IL TRIP: Prossima fermata – Luca Carocci, Serenata per chi è nervoso [15/10/2021]

Racconto a cura di Valentina Calissano

Illustrazione a cura di Eliana Guarino

Il Trip

L’ispirazione

È il significato stesso di questa rubrica a condurci nel Trip di questo mese: il viaggio. Un momento di riflessione, una pausa obbligatoria, data dal tempo passato in un treno senza poter riempire la giornata con impegni, scadenze e occupazioni. Quel tempo, che non si può comporre di fisicità, si riempie di pensieri. E diviene così un’occasione per rilanciare le proprie scelte.

Questo Trip parla di partenze, di treni e di spazi attraversati per raggiungere la prossima fermata.

Però, mentre il treno si muove lungo una sola direzione, la mente può girare intorno al mondo seguendo le rotte più disparate. E allora, quale sarà la sua prossima fermata?

La musica, in tutto questo, è il mezzo giusto per compiere un viaggio. Il biglietto per vivere questo racconto è il brano Roma / Milano di Luca Carocci, contenuto nell’album Serenata per chi è nervoso (etichetta FioriRari, distribuito da Believe).

E ora salite su questo vagone, se non volete perdere la prossima fermata.

Il Trip prossima fermata Carocci

Illustrazione a cura di Eliana Guarino

Prossima fermata

Che ore sono?

Tardi, sicuramente tardi. Lo indicava il corpo di Max, con il piede contorsionista e ballerino che faceva tremare tutta la gamba accavallata e finanche il taxi imbottigliato nel traffico. Lo dimostrava la cartina tremolante tra le sue mani lisce e lo sguardo concentrato a non far crollare i nervi sotto al sedile. Lo indicava perfino il tassista che, ad intermittenza, si guardava il polso sinistro ricorperto d’oro e di lancette, per poi soffiare gonfiando le guance sonoramente.

Che ore sono?

Sono le ore che si perdono in macchina, a rimuginare su quello che ormai è stato fatto, su quello che si potrebbe fare ora e invece non si fa. Per Max, sono le ore per pensare a quello che farà. Sempre se questo taxi riuscirà a portarlo in tempo al treno.

Questa mattina si è alzato presto.

Ha messo su la macchinetta del caffè e si è andato a radere velocemente in bagno. Basta con la barba e tutte quelle sciocchezze, basta con le basette e i baffi. Quasi quasi voleva farsi pelato, poi invece si è ricordato di tutte le avventure che ha vissuto insieme a quei riccioli. Ma soprattutto si è ricordato che il suo profilo ha un serio bisogno di sentirsi bilanciato.
Guardandosi allo specchio, si è tenuto fermo il mento liscio e grigiastro nel tentativo di capire se qualcosa della sua figura fosse cambiato. Stava quasi per toccarsi il naso quando il caffè gli ha riempito le narici di un’amara e calda scarica di energia. Così ha lasciato perdere le memorie adolescenziali e si è ricordato che aveva fretta di prendere un treno.
L’uomo del taxi, in effetti, aveva cominciato a sbuffare molto tempo prima di bloccarsi alla prima macchina con le luci rosse ben in vista. Era iniziato tutto quando Max si era accorto di aver lasciato in casa la cosa più importante: il biglietto del treno.
L’aveva messo nella giacca, ne era certo. E invece non l’aveva trovato. Forse l’aveva messo nel borsone. No, nulla. Non lo trovava proprio. Con gli occhi ricoperti dalla patina dei ricordi e le labbra serrate a trattenere la rabbia, alla fine aveva ricordato: l’aveva lasciato sul comodino, come a dire che forse non era ancora sicuro di partire.

Ma lui ne era sicuro.

Per questo, quando finalmente la macchina bianca e arancione aveva raggiunto piazza Esedra, si era lanciato fuori dalla cabina, con la tracolla del borsone saldamente ancorata al petto già da una quindicina di minuti. Quella corsa in taxi l’aveva profumatamente pagata, ahimè, ma non c’erano alternative: doveva letteralmente volare, se voleva prendere quel treno.
Una voce metallica, marziale e indifferente, stava a ribadire nella sua eco che non ce l’avrebbe fatta, che il treno ormai era in partenza. Raggiunto il binario, con i vagoni che procedevano sempre dritti, uno dopo l’altro, poteva fare solo una cosa: allontanarsi dalla linea gialla, quel confine lampante ma silenzioso che separa ogni uomo dal proprio destino.

