INTERVISTA: INSPECTOR CLUZO – due simpatici guasconi

Intervista di Francesca Vantaggiato

The Inspector Cluzo sono dei matti molto ma molto lucidi! Me ne sono innamorata al primo… ascolto. Sono solo in due, batteria e chitarra: non a caso l’etichetta con cui è uscito il disco We the people of the soil si chiama FUCKTHEBASSPLAYERRECORDS. A me già questo mi fa impazzire! Inoltre, sono due agricoltori che credono fermamente nel biologico ed ecosostenibile, non solo a parole ma con i fatti. Il loro ultimo album è uscito insieme ad un libro pieno di bellissimi disegni e foto dei loro vicini di fattoria, degli agricoltori come loro. M’è presa una voglia matta di intervistarli, così gli ho scritto queste 10 domande. Loro hanno risposto dettagliatamente e con grande entusiasmo, spiegandomi alla perfezione la loro filosofia e il loro stile di vita, naturalmente in franceseChe grandi! Non vedo l’ora di andare al loro concerto l’11/12 al Fabrique di Milano! BOMBISSIMAAAA

duo inspector cluzo just kids vantaggiato

In che modo l’agricoltura influenza la vostra musica e vice versa?
Enormemente! Le parole, le canzoni, il nostro modo d’essere e l’energia della terra che ci porta. Non è tanto la musica, quanto il modo di fare musica che influenza il nostro modo di affrontare l’agricoltura alimentando le nostre vite di indipendenza e libertà. Il blues – nel senso più ampio in cui noi lo pratichiamo nelle nostre vite – è costantemente collegato con un legame fortissimo alla natura, il suolo, per suonare autentico e corretto. In entrambi i campi (musica ed agricoltura), noi siamo indipendenti, cioè autofinanziati, siamo manager di noi stessi, così come booking agent e agricoltori.

Il lavoro dell’agricoltore richiede impegno costante e regolare (l’irrigazione, la potatura, la raccolta, la concimazione…). Come riuscite a conciliare queste attività con il lavoro da musicisti? Penso soprattutto ai tour…
C’è bisogno di una grande organizzazione per far conciliare i due lavori. Effettivamente, al ritorno da un tour, non abbiamo poi tanto tempo per recuperare e passiamo subito al lavoro in fattoria. Per fortuna, abbiamo un aiuto (Ayudère come dicono nel dialetto guascone ) di vicini agricoltori, così come della compagna di Laurent che vive lì. Quando abbiamo dei grandi lavori in fattoria, come la raccolta del mais o del grano o l’alimentazione delle oche, allora non fissiamo date. L’inverno in generale non andiamo in tour. Attenzione! LA nostra fattoria è di 8,6 ettari e tante attività sono fatte a mano, senza macchine, grazie alle colline (chiamate la petite toscane): noi irrighiamo poco, abbiamo tanta copertura vegetale (come il trifoglio) e la terra è argillosa. Utilizziamo molte sementi libere e non ibridi, perché i semi antichi hanno meno bisogno di fertilizzanti e annaffiature degli rispetto agli ibridi americani. Abbiamo tanto lavoro di preparazione del suolo (solitamente 6/7 mesi prima di seminare) ma una volta fuori… il lavoro è fatto! Inoltre, noi non partiamo MAI in periodi critici come quello della raccolta del mais o del grano.

Con questo album, celebrate 10 anni della vostra storia. Quali sono i più bei ricordi di questi anni e, se ci sono, quelli più tristi?
In effetti, 10 anni di carriera sono tanti ricordi, i più belli: il nostro primo Fuji Rock festival in Giappone, la prima tournée francese piena di gente (sold out 9 su 16) e il prossimo concerto a Parigi che già si annuncia sold out, la nostra prima tournée negli Stati Uniti che abbiamo fatto in un mese in macchina, noi due, incrociando tutti gli stati 10 anni fa… eravamo pazzi… lo siamo tuttora! Così come passare un picco di 4800 mt nelle Ande in autobus per andare a suonare in un festival in Perù… Difficile, difficile!

Il peggio: un festival Outdoor di fine Gennaio, a Ekaterinburg, alle porte della Sibéria: quello fu difficile. Comunque noi ci teniamo i nostri bei ricordi, come il nostro viaggio in America del Sud: abbiamo suonato in 52 paesi in posti come Madagascar, Africa del Sud in Australia, nelle Filippine, nella Cina musulmana: siamo dei gu

asconi avventurieri!

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La vostra musica è molto nuova e contemporanea, ma anche molto legata alla tradizione del blues e del folk: come fate? Ascoltate un artista in particolare, c’è qualcuno che vi ispira, o non ascoltate niente per rimanere puri?
Ci fa piacere ricevere queste osservazione, ci tocca da vicino, perché è quello che cerchiamo modestamente di fare: rispettare i fondamenti del blues americano ed africano, mettendoci la nostra mentalità di guasconi. Noi ascoltiamo molta musica, soprattutto blues ma soprattutto musica biologica (organique, nell’originale). La purezza la prendiamo dalla nostra vita in fattoria, perché non siamo inquinati da persone che ci dicono «non va bene, non bisogna fare così o cosà». Facciamo come ci pare. Per questo siamo fuggiti ben presto dalle grandi città chiamate rock o hype, perché sono i posti peggiori per restare puri e non farsi contaminare sulla propria arte, senza rendertene conto diventi accondiscendente e a forza di ascoltare troppo gli pseudo consigli degli pseudo specialisti. Ascoltiamo tante persone, ma sono persone coma Vance Powell o dei giapponesi, degli africani, pochi francesi (non molto credibile in questa musica LOL). Si capisce subito se un uomo o una donna sono competenti e ne sanno di musica o se la suonano e basta. Insomma, ci proteggiamo molto!

