ALICE’S KIDS STORIES – POKER D’ASSI

A cura di Alice Galimberti

Poker d’Assi

Illustrazione di Alice Galimberti

Hai cinque carte in mano. Le guardi e capisci subito se hai una mano di merda, oppure se puoi rischiare un “All in” e sbaragliare gli altri giocatori.

Non tradire le tue emozioni, mia giovane Padawan! Hai un tris di assi. Ti basta cambiare una carta. Non essere avida, non cambiarne due! Devi dare fin da ora l’impressione di essere ben piazzata, come nella vita con le persone che non conosci: più ti mostri sicura di te e più ti danno credito. Ti ricordi quando a dodici anni riuscivi a vendere a ignari bambini i mazzi di carte collezionabili tarocchi? Ecco, devi fare così anche adesso: nessuna vergogna, e fingi di avere per le mani qualcosa di grosso.

Queste carte ti piacciono in particolar modo perché sono pure illustrate ed è una gioia per gli occhi giocarci.

L’asse di fiori ritrae un uomo di mezza età dai lineamenti rassicuranti che porge senza alcuna malizia un fiore nero a un immaginario spettatore. Ricorda un po’ tuo padre quando ti porgeva il regalino del venerdì sera se eri stata brava. A ogni età bisognava superare sempre uno scoglio diverso: mangiare la frutta e non solo la verdura, non fare arrabbiare la nonna, fare tutti i compiti, prendere un bel voto, passare gli esami di quinta elementare… Ti ricordi che quel regalo veniva accompagnato da un complimento sincero e da un abbraccio forte e stretto che ti faceva sentire al sicuro. Un giorno però ti sei sentita troppo grande per gli abbracci e, cominciando a sentirti in imbarazzo, sei passata al semplice intrecciare le dita delle mani con le sue. Te ne sei pentita qualche anno dopo. Adesso cosa daresti per avere uno di quegli abbracci e sentire la ricrescita della barba pizzicarti fastidiosamente la guancia?

L’asse di quadri rappresenta un uomo giovane e aitante dalla barba lunga e curata con in mano un grosso sacco di monete; puoi quasi udire il tintinnio ovattato dalla iuta. Assomiglia a quel tipo antipatico che ha mostrato a tutti la sua mega villa in montagna. Se fosse stato esattamente come nella scena del film La Bella e La Bestia ti saresti pure commossa: lui che sorprende lei facendole vedere una marea di libri; lui che le affida il suo sapere e forse la cosa con più valore materiale, dopo la rosa e lo specchio, in quel castello maledetto. Peccato che la realtà è tutt’altro che una fiaba. Pensavi che davvero il ragazzo in questione avesse una bella selezione di libri e che lo scrittoio intagliato fosse unico, peccato che fossero nello studiolo della persona sbagliata… Non ti eri mai sentita così a disagio. Speravi che tutta quell’ostentazione potesse finire nel minor tempo possibile. No invece, continuava! Tutta la comitiva era ammaliata dal suo fare da Cicerone, ma tu avevi la nausea; volevi solo andartene e tenevi puntata la porta. Quando pensavi non potesse andare peggio, ci si era messo pure il suo bastardino a ringhiarti contro. Aveva sentito la puzza di umili origini?

L’asse di picche ritrae un uomo con una maschera veneziana sul viso e ha in mano un pugnale che tiene in orizzontale, mimando il gesto di tagliare la gola. Ti ricorda tutte quelle persone che ti hanno tradito, ma rappresenta anche il rischio che stai correndo adesso. Ok, non ti stai giocando la casa, ma stai accarezzando l’idea di vincere il piatto e avverti quel senso di costrizione a livello viscerale che ti porta a perdere la lucidità. Sei ubriaca, eppure non hai bevuto neppure una goccia. Funziona così la tua sofferenza; ti bei dei momenti belli finché non arriva la stilettata alle spalle che ti fa sentire inutile, incompresa, piccola davanti alle avversità. Tu vorresti dimostrare di essere grande e di essere in grado di vedere il pericolo dietro la maschera, ma hai anche paura di scoprire che dietro la maschera potrebbe non esserci un rivale; tu hai paura di trovare te stessa. Ti consideri il tuo mostro. Passavi giornate a darti colpe che forse nemmeno avevi ed è questa la tua più grande vergogna: ti sei rovinata per anni da sola. Non è stato forse meglio affrontare alcuni dei tuoi demoni e scoprire che in realtà erano solo dei folletti dispettosi come Puck?

Distogli i tuoi pensieri e torni a concentrarti sul gioco. Mi raccomando, come ci siamo detti: cambia una carta sola!

La scelta è ardua: fante di cuori, o re di cuori? Ah, l’amore! Questo sconosciuto… Hai creduto di provarlo certe volte e il tuo cuore per un po’ è stato simile a una poltiglia informe e ti sei sempre detta che era meglio averne uno così che non averlo proprio. Una sera però, prima di dormire, hai realizzato che dovevi smettere di mettere la tua felicità esclusivamente nelle mani di qualcun altro e che dovevi ripartire da te. La sola persona che poteva rimodellare la poltiglia a forma di cuore eri tu e così ti sei messa a lavorarci su. Ora sai che se dovessi incontrare qualcuno non gli metteresti in mano il tuo cuore, ma lo inviteresti ad accostare al tuo cuore il suo per vedere se si può percorrere un pezzetto di strada insieme. Quindi, scegli cosa buttare: i sentimenti presenti, o i sentimenti passati? Bisogna dare via una parte di sé per avere nuovamente un cuore vero. Adagi coperto sul tavolo il re di cuori e lo accompagni con la mano verso il mazziere e quello ti allunga una carta. Perdi un battito o forse due. Ti chiedi se hai fatto bene. Aggiungi quella carta alla tua mano e scoprilo!

Su quella carta c’è una donna dallo sguardo sereno che regge con due mani a coppa un cero e tra le lingue della fiamma che arde c’è un cuore rosso: asso di cuori, poker d’assi.

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