INTERVISTA: UNA

Intervista di Gianluca Clerici

Un lavoro assolutamente pop, rigido di personalità, maturo e consapevole di avere gusto e armi affilate per lanciare messaggi altrettanto affilati. Lei è Marzia Stano, il suo è un lavoro di collettivo ed è, allo stesso tempo, un lavoro di espressione personale. Inutile censire da ufficio tutte le collaborazioni di questo disco com’è invece interessante sottolineare come molti degli strumenti e degli arrangiamento sono farina del suo sacco. Registrato in analogico su un nastro Telefunken, “AcidaBasicaErotica” è il nuovo disco di UNA: giallo e fashion nell’estetica di copertina, digitale nei contorni di questi suoni che descrivono melodie sensibili, affascinanti, orecchiabili e decisamente ricche di critica per la società che ci circonda. Insegna ai “suoi alunni” UNA e lo fa portando a segno un lavoro per niente spocchioso e presuntuoso ma assai “social” nell’attitudine. Ci fermiamo a rapire dalla rete il bellissimo video di lancio del singolo “La chimica” e due chiacchiere da cui tirar via qualcosa che sia di più di un semplice ascolto. Che poi da questo disco si respira aria di rivoluzione e di verità, di emancipazione non solo sessuale ma anche culturale. Un tempo c’erano gli abbecedari… oggi sui bachi di scuola dovrebbero esserci dischi come questo.

UNA COVER 2

Suoni acustici e digitali per questo nuovo disco di UNA. Una scelta come un’altra, un semplice caso o c’è una ragione precisa?
In verità in questo disco ho usato strumenti per lo più analogici, synth, campionatori e nastro telefunken su cui registrare, di digitale c’è praticamente solo il software utilizzato come multitraccia, ma se ho inteso bene la tua domanda il concetto di ibridazione e contaminazione tra i suoni elettronici e i suoni acustici (rumori ambientali, strumenti a corde e percussioni) è voluto e per nulla casuale, è parte integrante del messaggio che anima l’intero lavoro, un disco passionale, politico e spiritoso.

Che poi dalla PressKit di presentazione del disco ci tieni a sottolineare che hai suonato tutti gli strumenti ma anche che hai accolto numerose collaborazioni. Dunque “AcidaBasicaErotica” è un disco di UNA o un disco di un collettivo? Spero sia chiara la sfumatura…
Nei precedenti dischi ho scritto per lo più i testi e in alcuni casi gli accordi delle canzoni, ma a parte la voce ho registrato poco e niente, mi sono sempre avvalsa di ottimi musicisti (Lucio Morelli, Nicola Negrini, Gianni Masci, Giacomo Fiorenza, Leo Pari, Daniele Rossi aka Coffee etc). La storia di questo disco invece è completamente diversa, in studio eravamo solo io e il mio produttore artistico, Sergio Altamura. Lui mi ha stimolata e spinta a credere che avrei potuto registrare ogni cosa, dalle batterie ai bassi, delle armonie dei cori agli over dub di percussioni e synth. A parte Marie e Per sempre curate da Gianni Masci, tutti gli arrangiamenti sono stati curati da me. Le collaborazioni sono state fondamentali per rendere il disco un lavoro tridimensionale e multiculturale, la canadese Frennie Holder del gruppo rap femminile Random Recipe, l’MC dub maltese Phill West, Arif da Islamabad, mio padre Mimmo Stano, il duo di street artist To/let per le grafiche, Francesca Maria Cauli per le foto, e le amiche che hanno registrato qualche coro qui e li, hanno reso “Acida basica Erotica” un disco collettivo e femminista.

A proposito di incisione su nastro: non pensi sia un controsenso visto che poi tutto proviene da riprese digitali e in supporti digitali finisce?
Prima di incidere su nastro pensavo la stessa cosa, ma la differenza è sostanziale.

“AcidaBasicaErotica”. Cos’è cosa? Cos’è Acida, cos’è Basica e cosa consideri Erotico in questa vita?
“AcidaBasicaErotica” è lotta politica, desiderio di amore, diritto al piacere e vitalità. Sbagliavo a pensare che l’equilibrio fosse qualcosa da raggiungere, qualcosa di statico che una volta trovato ti appartiene a vita. L’equilibrio è una tensione tra poli diversi e per me sono rappresentati molto bene dal concetto di acido e basico, due elementi chimici fondamentali per preservare la vita di animali, piante ed esseri umani, l’erotismo è quel terzo elemento che rappresenta la tensione verso il piacere sessuale, ma non solo, è la libertà di essere se stessi, il riconoscimento della propria singolarità, è guardare in faccia le proprie paure e non scappare, è spingersi oltre, è vita attiva.

Dal punto di vista sociale sottolinei tantissime anomalie come gli Hikikomori. Ma anche la netta differenza tra nord e sud… ma siamo davvero nel futuro o siamo ancora figli di retaggi culturali assai primitivi?
La seconda, anche se credo che “conservatore, narcisistico e disempatico” siano aggettivi più calzanti di “primitivo” rispetto al pensiero dominante di oggi.

Emancipazione: per UNA cosa significa di preciso?
Essere indipendenti, consapevoli, saper gestire la propria libertà, godere di riconoscimento e rispetto in relazione al proprio valore, avere un lavoro che garantisca una base economica ma che lasci tempo per dedicarsi a se stessi e agli altri, poter fare la scelta migliore e non la scelta più necessaria.

E per chiudere una domanda assai sottile: per UNA conta l’uguaglianza o la diversità?
Contano entrambe perchè strettamente legate l’una all’altra: è necessario garantire uguali diritti affinché le diversità di ognuno di noi vengano tutelate e intese come valore umano, sociale e culturale.

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