Bellissimo il libro che accompagna il disco! Me ne volete parlare? È spettacolare, con tante storie e foto che ci aiutano a conoscere molto di voi, della vostra filosofia, delle persone che stimate. Molto utile!
Grazie tante ! Ci fa davvero piacere sentire queste parole. In un mondo dove tutto diventa digitale, foto, musica, libri, noi abbiamo decido di prendere contropiede questa tendenza (noi stessi siamo fanatici dell’oggetto) e di fare un’edizione dell’album sotto forma di libro/Cd. Le foto sono fatte in analogico dal nostro tecnico del suono/amico Laurentx Etxemendi mentre i disegni sono stati fatti dal nostro amico Abu. Questo completa perfettamente la versione in vinile del disco. Lo vendiamo solo al banchetto del merch dopo i live e sul nostro sito online. Sul palco suoniamo a 4 mani e senza trucchi suoniamo come fossimo 18!

Avete mai pensato di allargare la band? Se si, con chi?
Assolutamente no! La band è un duo. Abbiamo però collaborato con altri musicisti e abbiamo fatto tournée con 2 ottoni (sax e tromba), pensiamo di far venire un nostro amico di Nashville per suonare l’organo Hammond nei live, ma MAI-MAI-E POI MAI un bassista 😉 A parte gli scherzi: in due è molto più semplice e, soprattutto, noi suoniamo come se fossimo 5/6 persone, senza che diventi mai rumore, anzi avendo sempre un’armonia melodica. La voce è fondamentale, è un vero e proprio strumento. Laurent copre diverse ottave e può cambiare estensione vocale velocemente. Abbiamo anche sviluppato un suono speciale, suoniamo insieme da più di vent’anni ormai! Ormai possiamo lanciarci in jam furiose improvvisate, come se fossero programmate!

Cosa pensate della situazione mondiale attuale? Del cambiamento climatico, dell’agricoltura biologica, della politica, dell’economia? Pensate che siano aspetti interconnessi?

Beh, certamente! Tutto è collegato: 2% del pianeta detiene tutte le ricchezze finanziarie che rendono clienti il restante 98%. Questa è quella che chiamiamo la società del consumo, con un modo di vivere per i ricchi occidentali che vivono sulle spalle dei paesi emergenti. Questo implica un sovra-consumo, un clima che cambia e diventa instabile, una grande migrazione di popoli che non hanno più futuro nei loro paesi natii. Bisogna prendersi in carico questa situazione: agire localmente, pensare globalmente, non c’è che questa soluzione! Creare delle ricchezze (alimentari, economiche dove non ci sono, con le risorse disponibili è il miglior modo per non destabilizzare i paesi dall’altra parte del pianeta. Da qui l’importanza delle culture locali, dell’autonomia locale. Noi speriamo di dimostrare che tutto questo è possibile!

Conoscete l’Italia da un punto di vista agricolo/economico/politico ? Che ne pensate?
Conosciamo un po’ la zona agricola della pianura padana, la gastronomia toscana (la Guascogna italiana:-) ) ma, economicamente e politicamente abbiamo giusto l’impressione che sia molto instabile, un po’ come in tutti i paesi in cui c’è molta corruzione (come in Francia). E, come al solito, il popolo è abbandonato a beneficio di una minoranza di persone. Non vediamo l’ora di incontrare gli italiani, sarà il nostro 53esimo paese, non ci abbiamo MAI suonato in 10 anni. Siamo dei grandi tifosi di calcio (anche se qui si segue di più il rugby) e siamo sempre stati colpiti dal rigore tecnico del Milan e recentemente da quello della Juve ! È un sottile miscuglio di tattica, fisico e tecnica… è affascinante ! Soprattutto pensando al rigore che è necessario per arrivarci !

Pensate che la musica possa cambiare questi aspetti fondamentali della vita umana (agricoltura, economia, politica)?
Pensiamo che la musica può cambiare la vita umana per le idee che può veicolare. È quello che proviamo a fare, umilmente. Vediamo tanti artisti che non veicolano nessuna idea, perché non hanno niente da dire, di fatto. È un peccato! La musica, la letteratura, il cinema dono delle arti, ma non bastano per denunciare. Il lato militanti che parlano è troppo grande. C’è bisogno di militanti che fanno, persone che agiscono senza troppe parole. La palla è nel campo dei cittadini, non degli stati!

Potreste descrivere in una frase sola chi è la gente del suolo (people of the soil come recita il titolo del disco)?
La gente del suolo è: Miguel (la nostra capra che trovate anche sulla copertina del disco! Dai, stiamo scherzando! La gente della terra è l’umanità. Quelli che lo sono già, sono coloro che vivono nella, con e per la natura, ma anche quelli che non lo sanno e pensano che tutto questo non li riguardi. La natura riguarda tutti, non è che questione di tempo prima che tutti torniamo alla terra, è inevitabile per produrre da mangiare, ognuno con i suoi tempi. Ci sarà bisogno di persone che sapranno insegnare e spiegare come lavorare, noi saremo lì con la nostra fattoria che sarà trasformata in scuola per insegnare ai giovani e meno giovani come prodursi da mangiare!

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