LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: CASTANO SHOCK

Intervista di Gianluca Cleri

Bellissima l’intervista che segue che chiude in qualche modo il nostro lavoro stagionale. Ci ritroveremo certamente con nuovo domande da settembre. Chiudiamo con un rock che all’Italia deve molto, da quella cultura glam anni ’80, da quel punk che cercava strade anche da noi, da quel rock inglese molto ricco di contraddizioni ed eccessi. Castano Shock, al secolo Max Bellia, ridisegna la sua musica e lo fa con una filosofia double one, il sono e la forma raggiungibili soltanto da due corde di chitarra. Come suona questo disco eponimo dunque “Dounble One”? Suona che non ha bisogno di altro… a lui le consuete domande di Just Kids Society!!!

Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Tutto si ripete, nel micro e nel macro quindi il suono tornerà ad essere quello che è già stato, anche analogico! Forse anche più analogico di quando lo è stato! chi vivrà, vedrà.

I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
Esiste una forma giusta, davvero? In questo esatto momento possiamo scegliere, prima nel passato non si poteva, rimarrà tutto così, sceglieremo le forme più congeniali a noi. Alcune forme moderne ed invisibili, non tattili, hanno cancellato alcuni meccanismi di vendita, ma ne hanno creati altri. Oggi produci te stesso e decidi per te, prima eri solo un artista e magari confezionato ma, questa cosa è svanita con gli home studio e l’avvento di internet e la sua musica invisibile. Cosa preferisco io? La mia risposta in tal senso va a giornate! Forse ci sarebbe meno prodotti e più qualità …questo va detto

La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?
Quando suono, invece di vedersi lo show mi filmano e se lo guardano a casa in piccolo e con una audio limitato e filtrato dal device che ha filmato, un cellulare. Succede anche se ti sposi, succede anche se fai una foto al tuo bonsai, te lo guardi piccolo, ma nella foto ancora più piccolo e tutto ciò è assurdo, che devo dire? Sorrido… Anche una donna, la donna dei tuoi sogni, diventa tale ammirando qualcuno in rete, poi tiri ad innamorarti di una come “quella” o come “quello” oppure ti accontenti, ma sei infelice …capita a molti …. Dove ci porterà tutto ciò? Non lo so, temo al collasso, che forse è ancora lontano… agli spettacoli comunque bisognerebbe spegnere tutto e vivere lì!

Un nuovo disco, una nuova versione, il double one come religione di semplificazione dell’estetica rock italiana. Però siamo in un mondo complesso, sempre in cerca di trasgressioni e soprattutto digitale. E quindi secondo te come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera, appunto digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
La mia musica essenziale è una musica anche tascabile, non temo certe dinamiche. La musica rock è sempre stata anche essenziale ma non solo e questo vale anche per gli altri generi tranne che per il rap, la trap e il reggaeton che sono tanto in voga, ma che sono destinati a finire per ovvi motivi. Suonare essenziale poi mi permette di parlare un linguaggio che non sarà mai passato di moda, sono molto sereno in tal senso

E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
La musica è di tutti, partiamo da qui. Non avendo più una forma diventa difficile venderla …cosa compri? Una cosa che non si vede, è difficile da vendere. Gli store digitali avrebbero senso se vendessero musica invece di farsi pagare dagli artisti! C’è un altro problema: youtube. Se per farla conoscere devi caricare il brano lì,uno cosa la compra a fare? Anche la velocità di questa società liquida svolge un ruolo fondamentale in questi meccanismi che rendono quasi tutto facile e immediato….
Questo parallelo perché? Perché la musica prima, oltre ad avere una forma tattile era anche difficile da reperire e dovevi comprarla. Un disco lo consumavi, leggevi i testi, riavvolgevi un nastro anche con la punta di una penna biro. C’era un’ attesa, delle aspettative, ora non più, è tutto troppo facile e veloce…ed immediato.

Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?
La musica nasce come strumento di aggregazione o come energia alta per celebrare qualcosa di divino o tribale. Oggi cos’è? Una colonna sonora generazionale? Non più .. Oggi è una scontatezza, è un ritmo senza note e quindi senza emozioni per i distratti o gli incolti, che sono tanti ma non gli unici, fortunatamente.

A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di Castano Shock, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
Finito il concerto? Il disco Shock registrato in studio, secondo me. O tutti i brani del gruppo o artista non eseguiti nel live mentre la gente torna a casa

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