RECENSIONE: Sex Pizzul – Pedate (Chic Paguro, 2016)

Recensione di Gustavo Tagliaferri

È un’affermazione assai retorica e scontata per quanto concerne la massa, è vero, ma va detta: il calcio, più che uno sport, è diventato uno stile di vita. La musica non serve provare a descriverla in due parole, specialmente quando i diretti interessati preferiscono inserirsi in un contesto tipicamente rock’n’roll. Il sesso? Idem come sopra, indispensabile per gli spiriti liberi. Ma è possibile che differenti modalità di approccio possano trovare un punto di incontro? Nel caso di Irene Bavecchi (Kill The Nice Guy), Francesco D’Elia e Simone Vassallo (King Of The Opera), la risposta è affermativa: le “Pedate” di cui dispongono i Sex Pizzul con il loro disco d’esordio, innanzitutto, destano curiosità già solo per il fatto che davvero possono essere identificate in un continuo desiderio di seguire le regole del gioco così da cambiare stilemi che se non sono stati adoperati altrove sicuramente sono risultati un po’ trascurati nel corso degli ultimi anni. Otto tracce che sono otto fasi una più godibile dell’altra, caratterizzate da un dinamismo di tutto rispetto nel corso di ognuna di esse e da evidenti citazionismi legati alle gesta dei diretti interessati, tra un titolo e l’altro: c’è grinta e fermezza nel dribblare, attraverso i synth di El Tanque, la no wave dei DNA ed il post-punk portandoli al contempo a sé tra cambi di tempo che vanno di pari passo con rallentamenti tipici di un nastro smagnetizzato a sua volta prossimo a guadagnare nuova energia ed incitazioni un po’ da cheerleader un po’ da riot grrrl, così come è leggibile una certa immediatezza nel descrivere un’istantanea e squillante telecronaca strumentale, quella della partita di Stadium, il ricordo della sigla di “Domenica Sprint” accompagnato da un tifo che, contestualizzandolo agli ultimi decenni, sembra richiamare tanto proto-punk e glam quanto lo scatenato j-pop dei Pizzicato Five, per non parlare della determinazione nel lanciare, come un tiro in rete portato a segno, un grido disperato come quello di Irina te amo, che riprende quella stessa no wave inserendola in una jam imbevuta di un groove à la Primus ed infestata da un’indole psichedelica che sa di Santa Muerte messicana, ma anche di gotico, ove a sua volta si staglia un mantra recitato da una Bavecchi mai troppo sopra le righe, in un continuo crescendo di distorsioni e riverberi, lo stesso che, sempre lasciandosi guidare dagli insegnamenti di Les Claypool, porta all’esperienza space-noise di Flying Scorpio, cronaca di un viaggio che non è né uno spoken word né una classica performance canora, quanto semmai un crossover dal tono beffardo, mentre maggiormente prossima alla marzialità risulta essere St. Pauli, alla luce sia della resa vocale di D’Elia che di un meltin’ pot di germi 70’s, prodigazioni che sanno della Bologna dei Confusional Quartet e graduali andamenti disco che ben si intonano al risultato finale, dai riff alla sezione ritmica di Vassallo. Più cervellotico è l’approccio, forse anche un po’ lo-fi, sul quale si basa l’esperimento proto-fusion 60’s che dà luogo alla dissennata Go Foxes!, provvista di improvvisa chiosa, come degli Who rivestiti in salsa 80’s con un’ossatura simil-dreamy, che costituisce un’ulteriore marcia in più, mentre le parentesi elettroniche sono affidate a The Fearless Vampires F.C., come se lo psychobilly si ritrovasse a fantasticare, più che con una batteria, con una cassa dritta ripetuta e ricolma di demoni teutonici e fantasmagorici affamati, e Soccer Brawl, che nel seguire una simile linea d’onda comprova l’esistenza di un arcade esteso fuori dal solo cabinato, tramutato in un electro-pop assai serrato e tirato, predominato da una robotizzazione più vicina ai Devo che ai Kraftwerk. Poco più di mezz’ora per un’esperienza fuori dai soliti schemi, qualsiasi sia la corrente a cui ci si sente affezionati: un’esperienza scevra da luoghi comuni, da accogliere con massima lode considerata l’inventiva che da sempre muove i tre ragazzi fiorentini, delle “Pedate” che faranno male, ma nel farlo fanno solo tanto bene e meritano di essere considerate quanto più possibile. Aria fresca più che necessaria nel panorama nostrano.

SP_cover_webSex Pizzul – Pedate
(Chic Paguro, 2016)

1. El Tanque
2. Go Foxes!
3. The Fearless Vampires F.C.
4. Irina te amo
5. Flying Scorpio
6. St. Pauli
7. Soccer Brawl
8. Stadium

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