Intervista di Gianluca Clerici
Ed ecco il nuovo singolo di Francesco Petacco alias Limbrunire che sa come restituire un bellissimo ricamo di stile electro-pop anni ’80 e ’90. Il nuovo bellissimo video diretto da Francesco Quadrelli è “Salsedine”, un concentrato metaforico sulla solitudine, sul ritrovarsi, sul quel certo modo di stare al mondo in continua ricerca del senso. E le chiavi di lettura che possono arrivare sono molteplici, così come lo è ciò che restituisce lo storyboard del video. Ci ha abituati ad un gusto raffinato in cui la forma canzone si compie senza soluzioni banali nonostante il cocktail abbia ingredienti ormai ampiamente conosciuti. E prima di gustarci il nuovo video, ci avventuriamo a qualche domanda delle nostre per capirne di più:
Oggi che significa per te “un disco”? Cioè ha ancora senso parlare di dischi?
Oggigiorno possiamo fare un disco al mese, dipende da ciò che si vuole trasmettere e con quale accezione, per me è come un affresco nel quale il margine d’errore è pari allo zero. Avverto grande eccitamento ma altrettanta responsabilità davanti alla pubblicazione di un disco nel quale c’è sì sopra il mio nome ma soprattutto ciò che penso e sono. Occorre poi essere oltreché sognatori anche realisti e tener conto di chi ascolta, di come si ascolta, della velocità di fruizione e dei cambiamenti repentini di tendenza ma soprattutto dei dati che volente o nolente spingono verso le playlist!
Attualmente sto ragionando ancora in ottica singolo, non mi aggrada ancora l’idea disco inteso come raccolta di singoli con aggiunta di 2-3 inediti, m’incuriosisce la dimensione Ep piuttosto.
Te lo chiedo perché spesso la voce degli artisti ormai passa quasi esclusivamente dai singoli brani. Come questo “Salsedine”… avrà un disco? Cos’è la “salsedine” per te?
La salsedine per me è aria di cambiamento, la stagione delle attese e delle promesse, dei dilemmi irrisolti.
É la zona di comfort e l’evasione, un senso di appartenenza, una regola non scritta.
Per me è l’estate ma soprattutto l’inverno, la riva che arretra, la tramontana sul lunotto.
La Salsedine è un ricordo o solamente un atto involuto nel suo tempo, la chiave nella serratura della porta aperta, la sigaretta accesa nel posacenere, il turbante in testa.
Forse ti conosco poco ma ho l’impressione che spesso nella tua forma canzone, gli incisi siano talmente slegati dal concept del brano o anche dal solo titolo… non è così?
Può essere, mi piace non svelare tutto e lasciare chiavi di lettura differenti, giocare tra strofa ed inciso e non per forza legare le due cose.
Prediligo inoltre avere un approccio irrazionale davanti all’incipit iniziale andando a definire successivamente il testo piuttosto che la struttura.
Parliamo di produzione: come nascono questi brani? Da quale base parti? Dalla semplice melodia o dai suoni?
I brani nascono principalmente da un beat sul quale creo una struttura armonica ed infine il testo con conseguente top-line o viceversa.
Ultimamente sviluppo la struttura su un unico loop andando a variare la top-line, alcuni suoni o togliendo ed aggiungendo dinamica al beat.
La ricerca sonora è fondamentale e spesso terreno fertile d’ispirazione.
Raramente parto dal testo ma spesso prendo appunti e considero quest’ultimo di assoluta rilevanza e sul quale alla fine spendo maggior tempo.
Una volta conclusa la pre-produzione David Campanini da il meglio di sè nella cura minuziosa del dettaglio, apportando quel valore aggiunto che sentite alla fine nell’ascolto.
E a proposito di suoni… cosa stai cercando in particolare? Un ritorno alle origini o un qualche modo di aggiornarlo al tempo attuale?
Con “La Spensieratezza” ho cercato di riprendere le sonorità tipiche electrosynthpop degli anni ’80, con “Curcuma” il tiro ha virato più verso l’afrobeat, con “Salsedine” si è rinnovato l’interesse e l’amore per la electro funk degli anni ’80/’90.
Attualmente sono molto affascinato dalle sonorità minimal tipiche della Urban Trap e credo che già dal prossimo singolo si possa percepire questo cambiamento. Se prima consideravo il passato come una forma di tributo adesso considero il futuro come una terra di conquista.
Bellissimo il video… la solitudine sembra essere la chiave di lettura… è importante per te la solitudine?
Ti ringrazio molto, i complimenti vanno rivolti esclusivamente a Francesco Quadrelli (videomaker) che ha saputo cogliere appieno il significato di Salsedine e a Beatrice Angelini (Via Lactea) che per una volta si è messa dall’altra parte della camera facendo totalmente sua questa parte con un interpretazione notevole.
La solitudine che trapela da questo videoclip è parte integrante del mio intendere l’arte, nella fattispecie la musica.
Necessito di stare con me stesso per scendere ancora più a fondo, soprattutto durante la scrittura ho l’urgenza di isolarmi completamente ed allontanare qualsiasi fonte di distrazione.
A chiudere: voglio azzardarmi a nominarti il primo artista che mi viene in mente pensando d’istinto alla tua musica. George Micheal. Cosa mi rispondi?
Nessuno mi aveva paragonato prima d’ora a lui che considero a tutti gli effetti un Gigante soprattutto per come ha saputo essere icona nella sua accezione Pop e per come abbia saputo diventare ed essere così riconoscibile a livello vocale.
Ti ringrazio molto anche se devo ammettere che conosco ed attingo maggiormente da altri artisti, ho comunque un debole per un suo brano in particolare, “Freeek”!