Recensione: Il diario di Anne Frank [Einaudi 2022]

A cura di Martina D’Onofrio

Illustrazione di Eliana Guarino

 

Anne Frank | Illustrazione di Eliana Guarino

 

La Giornata della Memoria è passata da un po’ di tempo, ma sono dell’idea che certe cose bisogna sempre ricordarle e far in modo che certi avvenimenti storici non si ripetano e non accadano più. Oggi, attraverso gli occhi di una Anne Frank tredicenne, che aveva solo la colpa di essere ebrea, vederemo le brutalità fatte dai tedeschi nazisti, l’antisemitismo e le crudeltà delle deportazioni nei campi di concentramento e dell’Olocausto – chiamato Shoah in ebraico – in modo crudo ed aspro. La persecuzione di persone innocenti e le ingiustizie. 

“[…] Non ti danno quasi niente da mangiare, per non parlare del bere. C’è acqua solo per un’ora al giorno e solo un bagno e un gabinetto per alcune migliaia di persone. Dormono tutti insieme, uomini, donne, e a queste e ai bambini spesso vengono rasati i capelli. Quasi impossibile fuggire. La gente è segnata dal cranio rasato e spesso dall’aspetto ebraico. Supponiamo che per lo più vengano assassinati. La radio inglese parla di camere a gas, forse è la morte più rapida. Sono totalmente sconvolta. […] Hai mai sentito parlare di ostaggi? È la nuova punizione che è stata indotta per i sabotatori. È la più orribile che puoi immaginare. Cittadini innocenti, uomini noti, vengono tenuti prigionieri in attesa di essere assassinati. Se c’è un sabotaggio e non salta fuori il colpevole, la Gestapo mette al muro cinque ostaggi. […] Il crimine viene definito incidente fatale”.

Oggi sarebbe innaturale ed inimmaginabile sentir parlare di questi fatti da una ragazzina, eppure è questo che Anne ha vissuto nel ’42, è questo che ha scritto nel suo diario che chiamò teneramente Kitty mentre era nell’Alloggio segreto con la famiglia e ascoltava la radio, tentando di fuggire alla cattura dei tedeschi di Hitler. Questa era la paura vera.

Trama: 

Anne inizia il suo diario nel 1942, quando i suoi genitori glielo regalano per il suo tredicesimo compleanno. In questo diario, lascia la testimonianza di sé. Ci parla della scuola, dei compagni, dell’amore e della clandestinità passata a leggere, cucinare, litigare, scrivere, aspettare e tenere il peggio. Anne si descrive senza veli: è una ragazza ironica, irriverente e passionale.

L’autrice:

Anne Frank nasce a Francoforte il 12 giugno 1929. Nel 1933, a causa delle persecuzioni, è costretta a trasferirsi in Olanda con la famiglia. Ad Amsterdam Anne vive un’infanzia felice fino al 1942. Il 4 agosto 1943, a causa di una denuncia, vengono arrestati. Deportata ad Auschwitz e poi a Bergen-Belsen, Anne muore di stenti e tifi tra febbraio e marzo del ’45. Poco dopo la sorella maggiore Margot.

Curiosità che (forse) conosci: chi pubblicò il diario di Anne?

Una volta conclusa la guerra, Miep Gies diede il diario a Otto Frank, padre di Anne e unico superstite della famiglia. A seguito dell’incitamento di alcuni amici, decise di far pubblicare il diario, che uscì per la prima volta in olandese nel 1947 con il titolo di: L’Alloggio Segreto.

” […] Le automobili militari verdi o grige vanno avanti e indietro di continuo. Suonano a tutte le porte e chiedono se ci sono ebrei. Se sì, si portano via tutta la famiglia, se no, vanno via. Nessuno può sottrarsi a quel destino se non si nasconde. Spesso vanno anche in giro con delle liste e suonano solo dove sanno di trovare un ricco bottino. […] Di sera al buio di frequente vedo camminare quelle file di buona gente innocente, con bambini che piangono, sempre a piedi, comandati da un paio di quei ceffi, picchiati e torturati fino a crollare a terra. Non si salva nessuno, vecchi, bambini, neonati, donne incinte, malati, tutti, tutti camminano insieme verso la morte. […] Io stessa ho paura se penso a tutti quelli cui mi sentivo così intimamente legata e che adesso sono in mano al più crudeli carnefici mai esistiti. E tutto solo perché sono ebrei.”

