RECENSIONE: Differènce – Effecinque (Autoprodotto, 2017)

Recensione di Gustavo Tagliaferri

Sono sempre stati dei ragazzi dalle evidenti peculiarità i Differènce, mai eccessivamente sopra le righe e mossi sin dai primordi dal desiderio di dare gradualmente vita ad un suono dall’impatto immediato e diretto e proprio per questo non meno degno di nota di altri esponenti di quella fetta di attuale corrente romana maggiormente tirata, un rock senza fronzoli, eppure fatto di tante sfaccettature, soprattutto di natura 90’s, ma non per questo tale da esprimere automaticamente qualcosa di già sentito.

Specialmente se quel rock, nel caso del disco in esame, una volta suonato finisce per rompere con il passato, strenuamente collegato ad una storia d’amore goduta e poi dissoltasi. Finire e poi ricominciare. F5. Anzi, Effecinque, come da titolo, un biglietto da visita non casuale per lasciar intendere il terzo album del duo composto da Maurizio Lollobrigida ed Enrico Strina, un tasto del computer come fulcro portante della necessità di sfogarsi ed andare avanti, là dove l’approccio inteso, necessitante solo l’uso chitarra e batteria, è di natura prettamente indie, ma non per questo esula dall’inglobare ulteriori ramificazioni ben sviluppate: i Pixies hanno una rilevanza da non poco conto ed il cantato di Black Francis si lascia sentire non poco nella linea vocale di Lollobrigida a giudicare dalla titletrack, a sua volta un miscuglio di noise con influssi che vanno dal math allo screamo, ma è un insegnamento che viene portato a compimento in particolar modo nei germi che una volta disseminati si annidano passando dal punk granitico di Come ti diverti tu, a suo modo cerebrale nella sua composizione, frammentata come è da situazioni più tranquille, alla riproposizione del noise di cui sopra nel corso di Potevamo fare anche peggio, così come a sua volta non è fatto solo di Pixies l’universo dei Differènce, ma predilige anche echi emo di memoria Fugazi che si rafforzano man mano negli arpeggi di Formatore, il movimento grunge legato ad una Seattle che rivive in più circostanze, soprattutto nei Nirvana i cui sapori sono riconoscibili nel corso della confessione di Le stanze e di Lenzuola, sulla quale si staglia un fuzz ipnotico e gradualmente serrato; questioni che possono prendere anche una piega melodica e cadenzata quando si tratta di avere a che fare con Non aprire quella bocca, tutt’altro che sopita nel suo svolgimento, nervosa e distorta quanto basta, e con la tendenza all’anti-folk (!!!) di Se tu non lo sapessi, ma forse a destare un interesse ancor maggiore sono le istantanee più intricate del mucchio, come Esiziale, imbevuta di quelle ritmiche math di cui sopra marcate a modo da un egregissimo Strina, predominata da riff heavy, ma anche occhieggianti ai Primus, come appurato dallo svolgimento della seconda parte, e recante un contrasto tra cantato e recitato felicemente cavalcato da un Lollobrigida che pare improvvisare il tutto con successo, e la jam di Resina XL, di base sospesa tra Led Zeppelin ed Alice In Chains ma immediatamente prossima a mutarsi in un etereo excursus di natura hard blues via via sempre più incessante, fino alla chiosa in inglese che altro non è che un crossover ridotto all’osso di natura Rage Against The Machine, tutt’altro che sgradito.

Molte sono le idee, sprecate non sono le intenzioni, anzi, pur senza eccellere i Differènce confermano la loro natura di power-duo assai ben voluto, di questi tempi, e nelle sue liriche lapidarie Effecinque è una scarica elettrica che non delude affatto le aspettative.

CopertinaDifferenceDifferènce – Effecinque
(Autoprodotto, 2017)

1. Effecinque
2. Come ti diverti tu
3. Lenzuola
4. Formatore
5. Esiziale
6. Non aprire quella bocca
7. Se tu non lo sapessi
8. Le stanze
9. Potevamo fare anche peggio
10. Resina XL

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