RECENSIONE: Nereo – Danze cosmiche (Autoprodotto, 2022)

Intervista di Gianluca Clerici

Il vero quid di questo disco è quell’incrocio affascinante del tempo, un cross-fade violento ma che a suo modo, molte volte, determina risultati dolcemente accomodanti e non poco convincenti. Il pop e la leggerezza d’autore della grande scuola italiana della canzone incontra un arrangiamento che proviene dalle nuove tendenze, dal nuovo modo di pensare al suono. Elettronica che certamente determina la direzione ma che non copre e non ostacola l’eleganza del cantautore nudo e crudo. Come a dire che non stupirebbe affatto veder stare in piedi e di un equilibrio credibile e gustoso queste nuove canzoni di Nereo realizzate solo piano e voce, solo chitarra e voce. Ed una prova, a chiusa di tracklist ufficiale, sa come darcela. Si intitola “Danze cosmiche” il nuovo disco del cantante e cantautore pugliese, ampiamente anticipato dai singoli “Senza voce”, “L’amore c’è prima di noi”, “Dimentica” e “Fine di un’estate” ricco, quest’ultimo, di un bellissimo video ufficiale dove spicca la trasposizione musica danza a firma di una ballerina russa e di un piano sequenza davvero suggestivo.

Canzoni d’amore, canzoni di vita, canzoni di sconfitta e di rinascita… e probabilmente, a proposito di perdite che la vita ci consegna tra mani inermi, “Gabbiano” rappresenta anche un punto altissimo della scrittura, delicato e pulito… e non è un caso forse che questo è uno dei brani dove il futuro ha giocato carte più trasparenti e che il nostro ci ripropone live a chiusa di tutto l’ascolto, un’esecuzione dove impera il connubio di piano e voce, come previsto anzitempo. Bella la voce di Nereo che gestisce i vibrati con grande padronanza, che si fa precisa nell’intonazione, che non si preclude quelle flessioni di espressione che tanto restituiscono al pop italiano. Dunque un disco che dal punto di vista creativo niente di nuovo promette ma tanto dimostra: dimostra come la scuola classica ha tanto da dare ancora, soprattutto quando la si vuole accostare al futuro dei suoni digitali… sempre che questo matrimonio sia officiato da chi ha la maturità e la maestria del rispetto, degli spazi come della natura stessa dei suoni. Un disco antico e moderno allo stesso tempo.

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