Grazie Anne. Grazie perché con questo libro, con questo diario e la tua testimonianza, mi hai fatto capire tanto. Vorrei analizzare di più quest’opera ma credo che Anne abbia spiegato le cose meglio di chiunque altro.

Anne Frank oggi:

La poetessa, biografa e antologista canadese Rosemary Sullivan, nel suo saggio Chi ha tradito Anne Frank: indagine su un caso mai risolto, ci parla di chi tradì la giovane Anne consegnadola ai tedeschi.

Secondo la Sullivan, fu un certo Van den Bergh, un notaio ebreo-olandese membro del Consiglio Ebraico, l’organismo che i tedeschi avevano voluto per amministrare gli affari delle comunità durante la guerra. Lui non finì in un campo di concentramento e neanche la figlia.

Ma non tutti la pensano così. 

John Goldsmith, presidente della Fondazione dedicata all’autrice, ha infatti dichiarato andando contro il libro:

“Questo volume non contiene alcuna prova, crea confusione anziché contribuire a rivelare la verità ed è pieno di errori. Seminare un’affermazione che poi diventa oggetto di pubblica discussione, è un’azione che rasenta la teoria del complotto. Trasmette l’idea che un ebreo ha tradito un ebreo. Quello solo resta ed è inquietante”.

Anche Johannes Houwkin Ten Cate, docente emerito di storia dell’Olocausto all’Università di Amsterdam è dello stesso parere:

“Non credo che un membro del Consiglio ebraico abbia ottenuto la libertà in cambio di indirizzi. Dopo che il Consiglio fu abolito, anche i suoi membri furono deportati nei campi di concentramento o si nascosero. Il notaio Van der Bergh, oltretutto, rimase nascosto per gran parte del 1944, l’anno in cui Anne fu scoperta e deportata a Bergen-Belsen, dove morì l’anno seguente: se avesse tradito Anne, sarebbe dovuto uscire allo scoperto, esattamente quello che voleva evitare”.

In conclusione, secondo gli studiosi, la lettera anonima dimostra solamente che qualcuno credeva o voleva che Otto Frank credesse che Van der Bergh fosse un traditore. Ma analizzando il libro e leggendolo, mi sono posta una domanda: e se invece fossero stati i magazzinieri che entravano ed uscivano dall’Alloggio, a tradire Anne Frank e gli altri rifugiati?

Come disse Anne stessa:

“[…] Il magazziniere Van Maaren comincia a nutrire sospetti sull’ Alloggio segreto. […] Non ce ne importerebbe niente di quello che pensa il signor Van Maaren se non fosse una persona notoriamente poco affidabile e molto curiosa che non è facile prendere per il naso”.

E se Kitty, in realtà, non fosse il nome del suo diario, ma un ipotetico nome di un lettore alla quale la Frank immagina di rivolgersi? Ci sono dei passaggi nei quali Anne sembra proprio che stia parlando con il suo interlocutore:

“Scherzi a parte, una decina d’anni dopo la guerra sarà divertente sentire come noi ebrei abbiamo vissuto, mangiato e parlato qui. Anche se ti racconto molte cose di noi tu non conosci che sola una piccola parte della nostra vita.” 

Qui si capisce anche il tipo di carattere di Anne: una bambina che non aveva amiche del cuore, ma che in compenso, aveva un cuore grande e ci ha lasciato un’eternità importante che dobbiamo tramandare e ricordare.

Credits

Anne Frank, Diario – Ph. Martina D’Onofrio

Titolo: Diario

Autrice: Anne Frank 

Traduzione di: Laura Pignatti

A cura di: Frediano Sessi

Editore: Einaudi, prima edizione Gli struzzi, 1993

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *