RECENSIONE: Daniela D’Angelo – “Petricore” (Volume!, 2022)

Intervista di Gianluca Clerici

Un disco notevole già dalle sue forme quello che da i natali ufficiali alla carriera solista di Daniela D’Angelo. Si intitola “Petricore”, primo disco che trova la pubblicazione per la Volume! e che vede la produzione artistica di Vito Gatto, anche attore dell’elettronica e degli arrangiamenti che sono in punto nodale di un disco che sostanzialmente nasce chitarra e voce, come testimonia il brano “Esercitazioni”, volutamente lasciato nudo e crudo così com’è nato. Mi piace quest’America delle trasgressioni, quel mondo apolide di Bon Iver o i ghiacci espansi di Björk. Mi piacciono i suoni scomposti di drumming e di tutto mi piace il suono imprevedibile nelle sue sagome, quasi nebuloso, sempre (o quasi) sospeso. Mi piace che l’attore narrante non sia solo la voce sicura della D’Angelo ma in questo disco pare che il compito venga spalmato, con attenzione e oculato artigianato, un po’ ovunque, dentro le armonie, dentro gli arrangiamenti… si pensi ai dormiveglia intrisi di stupore che arrivano di “Alibi”… si pensi alle volute fluttuanti di drumming in “L’idea”… il disco è pieno di questi momenti che secondo me sono il vertice della produzione e il vero quid di bellezza. Di contro la voce cerca sempre melodie accattivanti, di un pop che troppo spesso sfocia nel modo italiano e su questo fronte “Petricore” ha tante soluzioni valide, dalla prima “Questo cuore” che sa molto di un Battisti assai popolare o la successiva “Il modo giusto” dentro cui ritroviamo il modo di fare di tantissima canzone d’autore al femminile. Probabilmente su tutte, questa (se mi si concede il termine) dissonanza, si manifesta ampiamente in “Suppergiù”: se il suono e la forma puntano verso la costa ovest del mondo, la voce resta dentro le nostre classifiche main stream. Insomma un sapore agrodolce per un disco davvero interessante che si gioca la sua personale differenza dentro la forma e che, visti i presupposti e le carte sul tavolo, avrebbe “dovuto” osare molto di più. Sento che ne sarebbe uscito qualcosa di assai elevato…

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