LE PAROLE DEL LUNEDÌ: BACI D’ACQUA

“BACI D’ACQUA”

di Luigina Baschetti

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Come una biscia, lasciando un’estremità del corpo sulla terraferma, mentre l’altra già si muoveva a suo agio nell’acqua, mi immersi nella piscina scivolando piano dal bordo, cambiando gradualmente stato, da solido a liquido.

Avevo già provato quella sensazione, dopo la morte di mio padre. Il giorno dopo il funerale, il primo giorno di agosto, il caldo afoso e opprimente si aggiungeva al peso delle sofferenze provate, ai ricordi, alle angosce, al dolore, ma più di tutto al senso della perdita, al vuoto che – strano a dirsi – si riempiva vertiginosamente con l’incredibile volume dei pensieri che affollavano la mente.

Appena arrivata a casa di Tiziana, una villa immersa in un parco con una piscina discretamente riparata da alberi da frutto e salici, mi sentii libera.

Quando mi tuffai, l’acqua, con un colpo solo, deciso, indolore, salutare come un toccasana, spazzò via tutto il dolore. Cominciai a nuotare lentamente e ad ogni bracciata mi inoltravo in una dimensione che sentivo sempre più mia. L’acqua, avvolgente, amica, rassicurante, materna, mi sollevava dal baratro, mi restituiva alla luce, rimarginava tutte le ferite.

Come quella volta, di nuovo, a distanza di anni, riscoprivo quella dimensione trovando un sollievo insperato.

Senza la violenza del tuffo, cercando invece la carezza, l’abbraccio dell’acqua, entrando lentamente, proprio per riassaporare quella sensazione già provata, pregustandone tutta l’intensità.

Come in un rapporto d’amore quando conosci il tuo partner e gli vuoi bene e sai cosa aspettarti da lui, mi sono abbandonata completamente a quel tenero amante, mi sono lasciata ricoprire di piccoli baci e gli ho offerto il mio corpo senza riserve.

Accadde la stessa cosa nell’Hamam di Istanbul dove, superato l’imbarazzo della prima volta, cercando di interpretare un piacere sconosciuto affidato alle mani di un’estranea che mi insaponavano, mi massaggiavano, raggiungendo luoghi che non pensavo di concedere, ho assaporato la scoperta di un appagamento inusitato, balsamico, riparatore.

Più semplicemente e quotidianamente, il rapporto con l’acqua sotto la doccia, sferzante quello della mattina per cominciare la giornata, tenero come una coccola quello della sera per cancellare la fatica, costituisce per me una conferma: la certezza di un legame d’amore fisico ed emotivo con l’acqua.

Forse sono stata un pesce, prima. Forse sono fatta d’acqua e ho preso la forma di una donna.

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COME UN GUERRIERO ANTICO

Sbocciano sul suo viso come fiori di primavera,
i segni di un tempo incerto,
ingrato e generoso,
senza frontiere e pieno di tabù.

Certezze e dubbi si affollano per la via
scontrandosi tra loro,
segnali di vita che fanno paura
si alternano a momenti di assoluta magia.

Come un guerriero antico
va verso il futuro una giovane donna,
testa alta e tacchi bassi,
cuore duro e lacrime facili,
fiumi di parole
e immense solitudini.

Come un guerriero antico
percorre la sua strada senza voltarsi indietro,
travolge affetti, spalanca le porte del tempo,
lasciando dietro di sé
piccole e profondissime orme
che nessuno potrà mai cancellare.

(1995dedicata ad Ambra e a tutte le giovani donne con il cuore da guerriero)

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