “Props” un altro dei lavori di cui lo stivale aveva bisogno per uscire dal vortice dell’autoreferenzialità. Specialmente a proposito di musica elettronica.

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(2017, Bomba Dischi / Universal)

1. Baby Hulk
2. Unquiet
3. Amber
4. Tetris Theme
5. Remote Control
6. To Be Rmx
7. Gunstep

 

 

 

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