Live report di Antonio Asquino
Serata pressoché perfetta che ha beneficiato di una location appropriata, di un’ottima scelta dei due nomi che si sono esibiti e di un pubblico attento, partecipe e soddisfatto (una volta tanto con piena ragione) e per questo va prima di tutto ringraziata e lodata Ausgang per l’organizzazione di tutto.
Sul palco il nome principale erano i Vadoinmessico, su cui approfondirò tra poco, ma è cosa molto buona e molto giusta parlare un po’ del set di apertura ad opera di Solotundra. Il fulcro del progetto a formazione variabile a nome Solotundra è Andrea Anania, infatti stasera sul palco era da solo. Bisogna sottolineare che questo ragazzo ha dalla sua un songwriting e una tecnica chitarrista encomiabile, per la capacità di emozionare, per la pulizia della voce e dell’esecuzione, per l’approccio semplice ma mai banale. Armato di chitarra e usando come percussione la custodia della stessa e il legno del palco, ha offerto un set di tutto rispetto, richiamando e facendosi apprezzare dai molti presenti che non lo conoscevano (sottoscritto compreso) e proponendo brani dal suo unico lavoro ascoltabile ed acquistabile in rete What We Did Last Winter (rigorosamente prodotto, registrato, scritto e suonato in totale autonomia). Muovendosi sulla falsariga di un folk americano malinconico di matrice molto blues, mantiene bene il palco, catalizza l’attenzione e ci fa sperare un domani di riascoltarlo magari anche insieme ad una band vera e propria.
Veniamo al pezzo forte della serata: i maestosi Vadoinmessico, gruppo di livello internazionale per formazione ma soprattutto per approccio e resa. Sono in cinque e sono un coacervo di multiculturalità (due italiani, un messicano, un austriaco ed un inglese) e di creatività e freschezza. Reduci dalle fortune dello splendido Archeology Of The Future, Giorgio Poti (chitarra e voce), Salvador Garza (tastiere, percussioni e cori), Stefan Miksch (chitarra, basso e cori), Alessandro Mallosu (basso e synth) e Joe Barry White (batteria, pad e percussioni), pur tradendo un po’ di emozione iniziale (come annuncia il cantante è anche la prima volta che suonano al completo nella loro città natale senza essere funestati dal maltempo), ci regalano un live coinvolgente e di altissimo livello.
La loro musica prende un po’ le mosse dal tropicalismo in tutte le sue declinazioni (si veda Pond Of Spain), dal folk meno bucolico e sospeso tra una leggera psichedelia e la musica etnica ma si concede anche travolgenti calypso rock come Pepita Queen Of The Animals o la stupenda Teeo, per non parlare di Archeology For The Future o Fluer Le Tue dove da padroni la fanno i synth e in cui possiamo ravvisare già abbozzi di nuove direzioni che il gruppo potrebbe prendere. La conferma ce la danno i tre brani nuovi che i Vadoimessico eseguono (uno dei quali ha visto anche una falsa partenza che però non destabilizza la sicurezza della band), dove la sperimentazione musicale e l’elettronica strizzano l’occhietto alla melodia e fanno ben sperare per quello che sarà il nuovo lavoro della band.
Alla fine il pubblico è visibilmente soddisfatto e i Vadoinmessico si confermano un gruppo di straordinaria qualità anche dal vivo in quella che è stata davvero una piacevolissima serata di musica.