È appena percettibile.

In pochi centimetri di vernice vecchia e smaciullata, c’è la scelta di tutta una vita. La legalità e la ribellione si guardano l’un l’altra e attendono la mossa dell’avversario. Supererai quella linea di demarcazione? O deciderai che non ne vale la pena? La tentazione è sempre grande. Perchè è bello, è facile, è liberatorio infrangere le regole. Soprattutto quelle piccole e apparentemente insignificanti.

Il freddo pungente della brina mattutina di periferia aveva ceduto il posto al caldo tepore inquinato della grande città. La sciarpa di Max appariva ormai superflua, eppure lui continuava nervosamente a stringerla attorno al collo, mentre il biglietto restava caparbio tra le nocche inguantate e rigide.
Quella fettuccia a quadri era un ricordo del passato, di tutte quelle storie che avrebbe voluto lasciarsi alle spalle. Il biglietto, che si incastrava nei nodi della lana, era la prova di un riscatto possibile, di un cambio di rotta per smetterla di lottare contro tutto e tutti per forza, indiscriminatamente.
Eppure, quel tessuto morbido e caldo profumava ancora delle battaglie inconcludenti, della fragranza che Lisa aveva ogni giorno intriso nel più profondo delle fibre, come se volesse a tutti i costi lasciarla lì per sempre.

Max non decise nulla.

Quando anche l’ultimo vagone del treno divenne impercettibile all’orizzonte, si lasciò cadere su una panchina di pietra misteriosamente libera. I vapori delle caldaie e dello smog dei treni intorno rivestivano l’aria umida con una patina di pesante brina, attraverso la quale il sole era comunque in grado di diffondere un’afa soffocante.
Poteva prendere un altro treno, magari un Intercity o dei regionali con qualche cambio. Invece, tutte le scelte che gli si presentavano tra le meningi svanivano nel nulla di fronte all’affollarsi dei ricordi.

Quella sciarpa carica di profumo non faceva altro che portare la sua mente al passato, a riflettere ancora una volta sulle sue scelte.

Alla gioia nel vedere Lisa con il volto arcobaleno e il vestito tutto nero, pieno di buchi e di borchie, in piedi su una coppia di stivali con il doppiofondo dentro e fuori, la zeppa cingolata. Al rumore del locale sottoterra, che quando apri la porta vieni invaso da una melodia che ruba ogni altro suono e per qualche giorno forse non sentirai più nulla se non un fischio. Al megafono che non funzionava mai quando serviva e quando non serviva si faceva sentire lanciando un urlo agghiacciante.

Max stava ripensando a tutte quelle lotte che aveva condotto fino a qualche settimana prima. Le lotte che sembrano grandi e impossibili, che vengono condotte da persone piccole e insignificanti come lui e che alla fine si rivelano possibili, ma solo per un giorno, per un momento, per un istante. Perchè la verità è che quelle lotte nascevano dal solo ed unico bisogno di marciare contro, di avere un avversario da combattere, di rendere la giornata carica di adrenalina per poi raccontarsi che, si, c’erano riusciti.

Però il giorno dopo sarebbe rimasto ancora uguale. Lo stesso bisogno di cambiare lo stato delle cose, sapendo però che non serve a nulla cercare di cambiare il mondo se prima non si lotta per migliorare se stessi.

In un battito di ciglia, la memoria di Max fu invasa dallo sguardo di Lisa, due occhi grandi come fari pieni di speranza e ricolmi di lacrime d’addio.

luca carocci

Foto di Simone Cecchetti

Era passato un mese da quando l’aveva salutata per non fare più ritorno. Si erano detti tante cose, ma il succo del discorso era poco e l’avevano spremuto tutto al momento dell’ultimo bacio: Max aveva bisogno di cambiare aria, perchè solo così avrebbe potuto sentirsi vivo. Stava sbagliando strada e l’unico modo per capirsi a fondo era fare un viaggio da solo, in una nuova città e magari con un lavoro stavolta.
Erano state quelle parole a spingere Lisa a pronunciare, in punta di piedi, una vecchia frase in latino. Ma al diavolo lei, quell’amore viscerale per le glorie dell’antichità, quel bisogno di citare saggi decrepiti nei momenti meno opportuni! Max scagliò a terra la sciarpa a quadri colorata, ma se ne pentì subito dopo e si accucciò per raccoglierla, pulirla e piegarla. Fu in quel gesto che si rese conto di aver gettato a terra anche il biglietto scaduto.

