LAS NENAS ENTREVISTAN: ELLIE COTTINO

Per la rubrica Las nenas entrevistan incontriamo la rapper Ellie Cottino

Ellie Cottino

Ciao Ellie, benvenuta su Just Kids Magazine. Noi siamo Elena & Stefy, las nenas, e oggi abbiamo il piacere di intervistarti per la nostra rubrica.

Ecco la prima domanda: come nasce la tua passione per la musica e per il genere Hip Hop?

Ciao sisters! Grazie per l’invito, è un piacere. Ho sempre amato la musica, sin da piccola: mio nonno mi faceva ascoltare i Rolling Stones, Manu Chao e altre leggende. Ricordo di aver sentito la mia prima canzone Hip hop su MTV quando avevo 12 anni e di essermi innamorata dal primo istante. Con quei ragazzi condividevo il passato, la voglia di rivalsa.

Ci spieghi come nasce un tuo testo? Quando hai scritto il primo testo?

Ogni mio testo nasce da un’emozione forte, che voglio esprimere nel modo migliore possibile. Ho scritto la mia prima canzone a 11 anni, sul fatto che i miei coetanei si vestivano tutti uguali. E il mio primo testo rap strutturato a 14.

Lingotto State Of Mind è uno dei tuoi freestyle con un testo molto intenso. Ce ne parli?

Innanzitutto grazie mille. Sono contenta che arrivi. In quel freestyle ho cercato di raccontare il mio quartiere: storie di vita non proprio facili, tanta voglia di emanciparsi dal contesto ma senza perdere le proprie radici.

In un freestyle da te pubblicato su Instagram dici: “Mi chiedono lo scopo di far musica qual è? Dare un po’ di speranza alle persone come me…”. Il mondo di oggi è un mondo in difficoltà ed è un mondo difficile su molti aspetti. La tua speranza va al di là del contesto musicale, corretto?

Chiaro. Vorrei che le mie canzoni, che sono un condensato delle mie esperienze di vita, servissero ad aiutare le persone, che magari non hanno ancora trovato la propria strada. Viviamo in un mondo in cui i media propongono solo schifezze e disvalori. Gli artisti secondo me dovrebbero essere l’opposizione a questo paradigma.

Ogni artista ha un proprio look, un proprio stile che spesso rappresenta il suo carattere e la sua storia. Molto spesso però sono proprio gli eventi che l’artista ha vissuto a rispecchiare la sua musica. Pensiamo a Sfera Ebbasta: ha iniziato con testi che rimarcavano la sua vita difficile nei quartieri (BRNBQ) per poi passare a canzoni più spensierate perché la sua vita si è più addolcita (Baby ft. J Balvin). Anche per te la musica descrive la verità, quello che tu stai vivendo?

Decisamente. Il mio stile si rifà alla cultura hip hop, che ho sempre seguito e con i miei testi voglio celebrare, e a ciò che vivo nel quotidiano.

Rappi anche in lingua inglese. Hai mai pensato di realizzare una canzone rap in spagnolo dato che ultimamente in Italia il reggaeton è molto ascoltato?

Mi piacerebbe! Potrei rifarmi a un sound simile a quello dei maestri Cypress Hill, oppure a Keny Arkana, rapper francese che tratta soprattutto di temi socio-politici, che ha origini argentine e scrive alcune strofe in spagnolo. Proverò e vi farò sapere.

Come da te postato sul tuo profilo Instagram: hai ufficialmente venduto la tua anima a Bonnot Music. Ci racconti come vi siete conosciuti tu e questa etichetta discografica? Quanto è importante essere seguiti da qualcuno che crede veramente in te?

È fondamentale. Sono stata veramente fortunata a trovare una persona come Bonnot, sia dal punto di vista artistico che umano. Ci siamo conosciuti perché ho partecipato ad un suo contest, che non ho vinto perché la giuria non mi aveva notata, ma fortunatamente sono arrivata a “chi di dovere” lol. Sin dalla prima telefonata abbiamo capito di essere sulla stessa lunghezza d’onda. È il mio Dr Dre.

Quanto è difficile oggi per un artista emergente fare musica?

Fare musica in sé, credo sia molto facile di questi tempi: abbiamo a disposizione internet e la tecnologia che ci permettono di lavorare e di esprimerci anche a costo 0. Ad esempio, io ho iniziato a fare le mie canzoni mettendo i beat da YouTube con la cassa e registrando dal registratore del telefono. Quello che è difficile è fare musica di qualità, trovare un team di lavoro serio, ma soprattutto emergere in un mercato estremamente saturo. Bisogna essere intelligenti.

Tra i tuoi progetti futuri hai in mente di pubblicare un album?

Assolutamente. Lo stiamo preparando. Uscirà a febbraio 22. Stay tuned.

Una canzone che consigli, presente nella tua playlist e che non può mancare?

A matter of time di Protoje. È una canzone molto filosofica e riflessiva. C’è quando ho bisogno di lei. E poi esprime un concetto chiaro e vero: è solo una questione di tempo, tutto si risolverà per il meglio.

Assomigli molto ad Angelina Jolie e ne sei consapevole perché lo riporti in una tua canzone. Ti fa piacere o ti da fastidio?

Aw. Ma grazie mille! (arrossisco) Sebbene me lo dicano in molti, io credo che lei sia molto molto più bella di me. Mi fa onore soprattutto perché la stimo come donna e come persona per il suo impegno umanitario e per la sua arte.

Il tuo motto?

La mente controlla il corpo. Nei limiti fisici, chiaramente. Ma credo che sia lo strumento più potente e che sia in grado di annullare la stanchezza e in alcuni casi il dolore.

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