LIVE REPORT: #fattifortefanfulla 1/3 @ Forte Fanfulla [RM] – 23-24/6/2014

Live report di Gustavo Tagliaferri

Roberto “Freak” Antoni lo diceva forte e chiaro, ai tempi di MONOtono: “la kultura poi ti kura.” K o non K. Tanto in base a quello che sono stati gli Skiantos – allora e in generale – nella storia della musica, quanto per la salvaguardia di ciò che in Italia non dovrebbe costituire né un handicap né tantomeno qualcosa che si usi e poi si getti. Specialmente quando il tentativo di mantenere quel modus operandi si svolge al di fuori dei mastodontici eventi che vanno dall’Auditorium a Rock In Roma.

Come nel caso dei circoli ARCI, da sempre impegnati a promuovere attività che vanno dal cinema alla lettura, oltre che alla promozione di nomi di particolare interesse nell’ambito sonoro nostrano. E ce n’è uno, in particolare, che dal mese scorso si ritrova con una spada di Damocle puntata addosso, relativa alle classiche spese di mantenimento e di affitto: il Forte Fanfulla, uno dei punti cardine del quartiere Pigneto assieme al suo vicino DalVerme, rispecchiabile in primis nella persona di Saro “Poppy” Lanucara. Se con il trasloco dal civico 101 al 5, tre anni fa, aveva attraversato una sorta di rinascita, una seconda vita accompagnata da tante serate di tutto rispetto, adesso l’epilogo rischia di essere imminente.

Ed è così che prende vita un tam tam tale da unire vari personaggi romani e non, appartenenti tanto a una corrente d’autore lontana dai nomi di punta degli ultimi tempi (Dente, Brunori SAS, Dimartino, ecc.) quanto a un insieme di sperimentazioni fatte di rumori, introspezioni e ricerca finalizzata a uscire fuori dai soliti canoni, oltre che aventi un unico obiettivo: gridare il proprio dissenso al rischio di chiusura battenti da parte di un luogo che hanno sempre seguito e amato. Nome in codice: #fattifortefanfulla, “noi che non volevamo chiudere mai.” Dal 23 al 30 giugno si preparano le ultime cartucce da sparare, per quella che si rivelerà essere un’autentica festa.

Chi scrive, da ormai due anni avvezzo all’incontro in zona live con i tanti artisti che meritano in un paese strano come questo ma magari in più occasioni non adeguatamente considerati tanto dal solito pubblico quanto anche da coloro che si dichiarano “indie” ma conoscono al massimo dieci nomi, un decimo rispetto all’immenso bagaglio di proposte dello stivale, e da un anno frequentatore abituale, non poteva mancare all’appello. E dare inizio alle danze.

LUNEDÌ 23

Foto di Rosy Romano

I nomi presenti in pole position sul manifesto pubblicizzato all’interno della pagina Facebook del circolo fanno pensare a una serata non propriamente elettrica, fatta qualche eccezione presente sul finale. E così è, una volta giunti sul posto.

Per questo evento si è pensato bene di porre un piccolo palco – con tanto di mixer, qualche cassa e i dovuti spazi per i pochi strumenti portati con sé – all’esterno del Forte. Il resto sarebbe venuto da sé, considerati diversi dei presenti: l’ottimo Mezzafemmina, fresco di pubblicazione del suo Un giorno da leone; Bucho, provvisto di uno stile giocoso, da cabaret, goliardico quanto basta da intrattenere tutti; Roberta Cartisano, intensa e caratterizzata da un songwriting trascinante, sia in veste di cantante che di accompagnatrice alle tastiere per l’altrettanto bravo Carmine Torchia; Luca D’Aversa e Jacopo Ratini, forse leggermente più deboli rispetto al resto del lotto, ma comunque con più che buone carte in regola; e l’ex Radici Nel Cemento Adriano Bono prima alle prese con un repertorio romanesco e poi, accompagnato dal fido Federico “JolkiPalki” Camici, in piena vena reggae.

Fine del palco acustico, prima di mezzanotte è giunto il momento di spostarsi all’interno, con il sassofonista Marco Colonna, il percussionista Ivano Nardi e un’ultima jam firmata dal collettivo Franco Ferguson, di matrice free jazz. Niente male come chiusura, per una simile prima manche. E il bello è appena cominciato.

MARTEDÌ 24

Foto di Giovanni Tancredi

Già cominciano i primi dilemmi in quanto a orario di partenza, palco acustico o elettrico che sia. Ma alla fine si sceglie di dare il la per le 21:00, con il ritorno in scena di un progetto che ha da sempre coinvolto i ragazzi del Fanfulla e del DalVerme, da sempre avvezzi a progetti proiettati verso la voglia di scatenarsi e di mostrare ai più la propria anima movimentata: Love To Love.

E così ci si ritrova a sentire degli Aktion intenti a citazionismi bjorkiani, una Maria Violenza che abbandona momentaneamente le vesti arabeggianti per rivoltare come un pedalino un tormentone del 2003 che ha fatto razzia delle orecchie altrui, tale Obsèsion rinominata più volte come bachata e resa ben più gradevole dalla coppia Mensi-DJ Ross per chi allora masticava pane e Discoradio, il buon vecchio Manù, una delle anime dell’Alpacha Distro, ma soprattutto chitarrista dei Bobsleigh Baby, e le sue dediche amorose, le stesse condivise dall’amica Lady Maru, o quel Calcutta che dalle cover di Cremonini suonate in solitaria è passato a riproporre abbozzatamente, ma in maniera divertente, quella Mare sopra e sotto che Enzo Carella aveva cantato alla grande ai tempi di Sfinge.

E per quanto riguarda la zona elettrica? Sta a un progetto allegro, a volte satirico, come Pop_X emulare lo spirito della dance anni ’90, servendosi delle movenze di una ballerina d’oltremanica e del sopracitato Calcutta intento da una parte a mimare con un semplice cellulare delle luci da discoteca e dall’altra a scatenarsi su una cassa di birra a mò di percussioni. Il fomento è solo all’inizio, e il resto è affidato alle vibrazioni e la carica di Rio Negro, al punk dei Cayman The Animal, a dei Criminal Jokers in una formazione ridotta ma sempre di tutto rispetto, degli Wow prima acustici e poi elettrici, con il loro pop ’60s sempre affascinante. Una serata maggiormente poliedrica, come le premesse lasciavano ben intuire. Da segnalare inoltre la diretta, nel primo pomeriggio, a opera dei ragazzi di Fusoradio.

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2 thoughts on “LIVE REPORT: #fattifortefanfulla 1/3 @ Forte Fanfulla [RM] – 23-24/6/2014

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