RECENSIONE: MARCY – TORNO A CASA (BAM International, 2017)

Recensione di Gianluca Clerici

Il nuovo disco di Marcy è un assoluta bomboniera di intenzioni e di eleganza. Per fortuna – lo dico da un punto di vista puramente estetico – non ha insistito con brani in italiano che – non essendo sua la lingua – avrebbe dato sfoggio all’ennesimo esperimento alla Shel Shapiro. Diversamente in questo disco dal titolo “Torno a casa” ci troviamo dentro 11 canzoni di cui solo 2 sono in italiano (e glielo perdoniamo vista la qualità del tutto) e per il resto ci sono ben 9 pregiati dipinti di stile romantico, di quel soul di gran scena teatrale, di quando un Rufus Wainwright si nobilita ancor di più e un Micheal Bublè decide di cantare anche per una platea di innamorati sotto le stelle. Insomma ci troviamo di fronte ad un’opera che sposa il gusto pop internazionale con quel modo di fare che è del mondo tutto, non solo americano e non solo italiano. Musiche ben prodotte e grandemente scritte su melodie per niente scontate dove non c’è spazio per la banalità come per esempio sorprende e non disorienta il tratto persuasivo di Every Time che gioca con sincopati e contro tempi che mai e poi mai avrei pensato di trovare. E poi ancora Give Love che non so perché ma accenna a qualcosa di conosciuto in quell’intro di pianoforte digitale (e chiedo scusa qui e per sempre se la citazione voluta non l’ho riconosciuta)… un brano che forse su tutti sviluppa uno scenario dance digitale altamente d’impatto e di energia positiva. Una sorta di Saranno Famosi con qualche decina di bpm in più. E poi la title track del disco, Torno a casa, uno dei due brani in italiano: una poesia morbida, leggera, di una canzone che sembra tele-trasportarmi in un altrove del passato… e penso a Claudio Villa e penso alla bellezza di un film in bianco e nero.
Marcy ci regala un piccolo grande sogno, il bello e il difficile di una forma canzone che sposa in grande la scena e che per tutto il tempo racchiude in se l’universo dell’eleganza di una cerimonia dove vince la poesia e resta immortale la fantasia. Che sia un nuovo bel disco di Natale? Mancano ancora 5 mesi però… per ora premo ancora play… di sicuro in vinile avrebbe fatto grande scena.

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