POESIA: I notturnali di D.E. Iannace – Cade

Poesia di Davide Emanuele Iannace

Cade

 

Un corpo morto cade

tra le rovine del mare, e tra

le ravine si allunga cauto verso le fanfare.

Un corpo morto affonda, trascinato

dalle onde del fare, del perenne dire,

del perenne correre, dell’infinito

andare e ancora andare.

 

C’è sempre quello strano confine

tra un eterno fare

e un eterno aver fatto,

e in quel tendere c’è tutto il

tempo dell’agire.

 

Agire, l’agito, quello che

si sarebbe potuto agire, e poi

tutto quello che si sarebbe potuto

non fare.

 

Un corpo morto cade e

corre e scorre tra le onde

della memoria, di tutti quelli che

il corpo morto lo fissano e

si riflette su amari baci

e meno amari abbracci prima

di treni e di autobus.

 

Mentre il corpo vivo

ma morto nell’assenza cade

e poi nuota cauto tra le rovine

e gli scogli e poi cerca

gli occhi pazienti tra chiese

lontane e tra i duomi della passione,

a perdersi, ancora ed ancora.

Foto di Muffin Creatives, https://www.pexels.com/it-it/foto/onde-oceaniche-1646311/

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