Recensione di Skanderbeg
La storia della musica è piena di album “numerici”, dischi intitolati con un numero che contraddistingue l’ordine d’uscita. Due, secondo album della band emiliana Portfolio, sfugge però a questa logica così chiara e semplice. Il numero 2 rappresenta qualcosa in più della mera collocazione spaziale di questo disco nel mondo musicale. Il dualismo/ambivalenza, che è parte integrante di questo lavoro, si sovrappone all’altro significato/traduzione di “due” che, in inglese, definisce il sostantivo “dovuto”.
Fermi tutti, non scappate. Non siamo assolutamente intenzionati a farvi leggere un’analisi socio-linguistica truccata da recensione, ma era una premessa “dovuta” per farvi comprendere appieno la filosofia di Due. I Portfolio si possono certamente annoverare tra i “figli” di quella tradizione post-alternative italiana di cui fanno parte i CCCP, i CSI e gli Ustmamò, e non solamente perché provengono dalle stesse colline romagnole, ma anche e soprattutto per la spasmodica ricerca di sound originali e tracce opposte che si susseguono nello stesso album.
Certo, le singole tracce non sono tutte di altissimo livello, altrimenti saremmo davanti a un capolavoro di cui probabilmente si riparlerà tra anni, ma l’album si fa ascoltare con leggerezza e il passaggio di genere da noise a funky fino ad arrivare a sonorità elettroniche-industrial non ci disturba, anzi ci fa viaggiare.
Gradevole è la prima traccia Beauty, ma almeno per quel che ci riguarda, notevoli sono gli ultimi due pezzi. Criminal World è una cover dei Metro, gruppo art-glam inglese anni ’70, che i Portfolio hanno realizzato per la compilation Well I’m just a Modern Guy prodotta da AntWork, tributo al cosiddetto glam rock che vede la presenza di Julie’s Haircut, Magpie, Setti, Sara Loreni e altri.
Three songs about Lenin è certamente il piccolo capolavoro di questo album. Brano totalmente strumentale di quasi 17 minuti – diviso in tre parti, con la collaborazione di Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò, è il classico pezzo che dopo il primo ascolto ti fa dire: “minchia che fico!” Three songs about Lenin è stato appositamente creato come musica di sottofondo all’omonimo documentario di Dziga Vertov e ha partecipato al festival Soundtracks, kermesse ideata dai Giardini di Mirò che ha lo scopo di integrare suoni e immagini.
I Portfolio sono un gruppo da seguire attentamente per il semplice fatto che la loro evoluzione non è prevedibile, ergo il loro sound potrebbe prendere le direzioni più disparate, nel frattempo però ascoltiamoci quest’album, ben più di “Due” volte, è chiaro!
DUE – PORTFOLIO
(Autoproduzione, 2014)
- Beauty
- To the right
- Riviera
- Love affair
- Chi vince regna
- Criminal World [cover Metro]
- Three songs about Lenin
[youtube=http://youtu.be/v5AGkkKzsIw]
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