Letteratura: le scrittrici rivoluzionarie

A cura di  Martina D’Onofrio  

Femminismo, cito testualmente dal vocabolario Treccani:

“Movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, le cui prime manifestazioni sono da ricercare nel tardo illuminismo e nella rivoluzione francese; nato per raggiungere la completa emancipazione della donna sul piano economico (ammissione a tutte le occupazioni), giuridico (piena uguaglianza di diritti civili) e politico (ammissione all’elettorato e all’eleggibilità), auspica un mutamento radicale della società e del rapporto uomo-donna attraverso la liberazione sessuale e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne.”

Nell’articolo di oggi, i libri sono tutti al femminile.

Tra le tanti scrittrici, ci sono anche quelle ritenute rivoluzionarie. Vi parlo in particolare delle figure di tre grandi donne e autrici: Jane Austen, Virginia Woolf e Sidonie-Gabrielle Colette.

L’immagine by akintsy_photo è sotto licenza CC BY-NY 2.0   L’immagine by akintsy_photo è sotto licenza CC BY-NY 2.0

Jane Austen

“Sarei davvero da disprezzare se osassi pensare che il vero amore e la costanza sono prerogative solo femminili.”

Jane Austen | Nessun diritto d’autore noto

Jane Austen ( Steventon, Inghilterra 1775 Winchester, Inghilterra 1817).

Scrittrice e modello femminista ideale, fu il simbolo della libertà delle donne mascherato in un mondo maschilista. I romanzi austeniani narrano di campagne inglesi, tazze fumanti, sontuosi balli in casa ma anche di piccole ribellioni silenziose raccontate dalle protagoniste. 

Tra le sue opere, ricordiamo e vi consiglio di leggere: Orgolio e pregiudizioEmma (il romanzo più riuscito che ottenne le lodi di Walter Scott e fu apprezzato dalla critica); Persuasione (ultimo romanzo scritto); Ragione e sentimento e Mansfield Park.

Virginia Woolf

“Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.”

“Virginia Woolf | Through the Looking Glass #2”  by Christiaan Tonnis  Is licensed under CC BY-SA 2.0

Virginia Woolf (Kensington – Londra, Inghilterra 1882, Lewes, Inghilterra 1941).

Scrittrice inglese e femminista affermata. Tra se sue opere, ricordiamo le più famose: La signora DallowayUna gita al faro; Orlando. Forse la più importante è Una stanza tutta per sé. Infatti, questo saggio, scritto per tenere due conferenze a tema, racchiude tutta l’essenza ed il pensiero della sua creatrice: l’emancipazione, il rapporto donna/romanzo e l’universo femminile dalle origini fino ad oggi facendosi delle domande e trovando risposte e verità, come afferma lei stessa, nei libri posti presso il British Museum.

“Perché gli uomini bevevano vino e le donne acqua?”

“Perché il salario delle donne era minore rispetto a quello degli uomini?”

“Perché un sesso era tanto prospero e l’altro tanto povero?” 

Sidonie Gabrielle Colette

Alle donne che vogliono fare scalpore si consiglia una marcia in silenzio.”

Portrait de Sidonie-Gabrielle Colette (1873–1954), dite Colette à son balcon. Date de création: 1910–1912. Numéro d’object: CARPH002265. Creator: unknown Artwork medium: Aristotype Credit: Musée Carnavalet Public Domain Dedication (CCO 1.O)

Sidonie Gabrielle Colette (Saint-Sauveur-en-Puisaye, Francia 1934, Parigi, Francia 1954).

Scrittrice ed attrice, Sidonie Colette disprezzava le suffraggette e il loro modo di porsi pubblicamente. Infatti per lei, l’emancipazione doveva essere innanzitutto una rivoluzione personale da iniziare nelle mura della propria casa; ma nonostante questo pensiero (a parer mio molto discutibile), lottò per le donne a modo suo.

Si espose nella politica (anche solo per poter vedere il suo nome pubblicato il suo nome in un romanzo).

Perché è criticabile? Vi chiederete voi e avete ragione, ma… come si fa a dire oggi una cosa del genere magari ad una ragazza che non ha diritto su nulla e tutto viene deciso dal padre, dal fratello o da un uomo della famiglia – e nei peggiori dei casi, se si ribella, viene uccisa con la banale scusa dell’onore famigliare – e che vive in Medio Oriente? Come si fa a parlare di questo pensiero ad una ragazza afgana che viene ritenuta come un oggetto e non come una persona e che deve solo occuparsi della casa, non può andare a scuola e soprattutto deve pensare soltanto a procreare ed educareil figlio solo fino ai quattro anni? Sì, avete capito bene, fino ad quattro anni: poi si occuperà di lui il padre e nel caso fosse femmina, la bambina, (il che di solito viene visto malamente), verrà iniziata ad una vita intera sottomessa all’uomo da parte della famiglia. 

La rivoluzione bisogna farla anche fuori, con moderazione e facendo sentire forte la propria voce.

Tra i suoi libri che consiglio di leggere, ci sono:

Il puro e l’impuro, Gigi, Il mio noviziato e Chéri.

 

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