RECENSIONE: Zuccarino Rehab – Suite numero due – Catena

Intervista di Gianluca Clerici

Parla di riabilitazione Graziano Zuccarino, al secolo Zuccarino Rehab, artista abruzzese ampiamente celebrato dalla critica non solo regionale ma anche nazionale. Una carriera dentro cui il dialetto ha avuto ampie ragioni e punti fermi culturali, da cui il nostro non si è mai voluto staccare.

Quella del dialetto sembra una battaglia persa a meno di non parlare dei dialetti famosi, una lotta dunque impari forse, ma dignitosa e meritevole di stima. La nostra cultura e il nostro futuro passano da lì ed è una delle tante cose che stiamo dimenticando.

Suite numero due – Catena è il titolo di questo nuovo disco dentro cui troviamo sei nuove scritture che Zuccarino Rehab definisce salvifiche per la sua riabilitazione musicale.

A questo noi restituiamo tantissime chiavi di lettura diverse.

Canzoni che narrano di storia, di uno sbarco e di un’invasione a firma dei saraceni sulle coste del suo Abruzzo. Siamo nel 1500, siamo a ricordare il ratto di Domenica Catena, siamo a godere delle arie paesane e popolaresche dense di tradizioni come in San Rocco dell’Assunzione. Siamo a farci raschiare la pelle da spigolose forme di drumming che cercano il ritmo ricco di glamour nelle forme del suono, come nel singolo Libera Liberata.

Ci sono modi decisamente orientali, turchi nelle scale scelte e dentro la sospensione di Look the Children che chiude l’ascolto o come dentro gli ostinati delle strofe di Domenica Catena, forse il cuore del concept di questo lavoro. Disco acido, disco anche di pop, suono che al drumming deve molto e che sfoggia suoni davvero interessanti.

Niente di nuovo sotto al sole e qui il gusto per la ricerca lascia spazio al peso della personalità che si dimostra solida e assai credibile. Una suite in dialetto, certamente impiega molto poco a perdere fiducia e peso sociale, culturale, artistico. Ma noi crediamo che Zuccarino Rehab ha dimostrato un valore alto di questo modo di pensare alla musica. In arrivo il secondo video sempre firmato dalla regia di Pietro Falcone. Ad oggi il disco lo troviamo nei tradizionali canali digitali e in streaming.

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