LAS NENAS INTERVISTANO: CHRIS OBEHI

Intervista di Las Nenas 

Chris Obehi – Ph. di Simone Di Rando

Ciao Chris, siamo Elena & Stefy, Las Nenas di Just Kids Magazine. Benvenuto nella nostra rubrica. Sei un cantautore nato in Nigeria e da alcuni anni abiti a Palermo (Sicilia). Ci racconti della tua infanzia e come è nato il tuo amore per la musica?  Quali e quanti strumenti suoni?

Ciao Elena & Stefy. Mi presento: sono Chris Obehi, nato in Nigeria e sono qui in Italia da 7 anni. Sono arrivato a Palermo nel 2016. Sono cresciuto in una famiglia amante della musica: mia mamma canta musica gospel in chiesa e quando ero piccolo ero solito andare in chiesa con lei a cantare. Mio padre, invece, è affascinato dalla musica reggae, in particolare da Bob Marley e ogni sera dopo lavoro ascoltava a tutto volume questa musica. Sono cresciuto così in questo ambiente contaminato e pieno di musica ed è proprio qui che è nata la mia passione. Rispondendo alla seconda domanda: suono il basso, il pianoforte e le percussioni, strumenti che ho imparato a suonare in Nigeria, mentre a Palermo ho iniziato da autodidatta a suonare la chitarra.

Chi sono stati i tuoi referenti musicali che ancora oggi ti ispirano?

In Nigeria ho sempre ascoltato musica afrobeat e reggae. Tra gli artisti che mi hanno ispirato ci sono sicuramente Fela Kuti, Bob Marley, Lucky Dube.

Dall’Africa all’Italia. Che differenze hai trovato nel passare ad essere un musicista in Africa e poi in Italia? Ti ricordi la tua prima esibizione a Palermo?

Non ho trovato tante differenze, ciò che è cambiato è solo la lingua. Mi trovo in particolare tra due mondi, tra due culture e quando comunico attraverso la musica cerco di essere un ponte tra questi due mondi, utilizzando diverse lingue quali l’italiano, l’inglese e il Pidgin language (lingua nigeriana). Quando sono arrivato a Palermo, ho iniziato a suonare per strada vicino al Teatro Massimo e successivamente in locali e paesini vicino a Bagheria.

Hai pubblicato alcuni mesi fa la canzone Mami Wata. Ci parli della canzone? Come è nata?

Mami Wata è una canzone d’amore, parla di un ragazzo chiamato Johnny che è innamorato di una sirenetta. In Africa, sirenetta viene detta proprio Mami Wata ovvero mamma dell’acqua, ma non è vista bene perché porta sia cose positive che negative. Nella mia storia però c’è una forza in più che è l’amore e l’amore, come sappiamo, non guarda i pericoli e supera tutte le barriere.

Quanto è importante per te esprimerti anche attraverso la danza?

Non sono un ballerino professionista, ma amo ballare perché vedo la danza e quindi anche la musica come un rituale.

A luglio 2021 hai pubblicato un video musicale di 9 minuti in cui nella prima parte vi è il video della canzone Mr. Oga per poi proseguire con il videoclip di Non Siamo Pesci. Ci racconti di più su queste canzoni?

Mr. Oga è una canzone di denuncia, è una canzone per i diritti umani ed è dedicata al mio paese in quanto dove sono nato non c’è libertà di pensiero e di espressione. Mr. Oga è il capo, il boss che ha il potere e controlla, sfrutta gli altri come in una dittatura.

Anche il brano Non siamo Pesci parla di diritti umani e per me è una canzone speciale in quanto riflette la mia storia: io sono arrivato in Italia con un gommone su cui vi erano altre 104 persone e qui ho visto un bambino che stava morendo di freddo allora ho cercato con il mio calore di riscaldarlo e così gli ho salvato la vita. La canzone, quindi, parla di questo tema che mi è molto caro.

Hai cantato una canzone in dialetto siciliano intitolata Cu ti lu dissi. Siamo rimaste affascinate dalla tua interpretazione. Secondo te cos’hanno in comune la musica africana e siciliana?

Ho scoperto la canzone grazie ad un mio amico che un giorno me l’ha fatta ascoltare.

Io penso che la musica sia una lingua universale che non ha barriere. Nel mondo ci sono diverse lingue, ma nella musica è il ritmo che permette di unire tutti noi.

Una curiosità: quali sono le parole in dialetto siciliano che ripeti spesso?

Ci sono molte parole che ripeto spesso, ma in particolare amo dire Amunì (Let’s go).

La Nigeria è stata definita “il cuore della musica africana”. Tra i nomi di grandi artisti con origini nigeriane troviamo anche il cantante cubano Cimafunk, Burna Boy e Omah Lay. Qual è il segreto della vostra musica? Ci sveli di più sulla musica nigeriana?

La musica nigeriana sta iniziando ad avere molto seguito. Tutto è partito da Fela Kuti, maestro di afrobeat da cui è nata una new wave. Anche Burna Boy, Omah Lay, WizKid, Davido sono afrobeat, ma una nuova generazione pop. Non c’è un segreto, posso però dire che in Africa la musica è all’interno delle nostre famiglie, il ritmo è all’interno del nostro sangue. Penso che la musica sia nel nostro DNA. Io ascolto un po’ di tutto anche musica spagnola e amo la musica italiana soprattutto per come sono scritti i testi.

Stai realizzando qualche nuovo progetto? Raccontaci…

Si, sto scrivendo molto, ma è ancora tutto in cantiere nel senso che dovete avere pazienza prima che escano questi miei nuovi lavori. Sicuramente a breve uscirà il mio documentario Back to Motherland: l’anno scorso sono ritornato in Nigeria dopo 7 anni ed è stato bellissimo, ho rivisito la mia famiglia e ho mangiato molto cibo africano.

Il tuo sogno più grande?

Il mio sogno più grande è diventare un grande artista, ci vuole molta pazienza e determinazione per realizzarlo. Credo molto nella mia musica: la mia musica è il futuro.

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