RECENSIONE: Ottone Pesante – Brassphemy Set In Stone (B.R.ASS / SoloMacello / Toomi Labs, 2016)

Recensione di Gustavo Tagliaferri

Con gli strumenti di cui si disponeva e si dispone tutt’ora la voglia di tentare un certo esperimento finalizzato al guadagno di nuova linfa vitale per il metal e le sue molteplici sfumature era talmente alta da non meritare un ulteriore rimando a data da definirsi. Pubblicare un E.P. omonimo un paio di anni fa pertanto si è rivelata tutt’altro che un’occasione sprecata: è evidente come gli Ottone Pesante possano. Possano costruire una modalità di approccio così apparentemente fuori contesto dall’essere in realtà la versione asciutta dello stesso, ove l’assenza degli strumenti a corde viene compensata dalla sostituzione con fiati altrettanto furenti e di immediato impatto, che ben si amalgamo all’immancabile sezione ritmica. Tromba, trombone e batteria: Paolo Raineri, Francesco Bucci e la nuova entrata Beppe Mondini, che prende il posto di Simone Cavina, accettano nuovamente la sfida e con “Brassphemy Set In Stone” sanno bene cosa significhi riprendere certi discorsi, anzi, nei dieci brani presenti amano dedicarsi a composizioni che a loro volta racchiudono più mondi. A tenere fede a cotanti intenti è già Brutal, apertura che dà ulteriore linfa vitale ad un genere che, più che brutal, sfiora il melodic death ed include persino richiami alla musica classica, Wagner in particolare, ma anche un po’ Stravinskij, e lo svolgimento del drumming di Mondini che segue una linea a sua volta sempre più occhieggiante al progressive quando si tratta di avere a che fare con Pig Iron, fino a che quel genere stesso non viene totalmente portato a compimento al suono di Melodic Death Mass, quasi beffarda nella sua dicotomia tra sferragliate a mitraglia da una parte e il ripetuto andamento di fiati, specialmente da parte di Raineri, figlio di un’indole bandistica un po’ più distaccata dal genere, la stessa che viene svelata al contempo in via definitiva grazie a Nights Blood, ma con una veste incattivita al punto giusto, mortifera a giudicare da un excursus fatto di melodie funeree, le stesse che in qualche modo incombono nel corso della lapidaria maestosità di Apocalips, quasi math-jazz-core in certi istanti. Di forte impatto sono anche Bone Crushing, che naviga tra le onde del thrash, tanto da raggiungere nella chiosa conclusiva vette sempre più elevate, se non Copper SulpHate, di base black misto grindcore tout court, senza per questo esimersi dal sentire la presenza di accenni di natura ambient-noise, tutt’altro che una chimera, anzi, tali da formarsi gradualmente attraverso le dilatazioni ed il relativo incedere ulteriormente matematico che vanno a formare Torture Machine Tool, le distorsioni alla base di Trombstone, marcia funebre per eccellenza del lotto che non lascia scampo alcuno tanto ai situati nell’aldilà quanto nell’aldiquà, così assassina nei suoi richiami post-rock, per quanto non dispongano dell’uso di chitarre, e dulcis in fundo la “Cavalcata Delle Valchirie” post-moderna intitolata Redsmith Veins, istantanea esperienza tendente all’industrial con un doppio pedale che ricopre il ruolo in origine delle drum machines, accompagnato da qualche sintetizzatore situato in chiusura. Originalità, varietà e molte soddisfazioni, senza che la staticità possa farsi sentire: gli Ottone Pesante ne hanno di idee da esprimere e di costruzioni sempre più intricate da portare in musica e “Brassphemy Set In Stone” è un lavoro ottimamente strutturato e molto godibile, tanto per i più avvezzi alle relative sonorità rimaneggiate quanto magari per i meno devoti ad esse. Che la loro “Brassphemy” possa essere assai duratura.

Ottone PesanteOttone Pesante – Brassphemy Set In Stone
(B.R.ASS / SoloMacello / Toomi Labs, 2016)

1. Brutal
2. Nights Blood
3. Bone Crushing
4. Torture Machine Tool
5. Trombstone
6. Copper SulpHate
7. Pig Iron
8. Melodic Death Mass
9. Redsmith Veins
10. Apocalips

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