LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: CAPPADONIA

Intervista di Gianluca Clerici

Ecco le “Canzoni per adulti” di Ugo Cappadonia. Ecco il nuovo disco che è decisamente un ritornare alle origini del pop rock ruvido delle periferie italiane, dei quartieri e delle gustose manifestazioni di ricerca. Eccolo un disco che rispolvera la nostalgia di molti che troppo spesso sono circondati dal suono plastificato dell’indie pop digitale. Cappadonia sforna canzoni nuove, figlie di questo tempo e che a questo tempo rispondono con una forma “per adulti”, come se fosse un bisogno quello di evadere da un certo tipo di leggerezza infantile. O almeno così mi da pace la lettura. A lui la parola per le nostre consuete domande di Just Kids Society.

Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Un misto, il digitale per questioni economiche e di praticità ci sarà sempre, ma credo che la curiosità per creare musica in maniera analogica e manuale aumenterà e aumenterà la ricerca e la curiosità. Almeno me lo auguro.


I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
Se sparissero di colpo tutte le piattaforme o semplicemente come sta già avvenendo intere discografie di artisti storici ci si renderebbe conto di quanto sia importante “possedere” la musica. L’oggetto sulla quale è stata scolpita per sempre. Io ad esempio non voglio far dipendere la mia collezione dai cataloghi presenti sulle piattaforme e dalle tendenze politiche. A breve spariranno intere discografie e filmografie e mi sembra un crimine storico far finta di nulla.

La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?

Si tornerà al contatto fisico al 100%, più di prima. Sta già accadendo.

Scendiamo dunque dentro le trame di questo disco. “Canzoni per adulti” pone dentro ricami di post-rock anni ’90 (timidi e dolcemente accomodanti) le basi per un’analisi nuda e cruda dell’uomo moderno e del suo tempo: come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
Non sta a me dirlo, questo è quello che faccio e che so fare, e se inizi a pensarci su potrebbe rischiare di condizionare il tuo lavoro. Spero venga ascoltato ovviamente, ma non mi interessa fare il ritornello della durata di una storia instagram o per un balletto su tiktok. Se poi funziona comunque bene se no amen.

E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
Come posso avere io la spiegazione? Certamente è un paradosso, ma l’unico vero grosso cambiamento che dovrebbe esserci è che Spotify finalmente paghi il giusto agli artisti, ma se ne parla da anni e non credo avverrà a breve. Ormai la musica purtroppo si da per scontata. Grossi nomi per motivi nobili stanno stanno rimuovendo la loro discografia di Spotify come Neil Young. La sua mossa non ha risolto le cose, ma è importante sapere che c’è vita oltre spotify. 

Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?

Per quanto mi riguarda la musica deve restare una espressione artistica e rispettata in quanto tale ma tutto il resto, i vari contenuti online sono un gioco, e prima o poi spariranno. Ciò che resta sono le canzoni, è bene ricordarlo.

A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di Cappadonia, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
“Good Night” dei Beatles.

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