LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: MUNICIPALE BALCANICA

Intervista di Gianluca Clerici

Quando si parla di musica balcanica ormai l’orecchio e le attese vanno sempre in una direzione di festa popolare, fatte di sonorità che ai più suonano come turche o “arabe”. L’omologazione della massa passa anche per questi pregiudizi. Eppure dietro “musica balcanica” c’è un mondo che dalle credenze popolari passa per le contaminazioni dei popoli, delle tradizioni e dei loro dialetti. Ospitiamo la Municipale Balcanica, forse gli italiani più balcanici che si conoscano, loro che di certo non hanno bisogno di presentazioni. Oggi un nuovo disco, il primo di inediti che dai quei “balcani” (ormai quasi solo nel titolo) arrivano fin dentro il rock nostrano dei tempi decisamente indie, in un lavoro ricco di sperimentazione di stile che tra strumentali e forme canzoni, spolvera le nostre e lo loro radici in un continuo gioco di contaminazione estetica e culturale. Si intitola “Night Ride” e c’è assolutamente bisogno di sottolinearlo. Eccovi le loro risposte alle consuete domande di Just Kids Society:

Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo voi qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Pensiamo che l’unica condizione necessaria sia l’onestà intellettuale del musicista. Poi ci sono tanti modi di viverla, per alcuni è mestiere, per altri una urgenza insopprimibile, per alcuni un modo di scavare nel proprio mondo interiore senza aver bisogno di pubblico e riscontro mentre per altri ancora è un modo per andare incontro agli altri. Ci sono tanti che non vogliono che la musica diventi il proprio primo lavoro per non perdere la propria libertà artistica disinteressata. Quando ci confrontiamo nella band sull’argomento giungiamo fondamentalmente alla prima conclusione detta: ognuno la viva come vuole purché in maniera intellettualmente onesta, senza sopravvalutarsi né svendersi, senza voler prendere in giro il pubblico o se stessi.

Crisi del disco e crisi culturale. A chi dareste la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Si è creato un circolo vizioso per cui, anche nella gestione dei live per esempio, il livellamento è verso il basso e verso scelte sempre meno coraggiose. Per dirla chiaramente, chi gestisce uno spazio live o una radio o una casa discografica, per non rischiare risorse già esigue, vuole andare sul sicuro col suo investimento e finisce per chiamare a suonare o trasmettere sempre la stessa roba sempre più prevedibile e scontata. Il pubblico da parte sua si abitua a questa offerta e non sperimenta mai l’ascolto di cose nuove, inaridendo letteralmente il suo gusto e limitando le sue scelte. Chi gestisce uno spazio live, una radio, un magazine, una etichetta dovrebbe recuperare prima di tutto il coraggio di puntare sulla qualità e poi, cosa ancora più importante, dovrebbe smettere di credere di sapere cosa piace al pubblico. Ci sono tanti sedicenti esperti e operatori del settore che, spesso forti del loro ruolo chiave sul piano organizzativo, continuano a sottovalutare il pubblico e a condizionare gli artisti con cui collaborano dicendo “fai così perché questo piace alla gente”. Questo è un atteggiamento che danneggia sia la vita culturale che economica del settore musicale.

Secondo voi l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
Il più delle volte la situazione è la prima, con l’aggravante di una informazione che insegue il pubblico credendo di sapere cosa piace al pubblico, smettendo di fare il proprio mestiere in maniera diretta, etica, onesta e senza i compromessi di una strategia di marketing. L’informazione non deve essere un “prodotto” da vendere, non tutto deve essere merce.

La musica della MB prende derive industriali partendo da una base popolare che potremmo definire “balcanica”. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Il mercato è l’ultima cosa a cui badiamo anche se speriamo sempre di vendere tanti dischi! Il senso della nostra attività musicale non trova il suo fine ultimo nel mercato. Dopo tante analisi, approfondimenti e serrati dibattiti interni ci siamo resi che è tutto molto più semplice. La nostra base non è propriamente popolare e l’influenza musicale balcanica è stata la prima di tante altre culture musicali che abbiamo studiato e assimilato uscendo dalla classica formazione di musicisti “occidentali”. A quel primo sguardo oltre i nostri confini abbiamo dato un tributo anche nel nostro nome.

In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che vi viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Il riconoscimento dei meriti di un artista. Spesso a decidere il successo di un artista è tutto tranne la sua qualità. Influsicono i contatti del suo management, l’investimento nei “giri giusti” della promozione, la capacità di investire capitali importanti nella comunicazione e altro. Tutte queste cose, per carità, fanno parte del gioco, ma spesso si rivelano ben più importanti e decisive della qualità di un artista.

E se aveste modo di risolvere questo problema, pensate che basti?
C’è un intero sistema che deve uscire da questo circolo vizioso e a volte ci riesce. A volte è proprio l’autonomia del web, per esempio, a creare nuovi fenomeni dal nulla, sfuggendo allo strapotere di major e enti forti, garantendo agli artisti autonomia e libertà.

Finito il concerto della MB: secondo voi il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
“Ogni stella”, la nostra canzone che saluta tutti, artisti, lavoratori, compagnie di amici, innamorati e cuori solitari con un abbraccio, dicendo “la notte avrà cura di noi”…

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