LE INTERVISTE DI JUST KIDS SOCIETY: MANUEL CASTRO

Storica voce dei Camera a Sud, Manuel Castro, cantautore catanese che oggi approda all’ennesimo traguardo personale con un nuovo singolo davvero prezioso, di lirica e di melodia. Naturalmente i suoni arrivano dal mondo, dalle terre lontane ricche di tradizione cercando di evitare, se non per qualche dettaglio, quella parte di mondo industrializzato. Si intitola “Tempu d’amuri” pubblicato dalla RadiciMusic di Firenze anche colonna sonora della pillola della nostra Francesca Vantaggiato che andrà in onda la settimana prossima sulle frequenze digitali di Rt Radio Terapia. Brano sociale, di una dimensione umana che sia globale e non discriminatoria per quanto l’uso del siciliano un poco vincoli dentro una certa geografia. Ma Castro vuole proprio evadere da ogni riferimento e nel bellissimo video a corredo cerca di prendere l’uomo, tutto, di colore e di provenienza, di violenza urbana e di dolcissima contemplazione spirituale. A lui le nostre consuete domande di Just Kids Society:

Iniziamo sempre questa rubrica pensando al futuro. Futuro ben oltre le letterature di Orwell e dei film di fantascienza. Che tipo di futuro si vede oltre l’orizzonte? Il suono tornerà ad essere analogico o digitale?
Il futuro è quello che noi costruiamo ogni giorno attraverso il presente. I media vogliono trasportarci, senza nascondersi troppo, all’interno di un mondo Orwelliano dove tutto è controllato e indotto, dai desideri, ai bisogni, alle soluzioni ai problemi che loro stessi creano.
Ma noi dalla nostra abbiamo armi ancora più potenti che sono l’Amore, l’Umanità e la voglia di continuare a condividere emozioni. In tutto questo l’arte ha una responsabilità enorme ma gli artisti devono avere il coraggio di esporsi e non sottomettersi alla costruzione del pensiero unico. Oggi non credo sia tanto importante che tipologia di suono ascoltare, ma il messaggio che si vuole trasmettere, anche se l’analogico a mio gusto sicuramente veicola maggiori emozioni, vibrazioni e senso di umano.

I dischi ormai hanno smesso di avere anche una forma fisica. Paradossalmente torna il vinile. Ormai anche il disco in quanto tale stenta ad esistere in luogo dei santi Ep o addirittura soltanto di singoli. Anche in questo c’è un ritorno al passato. Restiamo ancora dentro al futuro: che forma avrà la musica o meglio: che forma sarebbe giusta per la musica del futuro?
La forma giusta è sempre quella del live non c’è miglior magia di quella che si crea nell’interazione tra pubblico e artista.

La pandemia ha trasposto il live dentro incontri digitali. Il suono è divenuto digitale anche in questo senso… ormai si suona anche per interposto cellulare. Si tornerà al contatto fisico o ci stiamo abituando alle nuove normalità?
Si deve assolutamente tornare al contatto fisico, il digitale non potrà mai sostituire la magia del contatto, di uno sguardo, del sudore dietro uno strumento, dell’adrenalina, dell’errore, dell’energia. Questo non vale solo per la musica, ma anche per le relazioni, per l’istruzione ecc. Non dobbiamo dimenticarci che siamo Esseri Umani e non computer.

Ed è il momento di parlare di questo nuovo singolo di Manuel Castro, brano di musica world, brano di mille sfumature umane e sociali, di colori diversi, di uomini senza geografia e diversità. Un brano decisamente alto dal punto di vista culturale. Dunque come si inserisce dentro una scena ampiamente devota alla musica leggera digitale, immediata e quasi sempre densa di contenuti superficiali?
La musica è come il cibo, puoi mangiare tutta la vita in un fast food e credere che quella sia la miglior cucina, allo stesso tempo puoi fermarti in una trattoria e gustare una pietanza cucinata con amore che espande il suo profumo naturale e che ti inebria col suo sapore che deriva da un mix di ingredienti naturali e salutari. La differenza la percepisci anche se sei assuefatto a sapori artificiali. Poi sta a te scegliere come cibarti. Sicuramente un’alimentazione sana alla lunga ripaga per qualità di vita, di pensieri e di salute. Io con Tempu d’amuri, attraverso il testo, la musica e il video ho voluto “cucinare” qualcosa che potesse sfamare, soddisfare e allo stesso tempo far percepire dei sapori naturali che veicolassero emozioni non artefatte.

E poi tutti finiamo su Spotify. Parliamo tanto di lavoro ma alla fine vogliamo finire in un contenitore in cui la musica diviene gratuita. Non sembra un paradosso? Come lo si spiega?
Ormai l’unico modo per guadagnare con la musica è il live. Bisogna costruire tanto per poter vivere di questo mestiere. Spotify è solo un mezzo per divulgare la propria musica, come lo è la radio, la tv o qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Attraverso Spotify ho avuto l’opportunità di ascoltare artisti o canzoni che non avrei mai ascoltato prima. Sicuramente però chi vuole lavorare di Musica deve fare ben altro che inserire solamente i propri brani sulle piattaforme digitali.

Dunque apparenza o esistenza? Cos’è prioritario oggi? La musica come elemento di marketing pubblicitario o come espressione artistica di un individuo?
La musica come profetizzava Adorno in tempi non sospetti è diventata prodotto da supermercato e anche gli stessi artisti sono diventati prodotti a scadenza. L’immagine è importante ma il contenuto lo è ancor di più. Oggi viviamo in una società visuale, guardiamo molto ma ascoltiamo pochissimo in ogni ambito, siamo sempre distratti e quindi si cerca di colpire il consumatore sempre con qualcosa di più eclatante. Credo sia prioritaria la sostanza se poi questa possiede anche un’estetica è solo un valore aggiunto.

A chiudere, da sempre chiediamo ai nostri ospiti: finito il concerto di Manuel Castro, il fonico cosa dovrebbe mandare per salutare il pubblico?
Il ritornello di “Tempu d’amuri” ovviamente!

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