Recensione di Francesca Vantaggiato
Partono da Genova in sella ad un motorino e non vogliono portare il casco. Dicono perché il casco non permette di guardarti bene intorno, di avere una visuale completa a 360°. E siccome le cose da vedere sono tante, loro il casco non se lo mettono.
Loro sono L’ultimodeimieicani e girano senza casco dal 2014, quando facevano avanti e indietro dal Centro Sociale Buridda, iniziando a mettere insieme idee ed accordi. Così, dopo circa due anni, sono giunti ad un primo traguardo: un EP d’esordio autoprodotto che non poteva non chiamarsi In moto senza casco (registrato presso Studio Greenfog di Mattia Cominotto, già Od fulmine e Meganoidi). Si tratta di 7 brevi testi, molto semplici nei testi e nelle strutture, ma freschi e sinceri anche quando parlano di problemi economici (10 euro e 15 cent) o di temi politici e sociali. Voglio citarvi dei verdi di Il nostro tempo che in una manciata di parole dice tutto sulla situazione italiana attuale:
quando la Lega comanda in città e ti ruba la libertà
sempre da sempre gli abusi di potere da poliziotto al carabiniere
sempre più spesso lavoro precario
c’è chi si lancia poi sul binario
Insomma, ve li consiglio: sono giovani, sono appena all’inizio, hanno idee divertenti, non hanno peli sulla lingua e ce la stanno mettendo tutta.
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CREDITS
L’ultimo dei miei cani è: Beniamino Parodi (chitarra/basso), Stefano Pulcini (chitarra/basso), Rachid Bouchabla (batteria), Lorenzo Olcese (voce), Pietro Bonuzzi (chitarra). Registrato presso Studio Greenfog
In moto senza casco – L’ultimo dei miei cani
(Autoprodotto, 2016)
1. In moto senza casco
2. Il nostro tempo
3. Io e me
4. Teo
5. Pensieri
6. 10 euro e 15 cent
7. Non guardare al passato
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