LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: REJECTO

Intervista di Gianluca Clerici

Di sicuro un “rejecto” di questa società, di sicuro uno che la società la rigetta. Lui è REJECTO e si presenta solo con un moniker ed un logo: l’apparenza sterile che sfocia in mero consumismo mediatico è solo e soltanto mercificazione del messaggio… il messaggio appunto, unico vero protagonista di questo disco. E così in fondo dovrebbe essere… lezioni sociali che arrivano a riesumare anche la voce di Battisti che era assai fedele ad un certo modo di interpretare la scena ed il mestiere. Rejecto sforna un disco bello e gustoso dal titolo “Prima, durante e… dopo?” che di seguito vi presentiamo attraverso i 4 singoli rilasciati in rete… ma anche un disco forte e violento, senza mezze misure e senza demagogica ipocrisia. Decisamente un disco per la gogna, scomodo alla pubblica piazza… un disco che in realtà alla pubblica piazza servirebbe per destarsi da un torpore mediatico. Le consuete domande di Just Kids Society.

Parliamo di musica o di gossip? Oggi il mondo sembra più attento agli effetti di scena, da dare in pasto al giornalismo e alle tv più che ai contenuti degli artisti. Ecco la domanda: perché qualcosa arrivi al pubblico di questo presente meglio badare quindi alla scena o restare fedele ai contenuti?
Se vuoi fare i soldi, bada alla scena.

Guardiamo sempre al passato, alle radici, ai grandi classici per citare insegnamenti e condizionare le mode del futuro. Perché? Il presente non ha le carte per segnare una nuova via?
Il presente ce la sta indicando la via ma c’è una grossa volontà da parte di chi governa il mondo
di ottenebrarci, di omologarci, di assopirci.

Che poi di fronte alle tante trasgressioni che ci vengono vendute dalle televisioni, quante sono davvero innovative e quante sono figlie sconosciute e mascherate di quei classici anche “meno famosi” di cui parlavamo poco fa?
L’unica trasgressione che la televisione ci fornisce è il telecomando… per spegnerla.

Scendiamo nello specifico di questo disco, che denuncia senza filtri e censure, che spunta contro il sistema che trama sotto traccia… stai dalla parte di quelli che non ci stanno ad assorbire inermi quello che “la televisione” ci dice. Dunque come può parlare al pubblico di oggi che sta continuamente con i telefonini in mano a cercare di identificarsi dentro modelli e format decisamente identici al cliché dettato dalle televisioni?
Il desiderio di sentirsi uguali agli altri è un bisogno insito nell’essere umano. Adesso ci sono i social media però, e sono più potenti di qualsiasi altra forma di comunicazione. La razza umana sta per soccombere sotto l’egemonia del web, gestito dagli uomini più ricchi del mondo. Il mezzo non è sbagliato, bisogna essere bravi e sfruttarne le potenzialità positive e cercare anche altre vie.

Parliamo di cultura e di informazione. Siamo dentro un circo mediatico dalla forza assurda capace di fagocitare le piccole realtà, anzi direi tutte le realtà particolari di cui parlava Pasolini. La musica indipendente quindi che peso continua ad avere? Oppure viene lasciata libera di parlare tanto non troverà mai terreno fertile di attenzioni?
Per fortuna la musica indipendente esiste ed è viva e vegeta. Lunga vita a quelli che dalla propria stanzetta realizzano arte, oggi è più facile e amen. In modo indipendente sono nati artisti che ora sono star mondiali. La quantità, anzi, è il vero problema del nostro mondo, che paradossalmente può trasformarsi in silenzio. Come tutta l’informazione e la cultura del web può procurare pigrizia, disinteresse.

Più in generale, la musica può tornare ad avere un peso sociale per la gente quotidiana?
Spero di sì, la gente ha bisogno di condivisione, di divertirsi e di pensare.

E restando sul tema delle trasformazioni: vinile, CD o canali digitali? Oggi in fondo anche la musica è gratis, basta un click… è segno del futuro o è il vero cuore della crisi? Che poi tutti condannano la gratuità però tutti vogliono finirci su Spotify…
Personalmente non condanno la gratuità dell’arte: tutti dovrebbero usufruirne senza pagare. Resta da risolvere il problema della redistribuzione del capitale. Mr. Zimmerman (Bob Dylan) ed altri artisti hanno venduto per la prima volta nella storia tutte le proprie edizioni alle case discografiche.
Questo “Prendi i soldi e scappa”, non mi fa ben sperare, per il futuro dell’industria musicale.

A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di REJECTO, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
Il fonico nulla… il dj, musica frattale per curare gli acufeni, o musica per aeroporti e lanciare fiori e baci.

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