INTERVISTE: EACH OUR NOISE – “Metropolitan Dance Floor” (Dancework, 2020)

Intervista di Gianluca Clerici

La dancefloor dentro le trame quotidiane, anzi urbane, di Emanuele Stocco e Melissa Conte. Sono gli Eachr Our Noise e nell’etere digitale gira questo singolo “Avventura” accompagnato anche da un video “metropolitano” per la regia di Enrico Stocco: parallelismi, vita quotidiana e immaginazione dentro trame colorate e digitali, downtempo cadenzato secondo cliché di scuole internazionali. Il tutto, rigorosamente in italiano. Le belle chiacchierate dalle nuove voci della scena indie italiana…

Decisamente una proposta che sposa la dancefloor e quel piglio americano del modo di pensare alla forma della canzone. Dalla Trap alla Techno. Qual è il vostro filo conduttore?
Abbiamo cercato di esplorare le sonorità d’oltreoceano ma ovviamente, partendo da una cultura musicale europea, ci è venuto naturale e spontaneo cercare di fondere i due sound per creare qualcosa che ci rappresentasse al massimo.

Perché la scelta ardita dell’italiano?
Il nostro groove ci ha sempre portato a cantare in inglese, quindi abbiamo voluto fare un esperimento e ci è piaciuto. Ovviamente cantare in italiano ci ha reso molto più facile raggiungere direttamente le persone intorno a noi. Ci siamo sentiti fin da subito molto coinvolti da questo progetto, forse anche per questo contiene un numero importante di tracce.

E in questo futuro di temi sostenuti, rapidi, ostinati… che significato ha per voi il downtempo della dance che fate?
Nei nostri lavori si può percepire un certo senso di urgenza, questo proprio perché assorbiamo e riflettiamo nella nostra musica tutti gli aspetti di una società che sembra andare sempre a 100 all’ora, ma di preciso non sappiamo dove.
Fare musica dance significa riuscire a far ballare le persone, a farle muovere, tenere il ritmo…che sia nel locale più in della città o sopra il divano mentre passi aspirapolvere!

Parliamo di costumi di scena: per voi quanto è importante? E c’è una scelta precisa in merito?
È molto importante, cerchiamo di raccontare noi stessi e quello che vogliamo trasmettere anche attraverso l’immagine e i costumi. Ogni foto o video che facciamo e pubblichiamo ha dietro un’idea e una ricerca. Ci capita spesso di trovare l’ispirazione giusta frugando e rovistando nell’armadio della nonna oppure andando a caccia di qualche pezzo vintage che ovviamente i nostri genitori hanno già buttato via da anni.

Musica liquida. Vi lancio una domanda assai spigolosa: per distribuire il vostro disco immagino abbiate pagato un delivery come da prassi. Pagando il dovuto avete avuto accesso come tutti alle consuetudini piattaforme di distribuzione come SPOTIFY. Ebbene la domanda è: parliamo tutti di dover difendere il mestiere della musica come lavoro ma poi tutti paghiamo per esser dentro portali che il nostro lavoro viene reso gratuito. Non trovate sia un controsenso?
Abbiamo sempre avuto la fortuna di incontrare delle etichette discografiche molto professionali che ci hanno proposto la loro collaborazione gratuitamente, ben consapevoli del fatto che allo stesso modo, anche noi come artisti, mettiamo a loro disposizione tutto il nostro lavoro.
Per quanto riguarda le piattaforme di distribuzione, noi pensiamo che tutto questa sia collocato in una zona grigia ovvero senza delle precise norme giuridiche che siano in grado di valorizzare con il dovuto rispetto il lavoro degli artisti.
Ovviamente, finché questa situazione non verrà sanata a livello normativo, siamo costretti a stare alle regole dei grandi distributori digitali per riuscire a stare sul mercato.

A chiudere: la metropoli… come provincia, come quartieri di periferia… tutto questo disco nasce dal basso? Che rapporto avete con la provincia? Oppure siete anime che vivono al centro delle cose?
Noi siamo nati in un piccolo borgo di provincia e abbiamo avuto la fortuna di essere cresciuti nel verde, dove le persone riescono ancora ad avere un certo spazio personale a contatto con la natura. Durante l’evoluzione di “Metropolitan Dancefloor” ci siamo lasciati ispirare da quella che era la nostra voglia di esplorare e conoscere le periferie delle grandi città dove un grande numero di persone, ogni giorno, vive a stretto contatto tra loro e qui il paesaggio cambia drasticamente. Tutti questi rumori e questi colori ci hanno trasportato in un viaggio che ci ha fatto riflettere sullo stato attuale della nostra società.

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