Recensione di Gustavo Tagliaferri
Un numero che cela certezze ma anche quesiti. Nove sono le tracce, nono non è, in quanto secondo in studio, il lavoro, ma nove possono essere probabilmente le variazioni con cui sceglie di prodigarsi l’artista in esame. C’è il gioco come anche la messa in gioco, ora più di prima. Con IX, Johnny DalBasso ci riprova, dopo l’assai soddisfacente risultato dell’omonimo disco d’esordio, e la formula proposta risulta, già dal primo brano, ancor più accattivante e degna di rilievo, considerata una natura, quella della one man band, che oggigiorno non viene fuori tutti i giorni nello stivale, per quanto ne abbia dei degnissimi rappresentanti, forse in graduale ascesa.
Al centro di tutto c’è un filo conduttore dal quale sembra non distaccarsi nessuno dei brani presenti e che parte dal contatto con la forma canzone nella sua accezione basilare, attraverso cui rimanendo saldi alle proprie radici ci si avvicina, lungo ossessive linee di basso in loop, a divagazioni tipiche delle canzoni d’autore di stampo 60’s, come lascia intendere La donna falegname, passando per una ballata la cui apparente accessibilità viene in seguito soffocata in una chiosa serrata, forsennata e sì, particolarmente dilatata, la storia di un assassino di nome Ramon, irrobustendo poi il tiro con il turbinoso ed amoroso blues di Lei è (il diavolo per me), le cui venature non risultano assenti, specie se collegate ad un’accezione southern vista a modo proprio, nemmeno quando incombe Nati dal disordine, ma anche con Lorenna, che può essere inquadrata come un nervosissimo boogie gitano suonato da un freak, con tanto di chiosa prettamente punk, mentre meno impazzita e quasi ramonesiana nell’attitudine, con un pizzico di garage, è Fragole, e se Fottiti ha un tiro maggiormente rock’n’roll, fedele al proprio titolo, viste le sferzate heavy, è invece Ti sfido, hard rock tout court i cui segnali non risultano affatto isolati, in quanto punti salienti anche delle intemperie westerniane di Isabella.
Una girandola di influenze priva di falle per un coinvolgimento, quello alla base di IX, che prende una forma man mano maggiore, ed a sua volta è meritevolissima di un plauso anche la ghost track, galvanizzante coesione tra I Corvi e Queens Of The Stone Age, Ragazzo di strada/No One Knows, esperimento che in mano ad una personalità del genere non presenta sbavatura alcuna, anzi, distorta al punto giusto come è funge da ciliegina sulla torta. Perché se anche queste sono le one man band, con una simile accezione popular, ben venga Johnny DalBasso, tutt’altro che ruffiano.
Johnny Dal Basso – IX
(2016, Beta Produzioni / Goodfellas)
1. Lei è (il diavolo per me)
2. Lorenna
3. Ti sfido
4. Ramon
5. Fragole
6. Nati dal disordine
7. Fottiti
8. Isabella
9. La donna falegname