In tutto questo, la linea gialla non aveva smesso di squadrarlo, beffarda.
Cambia solo il cielo, non l’animo, per coloro che navigano attraverso il mare. Questa era, nella testa di Max, la frase che aveva pronunciato quella ragazza dai capelli lunghi, lisci e color pappagallo, con addosso un vestito troppo leggero per le sere autunnali dei dintorni di Roma e una sciarpa a quadri di lana intrecciata.

Aveva pensato molto a quelle parole, al suo bisogno di cambiare il destino. Forse a Milano avrebbe trovato la felicità. O forse no. Forse avrebbe sbagliato di nuovo.
Un filo di lana intanto era andato a volteggiare sul pavimento nero e logoro della stazione, fino ad appoggiarsi al ciglio della linea gialla.
Max recuperò il vecchio caro biglietto che ancora una volta si era impigliato tra i nodi a quadri. Tornò a sedersi sulla panchina, che lo stava aspettando.

Mentre quel filo, cullato dal vento, accarezzava il confine tra il rispetto delle regole e l’anarchia, Max recuperò dalla tasca la cartina stropicciata che aveva tirato fuori in taxi. Dal biglietto ricavò una strisciolina e l’arrotolò fino a farla diventare un tubetto sottile e bianco.

Quel treno poteva aspettare, partire e tornare. Quella riga gialla lui non l’avrebbe sorpassata.
Perchè, per lui, era Lisa la prossima fermata.

CREDITS

cover serenata per chi è nervoso

SERENATA PER CHI È NERVOSO – LUCA CAROCCI

Tracklist

Tu mi ricordi l’estate
Aspetterò Febbraio
L’insuccesso mi ha dato alla testa
La parte di me
Il segno del costume
Ogni volta che dormo da sveglio
Roma / Milano
Serenata per chi è nervoso

Testi e musiche di Luca Carocci

Prodotto da FioriRari
Distribuito da Believe

BIO

Luca Carocci primo piano

Foto di Simone Cecchetti

Luca Carocci è autore, musicista, produttore e compositore. Serenata per chi è nervoso rappresenta il terzo disco dell’autore. Dopo Missili e Somari (2016), torna ad ottobre 2021 con questo nuovo album, anticipato a giugno dal singolo e dal video Ogni volta che dormo da sveglio.

L’album d’esordio invece risale al 2014, con il titolo Giovani Eroi, per l’etichetta Fiorirari. Si tratta di una raccolta di canzoni scritte da Carocci in quindici anni di viaggi in giro per il mondo, con la produzione artistica di Gnut e la collaborazione di Roberto Angelini e Daniele “Mr. Coffee” Rossi.
Nelle registrazioni coinvolge diversi artisti, tra i quali: Margherita Vicario,Francesco Forni, Roberto “Bob” Angelini, Bianco, e i due musicisti d’eccezione, Fabio Marchiori e Fabio Rondanini.

Il brano Le rose e i limoni lo rende finalista a Musicultura 2016. È presente nel disco Cantautori per Amatrice, finalista al Premio Tenco 2018 nella categoria Album collettivo a progetto.
Con Francesco Forni conduce il format Zelo in condotta, ora alla terza edizione. Ogni puntata ospita un nuovo musicista per un concerto a sei mani.
Come autore collabora con Alex Britti e come produttore, oltre alle collaborazioni con Marco Fabi presso lo Studio Verde, sta attualmente producendo alcuni brani del nuovo disco di Gabriele Amalfitano (Joe Victor).

Tra gli ultimi lavori da menzionare vi sono le musiche originali composte per la colonna sonora del film Va bene così (2021) di Francesco Marioni.

Luca Carocci profilo

 

 

2 thoughts on “IL TRIP: Prossima fermata – Luca Carocci, Serenata per chi è nervoso [15/10/2021]

  1. Commovente. Rapita dal piacere della lettura, vorresti voltare pagina per leggere subito il prossimo. Speriamo che arrivi presto. Grazie.

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